F1. Kimi Raikkonen, ma non solo: ecco chi ha superato quota 300 GP in carriera

F1. Kimi Raikkonen, ma non solo: ecco chi ha superato quota 300 GP in carriera
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Kimi Raikkonen a Monaco raggiunge quota 300 GP in carriera: ecco chi sono gli altri piloti ad aver centrato questo traguardo
24 maggio 2019

In occasione del Gran Premio di Montecarlo di questo fine settimana, Kimi Raikkonen raggiungerà quota 300 GP in carriera: parliamo di weekend di gara a cui ha partecipato, ma non di GP disputati. Il finlandese, ora di casa all'Alfa Romeo Racing, non ha infatti preso il via di tre corse dal 2001 ad oggi. Raikkonen partì regolarmente nel GP del Belgio 2001, ma si ritirò per un problema alla trasmissione dopo pochi giri; un grave incidente occorso a Luciano Burti portò alla sospensione della corsa e all'annullamento delle tornate già percorse: per questo Raikkonen non figura tra i partenti di questa corsa.

Quattro anni dopo, nel 2005, Raikkonen non prese il via del GP degli Stati Uniti ad Indianapolis. A quella corsa, passata alla storia, parteciparono solo i team gommati Bridgestone. Diverse forature occorse a pneumatici Michelin prima della gara indussero il costruttore francese a chiedere l'installazione di una chicane temporanea, ma la FIA rifiutò la richiesta, ritenendola ingiusta nei confronti della Bridgestone. Le scuderie che utilizzavano gomme Michelin decisero dunque di non partecipare al GP: tra queste anche la McLaren, team in cui Raikkonen militava all'epoca. La terza gara di cui Raikkonen non prese il via è il GP della Malesia 2017: il finlandese fu fermato da un problema alla power unit sulla griglia di partenza. 

Kimi Raikkonen ad Indianapolis nel 2005: non corse per la querelle dei gommati Michelin
Kimi Raikkonen ad Indianapolis nel 2005: non corse per la querelle dei gommati Michelin
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Raikkonen a Montecarlo raggiunge un traguardo invidiabile, segno di una notevole longevità: il pilota finlandese, il cui debutto in Formula 1 risale al lontano 2001, saltò solo le stagioni 2010 e 2011 per competere nel WRC. Quali sono gli altri alfieri ad aver superato quota 300 GP in carriera? Il recordman assoluto in termini di gare è il brasiliano Rubens Barrichello: partecipò a ben 326 corse nella sua esperienza in Formula 1, che lo vide impegnato nel Circus dal 1993 al 2011 con la Jordan, la Stewart, la Ferrari, la Honda, la Brawn GP e la Williams. 

In questi 326 GP, Barrichello ha raccolto un bottino di undici vittorie, 14 pole position e 68 podi. Il primo successo di Barrichello in Formula 1 arrivò nel Gran Premio di Germania 2000 ad Hockeheim, passato alla storia per l'invasore di pista che irruppe sul tracciato durante la gara. La maggior parte delle vittorie ottenute da Barrichello in F1 furono colte proprio con la Ferrari, scuderia in cui militò dal 2000 al 2005: ci fu però spazio anche per due successi con la Cenerentola Brawn GP nel 2009, a Valencia e a Monza. 

Rubens Barrichello festeggia la prima vittoria in carriera: è il GP di Germania 2000
Rubens Barrichello festeggia la prima vittoria in carriera: è il GP di Germania 2000

Il secondo pilota del club dei 300 GP è Fernando Alonso: l'asturiano ha partecipato a 314 weekend di gara in Formula 1 in una carriera iniziata nel 2001 e terminata lo scorso anno, con una stagione di pausa nel 2002. Il bottino di Alonso nel Circus è ghiotto: lo spagnolo ha colto 32 vittorie, 22 pole position e 97 podi. Certo, il talentuosissimo Alonso ha raccolto meno di quanto abbia seminato: nonostante le sue indubbie capacità, ha ottenuto solo due titoli mondiali. Nessuno se lo sarebbe immaginato quando, dopo l'esordio in Minardi, Alonso passò alla Renault e ottenne due iridi consecutive, nel 2005 e nel 2006, diventando il più giovane di tutti i tempi a farlo (record, questo, poi battuto da Sebastian Vettel).

A condizionare il resto della carriera di Alonso in Formula 1 sono state le scelte poco felici dei team in cui ha militato. Dopo la gloria con la Renault, Alonso decise di passare in McLaren per il 2007, incontrando sul suo cammino un rookie ostico, un certo Lewis Hamilton. Con la bruciante rivalità con Hamilton, culminata con l'ostruzione da parte dell'asturiano nelle qualifiche del GP di Ungheria, il rapporto tra Alonso e la McLaren si deteriorò, e tra i due litiganti a godere fu il terzo, Kimi Raikkonen. Tornato alla Renault, Alonso si trovò per le mani vetture non competitive come quelle che gli erano valse il titolo.

