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Non c’è un momento uguale all’altro a Zandvoort. Si passa dal sole pieno alla pioggia battente nell’arco di pochi minuti, e altrettanto velocemente sono cambiate le sorti di chi era alla ricerca del giro più veloce nelle qualifiche del Gran Premio d’Olanda 2024 di Formula 1. Merito del grande protagonista del fine settimana, un vento capace di trasformarsi da un soffio a uno schiaffo potentissimo, con conseguenze devastanti per le monoposto.
Nel contesto già di per sé sfidante di una pista protagonista di un’aggressiva evoluzione nel corso della sessione, i piloti si sono dovuti confrontare con raffiche che cambiavano radicalmente il comportamento della macchina, costringendoli a mettere una pezza in maniera inaspettata. Fernando Alonso ha spiegato di aver percorso a un certo punto curva 10, il tratto più complesso in qualifica insieme al cambio di direzione precedente, a 60 km/h, “come se fossi alla Rascasse a Monaco”.
“Era una vera e propria lotteria”, ha sottolineato il due volte campione del mondo. E nel casinò di Zandvoort la Q2 ha mietuto due vittime eccellenti, Lewis Hamilton e Carlos Sainz. Il primo ha optato per un cambio di set-up in vista della qualifica all’insegna di un maggior carico rispetto al compagno di squadra George Russell, ma la scelta non ha pagato. Sulle sorti del secondo, invece, è dipeso il problema al cambio che gli ha fatto saltare larga parte delle FP2, impedendogli di provare le soft e di girare con costanza sull’asciutto. Un bilanciamento non ideale e il traffico a fine Q2 hanno fatto il resto.
Ma in casa Ferrari c’è poco da sorridere, visto che Charles Leclerc, sesto al via domani, ha accusato un distacco di nove decimi dal poleman Lando Norris. Un’infinità su una pista corta come quella di Zandvoort. E se lo scorso anno il GP d’Olanda era stato sacrificato per capire come porre rimedio ai problemi della SF-23, in questo caso non c’è modo di mettere una pezza in fretta. Tocca portare pazienza in attesa degli aggiornamenti, cercando di digerire l’amaro boccone di un divario distorto dalla mancanza di feeling con la pista.
La Ferrari SF-24 soffre meno il bouncing, ma la verità, come ha voluto sottolineare Leclerc dopo le qualifiche, è che allo stato attuale delle cose la Rossa non può ottimizzare la vettura come desidererebbe, costretta com’è a compromessi. Nonostante un evidente miglioramento in termini di sensibilità al vento rispetto alla vettura dello scorso anno, è difficile pensare che la scuderia di Maranello domani possa ottenere un risultato migliore del piazzamento di Leclerc in qualifica.
Si registra invece del moderato ottimismo da parte di George Russell, protagonista di una qualifica che rappresenta al meglio le condizioni mutevoli cui sono andati incontro ai piloti. Dopo le difficoltà a inizio Q1, in Q3 era convinto di poter lottare per la pole, ma si è dovuto accontentare di un quarto posto da cui potrebbe approfittare di errori al vertice. “A inizio giro hai bisogno di gomme fredde – ha riflettuto Russell sulla sua qualifica - ma rischi di perdere troppo se esci dalla finestra. È come sporgersi verso il baratro”.
Ma a ben vedere, il precipizio si avvicina ancora di più se si ha a che fare con una vettura nervosa, che non restituisce il feeling giusto al pilota. È questo il caso di Max Verstappen, che sin dall’inizio del weekend di gara si è lamentato del comportamento della sua Red Bull RB20, che resta una vettura difficile da mettere a punto, come ha ammesso lo stesso Max. Non è la situazione ideale per esprimersi al massimo, a maggior ragione con il vento a spazzare via ogni certezza sugli spunti delle vetture. L’aveva detto giovedì Verstappen che non sempre si è nelle condizioni di vincere. E affinché succeda domani, devono arrivare errori da parte della scuderia che oggi è la regina della F1.
Tra le raffiche di Zandvoort, una monoposto si distingueva evidentemente dalle altre per la pulizia del comportamento, come se si mantenesse sui binari nonostante le circostanze. È la McLaren MCL38, la vettura che ancora una volta dimostra una costanza di rendimento invidiabile. A steccare oggi è stato Oscar Piastri, che ha giustamente sottolineato come il suo terzo posto sia un risultato inferiore al potenziale della macchina, il che la dice lunga sulla crescita della scuderia di Woking.
In ogni caso, la stessa McLaren ha dimostrato come la macchina migliore non basti per vincere. E Lando Norris, implacabile sul giro secco oggi, in gara dovrà provare di essersi messo alle spalle le sbavature in partenza che gli sono costate care prima della pausa estiva. Dice che non sono degne di un potenziale campione del mondo, ed è vero. Ma solo la piena fiducia nelle proprie abilità gli consentirà di spazzare via le sue insicurezze come farebbe il vento che ha schiaffeggiato le monoposto in pista oggi.