Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Rossa come il fuoco e nera come la paura che incute agli avversari: vedendo la Ferrari F1-75 il giorno della sua presentazione, con le sue forme sinuose e aggressive e la livrea rossonera, non potevano che venire in mente le parole che Herbert Kilpin usò all’atto della creazione del Milan. La F1-75 non ha solo l’aspetto da diavolessa, però. Lo è davvero, in pista. Tagliente e precisa, con la sua impeccabile trazione, la monoposto della Rossa eccelle in particolare nelle curve lente e in accelerazione, ma è completa in tutto. Merito sia di una filosofia aerodinamica e meccanica azzeccata, che di un motore che non ha nulla da invidiare all’omologo di casa Honda a livello di performance, e che lo surclassa in termini di affidabilità.
Il destino ha voluto che la diabolica monoposto della Ferrari unisse le forze con un angelo. Charles Leclerc, il ragazzo che tutte le madri sognerebbero come genero, capace di rapire sia la loro attenzione che quella delle loro figlie, ha il volto di un principe delle favole, ma la determinazione d’acciaio, temprato com'è dal dolore di perdite pesanti, che l'hanno piegato, ma non spezzato. Di angelico, però, nel 2022 sembra avere anche la disposizione. In pista, appare tranquillo, capace di misurare alla perfezione i propri sforzi, senza eccedere in aggressività. È persino moderato nei festeggiamenti dopo le sue vittorie, come se sentisse di trovarsi in un ambiente naturale, nella condizione che gli appartiene. Non ha bisogno di strafare, Charles. Nella F1-75 ha trovato la sua metà perfetta.
Ciò che poteva rappresentare il suo limite più grande, quell’ardore agonistico che lo spingeva oltre il limite delle potenzialità della sua monoposto, inducendolo all'errore, è sparito nel momento in cui si è ritrovato per le mani una vettura che risponde perfettamente alle sue esigenze, scorrevole e docile pur nella sua indubbia potenza. E con la F1-75 si forma il ritratto di un pilota diverso, sicuramente più maturo, non più tormentato dall’impossibilità di cogliere quei risultati che per un talento come lui sono naturali.
Leclerc, però, rifugge l’idea di un Charles 2.0. Dice di essere sempre stato così. E a ben vedere, ha ragione. È una questione di percezione. Lui lo sapeva già, come sarebbero andate le cose. Noi no. Potevamo solo intuirlo. Per comprendere appieno la caratura di Leclerc, già intravista con lampi di talento puro anche negli anni più bui con la Ferrari, serviva una monoposto come la F1-75, capace di evidenziare la differenza tra un ottimo pilota – come il compagno di squadra di Leclerc, Carlos Sainz – e un fuoriclasse, come Charles.
E con la diavolessa F1-75, ad avere foga non è più Leclerc, ma Sainz. Carlos sta reagendo con l’impazienza che turbava Charles gli scorsi anni, perché sente sfuggirgli dalle mani un ruolo alla pari con Leclerc. Sainz si trova nel momento più difficile della sua esperienza con la Ferrari, alle prese con l’esplosione della supernova Leclerc e con una trattativa per il rinnovo del contratto che non lo vede nella posizione di forza ottenuta lo scorso anno da formichina. Perché Leclerc non è più una cicala.
Sainz dovrà prendere coscienza del fatto di non potersi esprimere allo stesso livello di Leclerc. Valtteri Bottas lo ha spiegato bene, parlando del confronto con Lewis Hamilton: prima o poi, nella carriera di un pilota, può capitare di trovare qualcuno semplicemente migliore di te. E l’unica soluzione, in questi casi, è accettarlo. Solo così Carlos si metterà nella condizione di togliersi delle soddisfazioni. Con la F1-75, anche lui può partecipare alla festa Rossa. Ma non nel ruolo che avrebbe sperato. Perché la diavolessa ha scelto l’angelo.