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E se l’affare tra Porsche e Red Bull F1 fosse saltato per via della questione budget cap? La Casa di Zuffenhausen in questi giorni ha dato via alla IPO che ha generato in tre giorni una raccolta di quasi 10 miliardi di euro… ed è chiaro che tutto quello che è successo prima, succede oggi e accadrà domani avrebbe potuto influenzare in modo negativo una operazione che ad oggi è la più grande iniziativa di questo genere dell’ultimo decennio
L’accordo, che sembrava già fatto e firmato con tanto di attività social già pianificate, potrebbe essere effettivamente saltato per via di resistenze interne da parte degli uomini Red Bull ma potrebbe verosimilmente aver risentito negativamente della accusa di frode a cui il team di Milton Keynes dovrà far fronte nei prossimi mesi: una sorta di Dieselgate, che Porsche ed il Gruppo di cui fa parte conoscono bene, che coinvolge non solo la stagione 2022 ma anche quella precedente e quella che verrà con risvolti di immagine da cui ovviamente i vertici di Porsche vogliono e devono tenersi alla larga per non compromettere in alcun modo il risultato della IPO. Quello che si sarebbe potuto perdere con una associazione del genere, del resto, sarebbe stato molto più oneroso rispetto al valore stesso dell’operazione.
A conferma di questa chiave di lettura vi sono le tempistiche con cui è stata annunciata la rinuncia di Porsche all’acquisto di Red Bull - e la sua immediatezza - che ha preceduto di pochi giorni le prime indiscrezioni riguardo al caso budget cap che sembrerebbe coinvolgere non solo Red Bull ma anche Aston Martin.
Supposizioni, certo, che potrebbero anche non avere mai un seguito di dichiarazione ufficiale a riguardo. Soprattutto se a Red Bull non dovesse accadere nulla o “apparentemente” nulla, come nel caso dell’accordo FIA Ferrari in cui il patto è stato secretato. Quel che è certo é che in Porsche deve essere successo qualcosa di molto importante per fermare un accordo così importante in stato così avanzato con quello che è il team che oggi garantisce la miglior posizione tecnica...e la questione "influenza" legata alla maxi operazione in borsa sembra più credibile rispetto ai malumori interni a Milton Keynes. Tutto questo senza considerare che ripartire quasi da zero, a poco più di tre anni dal debutto, non sarà facile nemmeno per un colosso come Porsche.
Per Red Bull invece si attende l’esito della sentenza: li si ragiona senza il peso di una colossale IPO alle spalle ma è chiaro che il business plan dei prossimi anni deve essere completamente ripensato, anche alla luce di quello che emergerà il 5 ottobre dai “tribunali” Fia. Porsche avrebbe fatto comodo ma anche evitare di finire in questa storia sarebbe stata una bella mossa...