F1, L'insistenza a fare 23 gare di Liberty Media che rischia di mettere in crisi i team

F1, L'insistenza a fare 23 gare di Liberty Media che rischia di mettere in crisi i team
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Questa mattina è stato comunicato lo spostamento del Gran Premio di Russia da Sochi a San Pietroburgo, mentre ieri la sostituzione della gara di Singapore con la Turchia. Il commento del nostro Paolo Ciccarone sul calendario ed il bilancio sui primi mesi da Ceo della Formula 1 di Stefano Domenicali
26 giugno 2021

Il GP di Russia nel 2023 si correrà nel tracciato di Igora Park, a una ottantina di km a nord di San Pietroburgo, verso il confine con la Finlandia, abbandonando così Sochi che aveva ospitato il primo GP russo. Il tracciato è supervisionato da Herman Tilke in una zona che ha già impianti e tracciati vari. Anche se lo spacciano per San Pietroburgo, in realtà la città degli zar sarà solo il punto di arrivo degli aerei e poi bisognerà organizzarsi per la trasferta e hotel da trovare in zona. Non facile visti alcuni precedenti.

Nel frattempo la FOM, o meglio Liberty Media, ha confermato il ritorno del GP Turchia a partire dal 1 al 3 ottobre in sostituzione di Singapore mentre a giugno doveva sostituire il Canada ma poi non se ne è fatto niente per ragioni legate alla quarantena necessaria dovuta alla pandemia. La F.1 continua a soffrire di bulimia di gare, come dimostra questa doppia prova in Austria come se con un calendario con 23 corse inserite (di cui almeno 3 potrebbero saltare) cambiasse qualcosa se invece di 23 se ne fanno "solo" 20.

E' un effetto bulimico della F.1 alla caccia di GP che rischia solo di far male alla categoria. D'altronde, quando la gestione era di Bernie Ecclestone aveva in carico 20 persone, adesso con Liberty sono 230 e hanno pure subito dei tagli alla diaria (i 35 pound al giorno per il pranzo sono saltati visto che sono obbligati a stare in hotel...).

Non sembra, ma fare tre corse di fila dalla Francia alla doppia in Austria (e sinceramente ne bastava una...) mette a dura prova il personale dei team e la logistica stessa con uno stress non indifferente. Inoltre dopo pochi giorni di fila, e con le limitazioni di accesso in sala stampa e nel paddock, si fatica a trovare qualcosa di nuovo da raccontare. Anzi, non si riesce più nemmeno a dire nulla di nuovo, per cui viene meno l'interesse, limitato solo alla gara in TV, ai frame sui social e al tam tam provocato magari da Hamilton e dai suoi vestiti stravaganti, che però vengono seguiti quasi da 30 milioni di follower col risultato che se vestisse un pannolino andrebbe a ruba anche quello, per quanto improbabile sia la destinazione d'uso per un ultra cinquantenne, ovvero la platea media di chi segue la F.1 oggi.

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E' una F.1 malata. Enzo Ferrari diceva che si moriva di fame ma anche di indigestione. Il circus ha fame di soldi, e per intascare di più mette in calendario più gare, aumentando le spese dei team, diminuendo l'interesse del pubblico e mettendo in difficoltà chi per lavoro deve raccontarla, non avendo spunti, contatti, relazioni dirette (pensate solo agli addetti stampa che bloccano tutto, agli accessi limitati, alla federazione che riduce il numero degli addetti presenti e al fatto che la comunicazione arriva a senso unico dalla TV).

Stefano Domenicali aveva portato molto entusiasmo, ma da questi primi mesi si ha l'impressione che sia ingessato o bloccato da fattori esterni, per cui quello che ha in testa al momento non si vede, non si capisce e non si sa se riuscirà a farlo. Gli servirebbe una spalla fidata, qualcuno che conosce l'ambiente e sa come muoversi, ma sopratutto che faccia da filtro fra Domenicali e lo staff esterno e in giro di persone con questo curriculum ce ne sono poche. Uno lo conosciamo e potrebbe essere la persona giusta per dare un aiuto a Domenicali. Il problema è che è legato al passato e qualcuno potrebbe ostacolarlo.

Però o la F.1 si dà una mossa, razionalizzando tutto, o così rischia di implodere. Poi che spargano i dati di ascolto TV in aumento, quelli social e tutto quanto fa spettacolo, va bene per gli investitori in borsa negli USA, ma non cambia la realtà: meglio meno gare, meno complicazioni e un rapporto diretto con chi deve raccontare la F.1. A meno che non vogliano raccontarsela loro e allora si comprende benissimo che i rompiscatole meglio tenerli lontani. Vedremo se dall'uovo di Pasqua uscirà il nome sperato e se Domenicali riuscirà ad avere le mani libere come dovrebbe...

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