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La Formula 1 è già pronta a tornare in pista per il dodicesimo appuntamento stagionale, nonché l’ultimo di questa tripletta estiva iniziata a Barcellona e continuata in Austria lo scorso fine settimana. Prima di concentrarsi sul Gran Premio di Gran Bretagna 2024, il paddock di Silverstone riflette ancora su quanto accaduto al Red Bull Ring, sull’incidente che ha visto protagonisti Lando Norris e Max Verstappen in una lotta corpo a corpo per la prima posizione. Le filosofie di pensiero sono diverse, c’è chi accusa l’olandese di essere stato troppo aggressivo e chi invece incolpa il pilota britannico per il suo stesso ritiro che è costato anche la vittoria all’alfiere della Red Bull. Chi meglio di un pilota più chiarire di chi è stata la vera dinamica? Dunque, abbiamo chiesto a Kevin Magnussen, Nico Hulkenberg ed Alexander Albon cosa ne pensassero in merito.
“Non so cosa pensare sull’incidente tra Lando Norris e Max Verstappen. Però credo che sia frustrante che vadano sempre avanti e indietro con le regole” ha ammesso Kevin Magnussen. “Forse devono solo rendere il tutto più libero. Alla fine, Max ha avuto una penalità ed immagino che sia corretto secondo il regolamento. Ma lui ha anche avuto una penalità naturale con la foratura. Quindi non ha pagato per guidare come ha fatto in quel momento. Penso solo che si sia una dinamica naturale delle corse. Se lasci correre i piloti liberamente, correranno duramente. Ma alla fine, tutti vogliono tagliare il traguardo prendendoti cura della tua monoposto. E questo impedisce ai piloti di fare cose folli. Credo che sia dunque meglio fidarsi l’uno dell’altro sulla base che tutti vogliono portare a termine la gara piuttosto che affidarsi alla direzione gara per attenersi alle regole”.
“Ne ho avuto esperienza a Monaco. La mia macchina era in un punto in cui, secondo le regole, non si dovrebbe perdere quello spazio. Ma io l’ho perso e non ha pagato per me” ha proseguito il pilota della Haas. “Non sto dicendo che non dovrebbero esserci regole, attenzione, ma se il tutto fosse stato più libero, non credo che tu debba fidarti dei piloti per rispettarle. Devi fidarti solo dei piloti, questo è secondo me il modo migliore. Lo vedo in IndyCar, dove ho corso, che funziona così. Negli Stati Uniti hanno questo approccio di lasciar correre i piloti e funziona. Se, invece, qualcuno si muove in frenata, devi intervenire. Penso che uno debba fare la tua mossa prima che l’altro la faccia. Se qualcuno segue la tua scia e ti muovi subito dopo è pericolo e non puoi farlo. E in frenata, una volta che hai premuto sul freno per cambiare direzione, è ancora più pericoloso”.
“La FIA ha deciso di essere molto restrittiva sui track limits. Ma dovrebbero essere più pragmatici e dire <<Okay, ci sono delle piste dove non li metteremo>> come l’Austria, ad esempio. Perché se tu vai fuori, finisci nella ghiaia. Hai tre possibilità di infrangerli ed una volta che l’hai fatto, ricevi penalità. Mi ricordo che in Canada, dove c’era molta pioggia, qualche volta non riuscivi a restare in pista ed andavi oltre, ma già così perdevi cinque secondi, ma li hanno fatti valere comunque come track limits. Non so come questo possa avere senso” ha chiosato il danese.
“Per essere onesti, per me, Max non stava facendo molto. Stava più o meno guidando correttamente” ha proseguito Nico Hulkenberg. “Dobbiamo lasciare lo spazio di una macchina e penso che ci fosse, poi c’era ancora lo spazio del cordolo a sinistra, non un muro. Quini no, per me ha fatto bene. Penso che i commissari siano stati coinvolti un po’ troppo lo scorso weekend. Ma sai, questa è un’opinione personale, un punto di vista personale, e come ho detto, per me è solo correre. Quello che ha fatto Lando è molto simile a quello che aveva fatto Fernando Alonso con me il giorno prima, nella Sprint. Io ho avuto una penalità, Norris no. In realtà, ancora devo capire perché me l’abbiano data, ad essere onesto”.
