F1. In una Monza insidiosa la Ferrari cerca il riscatto, mentre la Red Bull torna sui suoi passi

F1. In una Monza insidiosa la Ferrari cerca il riscatto, mentre la Red Bull torna sui suoi passi
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Monza sembra sempre la stessa, ma il teatro del Gran Premio d'Italia di Formula 1 nasconde delle insidie che hanno messo in difficoltà i piloti, a cominciare da Kimi Antonelli. E se in casa Ferrari si registrano segnali incoraggianti, in Red Bull si nota un passo indietro, pur a fronte di prestazioni interessanti
30 agosto 2024

Quando si arriva a Monza per il Gran Premio d’Italia di Formula 1 non si può che respirare aria di casa. Il tempio della velocità brianzolo, con la sua storia centenaria, rappresenta un saldo baluardo di un Circus d’altri tempi, privo di patinate sofisticazioni e rassicurante nella sua coerenza nel tempo. Ma le impressioni spesso ingannano. A cambiare il volto della pista pensano due dettagli, la riasfaltatura del circuito e le modifiche ai cordoli, che stando al parere di diversi piloti contribuiscono a snaturare il carattere del tracciato.

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È difficile dare un giudizio su quanto Monza sia cambiata davvero, distorta come può essere la percezione nel contesto di un weekend di gara in cui vedremo un’evoluzione marcata della pista, green e polverosa per via dei lavori all’inizio dell’attività in pista. Quello che è certo è che nel venerdì di Monza sono arrivati diversi errori alla Parabolica, una curva che si è rivelata decisamente ostica da affrontare anche per piloti di esperienza comprovata, figuriamoci per uno dei protagonisti più attesi, Kimi Antonelli.

Sul punto di essere annunciato come pilota della Mercedes a partire dalla stagione 2025 di F1, Antonelli è finito a muro proprio alla Parabolica al debutto nelle FP1 con la W15 “ereditata” da George Russell. Dopo un giro con le soft in cui si è vista tutta la sua abilità nell’alzare l’asticella cercando di estrarre il massimo dal pacchetto – tutt’altro che scontata date le circostanze – Antonelli ha optato per un approccio ancora più aggressivo nell’ingresso in curva, ma ha perso il posteriore e ha finito la sua corsa contro le barriere.

A trarre in inganno Kimi, che avrebbe dovuto presentarsi davanti alla stampa nel tardo pomeriggio e che invece dopo un botto quantificato in una cinquantina abbondante di G è stato sollevato dall’obbligo nei confronti dei giornalisti, può essere stato anche l’asfalto liscio e scivoloso, che ha messo in difficoltà anche piloti come Charles Leclerc e Max Verstappen. E legato sia alle caratteristiche del nuovo manto della pista di Monza che al basso carico è un fenomeno che Pirelli non si attendeva di vedere.

Il graining ha colpito indistintamente le gomme dei vari team, come si poteva apprezzare osservando gli pneumatici nel paddock dopo le prove libere. È una sfida inaspettata in una circostanza in cui i valori in campo sembrano ancora tutti in divenire. Da un lato abbiamo un Lewis Hamilton capace di far registrare un tempo degno di nota nella simulazione di qualifica, ma con un long run difficile da decifrare, con un ritmo altalenante. Dall’altro c’è un Max Verstappen il cui quattordicesimo posto in classifica non racconta un passo gara interessante, con una RB20 che ritorna al fondo usato a inizio anno. Un dietrofront, questo, che fa pensare che in Red Bull si cominci ad essere a corto di alternative. 

E poi c’è una Ferrari che non vuole parlare di un exploit nel weekend di gara di casa, in cui sono stati apportati alla SF-24 degli aggiornamenti per curare l’annoso problema del bouncing. Per capire se siano veramente efficaci o meno bisognerà attendere appuntamenti più indicativi, ma l’obiettivo della Rossa - corroborato dai segnali incoraggianti visti oggi - è sicuramente mostrare una performance migliore in qualifica, per poter ambire a un risultato di pregio in casa. 

Ma tra i team di testa c’è anche la solita McLaren, con una MCL38 che anche sulla pista di Monza sembra confermare il suo status di monoposto più costante del lotto. Anche se i fasti di Zandvoort non necessariamente saranno replicabili a Monza, mantenere un rendimento stabile può essere la chiave per il mondiale costruttori in un campionato in cui a fare la differenza può essere anche un decimo. E nella F1 dei dettagli, anche una Monza che sembra sempre la stessa, ma in fondo non lo è può regalare il brivido di un’incertezza che ormai è il marchio di fabbrica di un 2024 ricco di sorprese.

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