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Il programma era vedere il GP di F1 dell’Emilia Romagna 2023. Invece, una grande emergenza ha portato alla cancellazione dell’evento per impegnare le forze nell’aiutare chi ha perso tutto. Abbiamo intervistato in esclusiva l’assessore all'Autodromo ed ai grandi eventi di Imola Elena Penazzi. Ci ha raccontato senza mezzi termini quello che è successo e sta ancora succedendo in Emilia Romagna ma anche della grande voglia di ripartire di una gente resiliente e ottimista e lo ha fatto con il suo sorriso, un raggio di sole che dissiperà la pioggia.
Abbiamo iniziato la nostra intervista chiedendole come è nata la sua passione per il motorsport. Immaginavamo fosse legata alla sua terra, l’Emilia Romagna, un punto fermo per i motori.
“In realtà, la mia passione per il motorsport la devo tutta a mio padre, a cui sono sempre stata molto legata, - ci ha raccontato. - Mi portava all’autodromo sin da quando ero piccolissima ed abbiamo sempre coltivato insieme questa passione. In un periodo non facile della mia vita mi ha iscritta a mia insaputa alla Porsche Lady Cup, così ho potuto anche guidare come pilota in diverse occasioni. Anche ora che non c’è più, porto avanti per entrambi quella passione che abbiamo condiviso.”
La decisione di annullare il Gran Premio che avrebbe dovuto esserci domenica 21 maggio è stata sicuramente durissima ma coraggiosa, così le abbiamo chiesto se lei la condividesse e quali sono stati i fattori che hanno influenzato maggiormente nel prenderla.
“Certo, è stata l’unica decisione che fosse giusto prendere, - ci dice con energia, - a maggior ragione vedendo la situazione a posteriori, dopo una settimana dalla tragedia che ci ha cambiato il mondo. Il nostro primo pensiero è sempre stato sostenere le persone che hanno perso tutto.”
L’assessore ci racconta quale fosse la situazione reale dell’autodromo.
“Sarebbe stato impensabile correre un Gran Premio con intorno una situazione del genere, anche se si sarebbe potuto fare per le condizioni della pista, delle strutture, del paddock. È stato fatto un lavoro enorme da parte anche della F1 per l’emergenza, era solo il Paddock 2 ad essere allagato mercoledì mattina, quello principale era in sicurezza. Sono circolate delle foto in cui si vedeva il paddock immerso nell’acqua ma erano state scattate nel 2014”.
“In definitiva, - ha continuato - si sarebbe potuto correre ma volere e potere non sempre coincidono: e abbiamo preferito, insieme alla F1, che ci ha sostenuto immediatamente, perdere il Gran Premio di quest’anno e concentrarci sulla gente. Ringraziamo Stefano Domenicali in primis, perché la F1 stessa ha fatto un passo indietro che non aveva mai fatto. Ci abbiamo perso tutti: la F1, sponsor, il turismo ma non ci ha perso la nostra integrità e umanità”.
Il mondo del motorsport, dalla F1 alla Ferrari, senza dimenticare il pilota AlphaTauri Tsunoda, che si è rimboccato le mani per aiutare la sua Faenza ma non solo, ha aiutato quella che considera la sua terra e la sua gente. Si sono sentiti sostenuti o si poteva fare qualcosa in più e/o diversamente?
“Ci siamo sentiti sostenuti al 100%, hanno fatto il massimo per aiutarci e per farci sentire la loro vicinanza ed il loro affetto. La F1 ha preso la decisione con noi, senza se e senza ma. Non a caso, è stata velocissima a fare una donazione di 1 milione di euro per la ricostruzione, così come Ferrari. È stato commovente vedere Tsunoda rimanere a Faenza, la città in cui vive, per aiutare a spalare il fango. Tutti, dai marshall agli appassionati, hanno dato una mano, a tal punto che faticavamo, io compresa, a trovare gli stivali al supermercato. La cosa fondamentale è che tutti eravamo insieme a prendere le decisioni, ci ha dato e ci darà la forza. Ci vorranno anni per ricostruire”.
Lontano dai telegiornali, dai media e dalle informazioni, volevamo sapere qual è la situazione vera attuale dell’Emilia Romagna.
“I giornali possono raccontare ma è terribile vedere persone disperate perché hanno perso tutto, casa, lavoro, i ricordi di una vita sono in mezzo a fango ed acqua. Ci sono intere vie distrutte, come se ci fosse stata una guerra. Interi paesi sono devastati, ancora oggi ci sono case e vallate a rischio frana, per non parlare dei danni all’agricoltura. In alcune zone non c’è elettricità. Ieri da Forlì ci hanno chiesto aiuto perché mancava l’acqua da bere!”
Le sue giornate saranno interminabili. Cosa le dà la motivazione per andare avanti?
"Come le mie, lo sono quelle di tutti. Bisogna cercare di guardare avanti, e questo ti permette di essere nella condizione mentale di programmare percorsi per tornare a vivere bene. La nostra priorità come Comune è riportare alla normalità paesi e paesini, anche di altre province. Non è una situazione facile, l’Emilia Romagna però ci è già passata: ce la faremo!”
Quando abbiamo intervistato Elena Penazzi, ci ha accolti con un sorriso pieno di ottimismo e forza di volontà. L’Emilia Romagna sta dimostrando il suo gran carattere e la sua energia, reagendo a questo incubo con resilienza e la voglia di andare avanti.
“È difficile da immaginare e da descrivere: sembra che sia passato una tsunami su area vasta, - ha affermato. – Sarà difficile calcolare i danni ma non dobbiamo perderci d’animo, abbiamo già voglia di ripartire. La mia regione questa grande forza l’aveva già dimostrata nel terremoto. Ora dobbiamo tirarci fuori dal fango, letteralmente. Il 3 giugno 2023 era prevista “Autodromo Senza Barriere”, una giornata di solidarietà per i ragazzi con disabilità fisiche e mentali. Si è deciso di farla, perché i ragazzi possano fare un giro in belle auto che arriveranno per l’occasione in modo totalmente gratuito. Poi c’è il concerto “Romagna Mia”, previsto il 5 agosto per raccogliere fondi per gli alluvionati e a cui parteciperanno tanti artisti e campioni dello sport. Certamente è utile raccogliere fondi ma c’è di più di questo: è un’occasione per stare tutti insieme”.
Quindi anche in queste situazioni c’è un lato positivo?
“Sai qual è la cosa che mi ha colpito di più di tutto questo? Sono i giovanissimi. Si dice sempre che le nuove generazioni sono egoiste ma non è assolutamente vero. Io ho due figli di quindici anni ed ho potuto vedere l’impegno di tantissimi ragazzini anche con gli occhi di una mamma. I ragazzi si sono uniti con grande impeto, si sono messi d’accordo usando i social per creare gruppi ed andare in tutti i vari paesi e paesini ad aiutare a spalare fango o portare quello di cui c’è bisogno”.
L’Emilia Romagna è il cuore dell’Italia, non solo per la sua posizione geografica e vogliamo aiutarvi. Di cosa c’è maggiormente bisogno e come possiamo farlo?
“C’è bisogno di tutto in tutta l’Emilia Romagna, ogni piccolo aiuto è fondamentale. Consiglio di avvalersi degli enti ufficiali, si può vedere il sito dell’Emilia Romagna o per Imola c’è il link in bio con tutti i modi per aiutare: chi vuole essere volontario, chi vuole dare i fondi, ci sono tutte le modalità per essere d’aiuto”.