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Il 2022 per la Mercedes è stato un anno molto difficile e sicuramente inaspettato, soprattutto guardando gli otto anni precedenti.
In una lunga intervista al Newyorker, il team principal che ha avuto il maggior successo nella recente storia della Formula 1, Toto Wolff, racconta qual è stato il suo percorso per raggiungere la perfezione del team Mercedes.
Dal primo giorno in fabbrica, riferendosi anche a Ross Brown, notò che alla reception c’erano dei vecchi quotidiani e delle tazzine del caffè usate: “Andai da Ross e gli dissi che dalla reception che avevo visto non mi sembrava una squadra di Formula 1. Lui mi ha risposto che i giornali e le tazzine da caffè non rendessero la macchina più veloce. Io ho ribattuto affermando che sbagliava: queste cose per me dimostrano attenzione al dettaglio”.
Per Wolff, l’attenzione al dettaglio è sempre stato qualcosa che lo ha contraddistinto da tutti gli altri e seppur possano sembrare delle piccolezze, nell’ambito della Formula 1 la perfezione porta solo a buoni risultati e lo dimostrano, appunto, i successi che ha avuto il team nell’era ibrida.
Nell’intervista, il team principal racconta della lotta contro la depressione negli ultimi vent’anni e dell'attuale auto sviluppata per la stagione 2022, la W13, affermando che: “Al momento, la odio”.
Un’altro aneddoto che viene raccontato nell’intervista e che ci fa capire quanto l’ossessione della perfezione sia alta, riguarda i bagni del motorhome Mercedes. Infatti, Wolff era estremamente insoddisfatto del livello di igiene e assunse un responsabile per occuparsi della pulizia dei bagni durante i Gran Premi (Miguel Guerreiro), mostrandogli sul campo come voleva che fossero puliti per ogni fase del weekend: “Voglio che lo spazzolone venga cambiato ogni giorno, al più ogni due giorni”, vantandosi come la Mercedes sia la squadra ad aver avuto meno infezioni negli ultimi quattro anni.
“Io e Miguel ce la siamo cavata piuttosto bene. All’inizio tutti ridevano di noi. Il punto è che voglio stabilire degli standard in quello che faccio” ha commentato Wolff durante l'intervista, dimostrando che dietro ad ogni Gran Premio, c'è un enorme lavoro dietro le quinte.