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Il GP di Spagna per Luca De Meo è quasi la gara di casa. I trascorsi in Seat, il figlio che studia a Barcellona, l’ambiente amico fa di questo appuntamento una corsa da non perdere. Nei box lo vedi arrivare di buon mattino senza il classico codazzo che circonda “quelli che contano”, eppure lui è uno che conta davvero in quanto numero uno di Renault e presente in F.1 col marchio Alpine.
Giunti quasi al giro di boa di quel programma che era stato lanciato un paio di anni fa, ovvero “Mondiale in 100 GP”, il bilancio per Alpine è ancora lontano da quell’obiettivo, anche se a Monte Carlo il podio di Ocon ha risollevato gli spiriti e il morale, specialmente dopo che il numero uno della marca Alpine, Laurent Rossi, se ne era uscito con dichiarazioni di fuoco contro il management della squadra. Un controsenso, se si pensa, visto che a capo di quella squadra e, quindi, responsabile delle proprie scelte, sarebbe proprio quel Rossi che ha gettato benzina sul fuoco. Luca De Meo spiega meglio cosa sia accaduto e perché: “Intanto voglio precisare che Laurent è a capo della marca e come Alpine abbiamo un intenso programma che va dalle GT stradali, alla elettrificazione al prototipo per Le Mans, quindi la F.1 per Laurent rappresenta solo il 20 per cento del suo impegno personale. Ha delegato i responsabili dei vari settori, come Otmar Szafnauer in qualità di team principal, e gli altri cui ha affidato i vari compiti. Quindi, se uno delega e vede che non viene soddisfatto l’obiettivo richiesto, ha tutto il diritto di parlare”.
Che ci sia dietro la stessa mano di De Meo è evidente, insoddisfatto dei risultati ottenuti fino a quel momento?
“E’ evidente che Alpine non è in F.1 per partecipare, se accettiamo la competizione è per vincere. Abbiamo impostato un programma per arrivare al vertice e se vediamo che il programma non viene rispettato, dobbiamo agire”.
Non è che il problema è mentale? Nel senso che il management industriale ha delle logiche e dei tempi che la F.1 non ha, si tratta di rapidità di reazione, di comprensione di un certo mondo che è lontano da quello industriale…
"Non parlatemi di impegni industriali, perché la sfida dell’elettrificazione sembra lontana e invece è dietro l’angolo, per cui in quanto a tempistiche siamo in linea. Se devo trovare un difetto nella mentalità F.1, non mi riferisco solo alla mia squadra, è che è autoreferenziale, sotto certi aspetti permalosa, perché se dici una cosa o chiedi di farla in un certo modo, ti rispondono che si è sempre fatto così e quindi cosa vuoi? Ebbene, io ribadisco che se hai fatto sempre una cosa in un certo modo e i risultati sono sempre quelli, allora devi cambiare il modo di farla e porti in discussione. Se non cambi metodo ottieni sempre gli stessi risultati, cioè devi cambiare gli ingredienti per dare sapore al piatto. Oppure cambiare il cuoco…”.
Ci sono state voci di una possibile cessione di Alpine e di una uscita dalla F.1, visto anche gli interessi di alcuni team che vorrebbero entrare in F.1, cosa ci dice?
“Chi l’ha detto? Io non vendo mica Alpine, non siamo mica qui a perdere tempo con qualcosa che poi diamo via. Siamo qui per vincere la sfida, anche se sappiamo che è difficile. Ma se fosse facile lo farebbero tutti, no?”