F1. Jean Todt: "Ferrari? Nessuno si è fatto più sentire. Leclerc può battere Hamilton. Schumacher? Lo visito regolarmente"

F1. Jean Todt: "Ferrari? Nessuno si è fatto più sentire. Leclerc può battere Hamilton. Schumacher? Lo visito regolarmente"
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Jean Todt, storico CEO e team principal della Ferrari, ha ricordato i suoi tempi a Maranello e il legame con Michael Schumacher
3 febbraio 2025

Jean Todt è stato uno dei tasselli vincenti dell’era più fortunata della Scuderia Ferrari. Ed ora si gode il tempo libero, quel poco a disposizione, sul lago di Ginevra, osservando da lontano il mondo del motorsport e il suo grande amore: la Rossa. “E’ il passato, anche se è il capitolo più importante della mia vita” ha ammesso in un’intervista a La Repubblica.

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Da quando ha chiuso la sua ultima parentesi nel mondo dei motori al fianco della FIA, Jean Todt si sta godendo il poco tempo libero che i suoi impegni come ruolo di inviato speciale dell’Onu per la sicurezza stradale gli lasciano a disposizione. “Cerco di combattere questa pandemia silenziosa che sono le vittime degli incidenti stradali. Il 90% degli incidenti accade nei Paesi a basso reddito. Io devo sensibilizzare e agire, con governi e privati. Nel tempo libero sto cercando di scrivere un’autobiografia, con foto e testimonianze. Spero di farla uscire tra il 2026 e il 2027, ma il tempo è poco. Quando riesco cerco anche di seguire il tennis. Jannick Sinner è il numero 1 ma non lo conosco, è principalmente Stefano Domenicali che né parla spesso. Io amo Djokovic, ma ancor prima di lui, Nadal”.

Jean Todt e Michael Schumacher: un legame che va oltre la F1

Tra i diversi impegni, Jean Todt cerca anche di ritagliarsi del tempo da dedicare ad uno dei suoi più grandi amici. Infatti, lui è uno dei pochissimi amici, oltre alla moglie Corinna e i figli, ad avere la possibilità di incontrare ed essere a conoscenza delle condizioni di Michael Schumacher. “La famiglia non vuole che si sappia come stia, ed io rispetto questa scelta. Lo vedo regolarmente e con affetto. Il nostro legame va oltre i trascorsi di lavoro. E’ parte della mia vita, anche oggi che è lontana dalla Formula 1. Il mio passato in Italia non è solo legato a Michael, anche se è stato un pezzo importante del puzzle, il più visibile. Aveva un talento particolare, ma anche una squadra particolare, il che è cruciale per l’automobilismo e per altri sport”.

"Penso che Mick - figlio minore di Schumacher ed attuale pilota di Alpine nel FIA WEC -  non sia stato trattato bene dalla Formula 1. Ha guidato una Haas non competitiva, anche se un paio di incidenti sono costati molto alla squadra. Però alla fine è stato davanti al suo compagno. Lo hanno scartato per motivi loro, senza dargli un’altra chance che secondo me meritava" ha proseguito Todt commentando l'addio del tedesco al Circus dopo l'addio al team americano e alla Mercedes, per cui ha ricoperto il ruolo di pilota di riserva fino allo scorso anno. 

Il ricordo della Ferrari e il rammarico per come sia finita

È grazie a Jean Todt che la Ferrari ha ritrovato lo splendore di un tempo, facendola rinascere dalle proprie ceneri negli anni ’90 e 2000, ricostruendo dalle macerie un dream team che è riuscito a dominare, soprattutto con l’arrivo del Kaiser. «Quando arrivai nel 1993 trovai un castello in rovina, non c’era niente. L’area design in Inghilterra, in sede una galleria del vento vecchia e inutilizzabile. Convocai tutti, non conoscevo nessuno dei trecento di allora, il mio italiano consisteva nel sostituire A oppure O alle parole francesi. Ma piano piano abbiamo costruito un gioiello, da solo non avrei fatto niente. I quattordici campionati vinti rimangono sui libri, è stato il periodo più proficuo della storia della Ferrari. Da quando sono andato via ho sentito solo alcuni membri della squadra. Ma una volta lasciata la FIA, non ho più avuto nessun contatto con loro. Devo ammettere che sono rimasto abbastanza perplesso visto quanto tempo ho dedicato a questa azienda incredibile e quanti risultati abbiamo ottenuto”.

Hamilton-Leclerc: il monegasco può mantenere il confronto con il #44?

E proprio adesso la Scuderia è al lavoro per cercare di rimettere in piedi un nuovo dream team che riporti la Ferrari a dominare come ai tempi di Todt. Per farlo si è affidata ad un altro sette volte campione del mondo, Lewis Hamilton. «La coppia Leclerc-Sainz è stata molto buona, nessuno può sostenere che abbiano perso per colpa dei piloti. Anche sulla coppia Leclerc-Hamilton non c’è molto da dire, è altrettanto buona. Ma non so se sarà migliore della precedente, così come non so giudicare se il 2025 sarà favorevole o meno. Solo il livello della macchina ce lo dirà». Poi Todt ha speso delle parole in più per il monegasco che come manager ha proprio il figlio del francese, Nicholas. “Reggere il confronto con un campione come Hamilton è difficile, ma ha un’opportunità secondo me. La stessa che ha avuto anche George Russell. Tutti vogliono superare il proprio compagno di squadra”.

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