“Sono andato dagli steward ed ho chiesto gentilmente il perché ed ho espresso il mio disappunto al riguardo. Ma in curva 3 succedono sempre cose del genere, è una curva che presta molto a scenari del genere. Soprattutto in una gara dove le gomme di degradano ed è tutto al limite, devi prendere prenderti un po’ di rischio per superare. Lasci la tua comfort zone, non riesci a fare tutto alla perfezione, ecco anche perché ci sono stati così tanti bloccaggi. Quindi, potremmo discutere perché non siano intervenuti anche alla domenica per uno scenario molto simile rispetto a quello che avevamo visto il giorno prima e per cui hanno preso provvedimenti. Ne ho parlato con Fernando al riguardo e lui mi ha detto che era rimasto sorpreso per la penalità che mi hanno dato perché non era necessaria. Quando stai lottando con un pilota come Max che è abbastanza aggressivo, è normale che corri diversamente. Bisogna essere consapevoli di questo e di metterlo in conto per la strategia ed altre cose. Come ho detto prima, credo che la direzione gara sia stata troppo coinvolta e che in alcune occasioni abbiano anche esagerato un po’” ha concluso il pilota della Haas.
“Il contatto tra Max e Lando è frutto di un tipo di gara molto aggressiva. Ma penso che non sia stato esagerato” ha aggiunto Alexander Albon. “Secondo me era più questionabile la prima mossa di Max, quando si è mosso in frenata. Anche se non credo si sia realmente mosso perché altrimenti ci sarebbe già stato un contatto. Penso che fosse più una specie di direzione verso una linea retta, andando più verso sinistra. Ma si, sicuramente credo che fosse semplicemente una gara combattuta, dura perché entrambi combattevano per la vittoria. Proprio per questo motivo, la situazione era molto emotiva, erano presi dal momento. Non credo che questo incidente avrà un impatto sulla loro amicizia, soprattutto perché McLaren stava lottando ancora di più per quella vittoria. È normale che due piloti che lottano tra di loro per la stessa posizione, chi è secondo e chi è primo, vanno ad avere più possibilità di finire ruota a ruota”.
“Non sono sorpreso che anche Lando sia stato così aggressivo. Penso che ogni pilota dovrebbe esserlo. Non credo che esista un singolo pilota, che sia Max oppure Lando, che non vada leggermente oltre il limite se ha la possibilità di vincere una gara. Penso che la direzione gara non abbia dato la prima penalità per essersi mosso in frenata perché non credeva che sarebbe poi finito il tutto con un incidente. Hanno provato a dire che la vera penalità sarebbe stato l’impatto in sé, secondo me. Ci sono molte cose che possono dipendere dalle circostanze indipendentemente da quello che dice il regolamento. Quando ho riguardato la gara, ho visto che quello fosse un semplice incidente di gara. Lando è andato all’esterno e Max ha pensato che fosse abbastanza per farlo passare, almeno su carta. Ma quando Lando ha attaccato all’esterno in maniera così aggressiva, non ha potuto evitare il contatto. Sei come bloccato e solo se giri in un determinato modo eviti un bloccaggio”.
“Non penso che sia stata una penalità rigida nei confronti di Max. Ma se fosse successo a me sarei stato arrabbiato e sconvolto, deluso da questa decisione della FIA. Penso, invece, che la penalità data a Lando per i track limits, quando aveva già una bandiera bianco nera e Max l’ha spinto fuori, sia un caso abbastanza particolare. Ad esempio, io ho avuto una penalità per track limits quando sono andato fuori in curva 4 a Barcellona. Ho ovviamente già perso di mio nove secondi. Quindi il buon senso dovrebbe dire di non dare penalità se l’ho già avuta naturalmente di mio, no? Ma allo stesso tempo campisco perché la FIA agisce in questo modo. Vogliono essere super chiari al riguardo, ma non penso che questo sia gareggiare. Tutti noi dobbiamo poterci spingere al limite. Almeno rispetto allo scorso anno, le cose stanno cambiando” ha terminato l’alfiere della Williams.