Nel 2010, la grande occasione di rivalsa, il passaggio alla Ferrari. Il rapporto con la Rossa iniziò sotto i migliori auspici, con la vittoria nel primo GP disputato con la Rossa, in Bahrain. Arrivato all'ultima gara dell'anno con la possibilità di vincere il titolo, Alonso lo vide sfumare per un errore di valutazione del team. Nei successivi tre anni alla Ferrari, Alonso subì il dominio di Vettel e della Red Bull, senza riuscire a prevalere. Di qui la decisione di tornare in McLaren, perché, spiegò lui stesso, non aveva intenzione di arrivare nuovamente secondo. Parole, queste, che gli si ritorsero contro: il binomio McLaren-Honda si rivelò fallimentare, e la parte finale della sua carriera in F1 fu condita dai ritiri per via della power unit Honda, che, in un GP del Giappone, davanti ai papaveri della casa nipponica, Alonso definì con una locuzione passata alla storia, "GP2 engine". 

Alonso fuori di sé dalla gioia per il primo titolo mondiale in carriera: era il 2005
Alonso fuori di sé dalla gioia per il primo titolo mondiale in carriera: era il 2005

Un altro pilota ad aver superato quota 300 GP in carriera è Jenson Button: il britannico militò in Formula 1 dal 2000 al 2017, per un totale di 309 corse. Button esordì giovanissimo in Formula 1, a 20 anni, con la Williams; l'anno successivo il passaggio alla Benetton, che per la stagione 2002 diventò Renault. Nel 2003 l'inizio del sodalizio con la BAR, con cui ottenne il terzo posto nel mondiale nel 2004. Sebbene fosse approdato in Formula 1 presto, Button dovette attendere molto per cogliere la prima vittoria in carriera, arrivata nel GP d'Ungheria del 2006, quando la BAR si era già trasformata nella Honda. 

A fine 2008, la Honda decise di lasciare la Formula 1, e Button rischiò di rimanere senza un sedile per il 2009. A salvare la situazione pensò Ross Brawn, che rilevò la scuderia ormai ex Honda e la trasformò nella Cenerentola del Circus. Grazie al suo controverso doppio diffusore, la Brawn GP esercitò un dominio tale nelle prime gare dell'anno da consentire a Button di mantenere il vantaggio in classifica quando gli altri team avevano risalito la china e di laurearsi campione del mondo a fine stagione. Button per la stagione 2011 passò alla McLaren, scuderia in cui rimase fino al ritiro, nel 2017.

Jenson Button in pista in Turchia nel 2009: a fine anno vinse il mondiale con la Brawn GP
Jenson Button in pista in Turchia nel 2009: a fine anno vinse il mondiale con la Brawn GP

L'ultimo membro del club dei 300 GP è decisamente blasonato: si tratta di Michael Schumacher. Attivo in Formula 1 dal 1991 al 2006 e poi dal 2010 al 2012, Schumacher detiene sia il record di titoli mondiali vinti - sette - che del numero di successi nel Circus, ben 91. Il Kaiser debuttò in F1 nel GP del Belgio del 1991 con la Jordan. Nella corsa successiva il passaggio alla Benetton: dopo aver vinto la prima gara in carriera a Spa nel 1992, Schumacher ottenne i primi due titoli della sua carriera, nel 1994 e nel 1995. Nel 1996 il pilota di Kerpen passò alla Ferrari, dando vita ad un sodalizio straordinario.

Dopo il terzo posto nel mondiale nel 1996, Schumacher arrivò vicino al titolo l'anno successivo, ma le sue speranze sfumarono all'ultima gara stagionale, a Jerez, quando il tedesco speronò il rivale Jacques Villeneuve. Gesto controproducente, questo: il canadese proseguì la corsa, mentre Schumacher fu costretto al ritiro. Non solo: per la manovra antisportiva, la FIA lo squalificò dal mondiale. Nel 1998 e nel 1999, la bella rivalità con Mika Hakkinen si risolse in un nulla di fatto per Schumi, che saltò quasi l'intera seconda parte della stagione 1999 dopo essersi rotto la gamba a Silverstone. 

Schumacher si rifece con gli interessi nel 2000, regalando alla Ferrari il primo titolo mondiale piloti dopo 21 anni di digiuno. Fu solo l'inizio di una stagione d'oro per la Rossa: il tedesco inanellò cinque mondiali consecutivi dal 2000 al 2004, esercitando un dominio totalizzante. La concorrenza di Alonso sulla competitiva Renault nel 2005 e nel 2006 gli impedì di arricchire ulteriormente il bottino; a Monza 2006 l'annuncio del ritiro a fine stagione. Non era finita lì: nel 2010, a 41 anni, Schumacher tornò in F1 con la Mercedes. Per lui nessuna vittoria e un podio, ma un contributo significativo ad un team che avrebbe poi scritto un capitolo importante dell'epopea della F1, come lui aveva fatto con la Ferrari. Ma questa è un'altra storia. 

Michael Schumacher a Suzuka nel 2000: fu il primo titolo piloti della Ferrari dal 1979
Michael Schumacher a Suzuka nel 2000: fu il primo titolo piloti della Ferrari dal 1979
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