F1. Il rinnovo del GP di Monza è seriamente a rischio con i tagli del Governo Meloni: ecco cosa sta accadendo

F1. Il rinnovo del GP di Monza è seriamente a rischio con i tagli del Governo Meloni: ecco cosa sta accadendo
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Il Gran Premio d'Italia a Monza è in attesa di rinnovare con Liberty Media per ospitare nuovamente la Formula 1 dal 2026, anno di scadenza del contratto. Ma i recenti tagli voluti dal Governo Meloni e vari cavilli burocratici mettono a rischio le pratiche
1 novembre 2024

Verrebbe da dire: beati a Houston che di problemi ne avevano solo uno! Scherzi a parte, quando si tratta di Monza e del GP d’Italia l’unica cosa che non mancano sono i problemi, non ultimi quelli legati alla decisione del governo di ridurre stipendi e spese delle società partecipate e aziende legate in qualche modo allo stato. Infatti il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, ha chiesto ad ACI la restituzione della bella cifra di 50 milioni di euro.

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Il nodo della questione è piuttosto complicato, fra leggi, deroghe e simili per cui la nostra ricostruzione rischia di essere incompleta. ACI è un ente pubblico non economico e la rielezione del presidente è legata a norme e vincoli precisi. Secondo questi parametri Angelo Sticchi Damiani non avrebbe potuto essere rieletto, ma essendo ACI anche una federazione sportiva, non ci sono problemi per la nomina. Infatti, per essere certi della rielezione di Angelo Sticchi Damiani si dovrà attendere il prossimo mese di febbraio, con la firma del presidente della Repubblica Mattarella sul decreto di nomina del governo. Il pasticcio burocratico non riguarda solo ACI, ma anche altre federazioni, a partire dallo stesso Coni con l’attuale presidente Malagò che vorrebbe essere rieletto ma non potrebbe e che su una deroga avvenuta col presidente della federazione tennis, si sta cercando una soluzione che possa fare chiarezza in tutti gli ambiti. Un guazzabuglio tipicamente italiano.

Cosa c’entra Monza e il GP vi starete chiedendo. Ed eccoci all’altra parte del problema. Martedì 29 ottobre si è tenuta una riunione in cui al tavolo tecnico erano presenti tutti gli organismi legati all’autodromo, al parco di Monza e i vari enti che si dividono le varie competenze. E’ emerso che dei 21 milioni di euro preventivati per i lavori, si è saliti a 36, con un aumento del 75 per cento. Ora mancano ancora dei lavori da completare in tempi brevi, scadenza entro aprile secondo alcune fonti, ma non c’è ancora il via libera dei vari enti e l’approvazione definitiva dei progetti. Fatta salva la dotazione di 77 milioni complessivi ricevuti da governo, regione Lombardia e altri enti, per i lavori e i diritti F.1 per il GP, veder salire i costi in questa maniera, con i lavori da completare e facenti parte del contratto con Liberty Media e poi ricevere dal governo la richiesta di restituzione di 50 milioni di euro, a seconda di come viene definito il ruolo di ACI e di federazione sportiva, mette gli organizzatori nella scomoda situazione di dover fare i salti mortali per rispettare gli impegni.

Completare i lavori (specialmente tribune e servizi), pagare i diritti F.1 per i prossimi anni e, già che ci siamo, garantirsi pure un minimo di guadagno altrimenti diventa una perdita continua con la richiesta di restituzione di 50 milioni del governo, mette ACI e gli organizzatori in una posizione difficile. Insomma, una brutta storia, in cui spiccano due anime governative: quella del ministro delle infrastrutture Salvini, che lo scorso gennaio diede il via ai lavori e che appoggia in pieno il GP a Monza, e quelli del ministro dell’economia Giorgetti che chiede indietro i soldi nell’ambito del piano di risparmi delle spese statali. Entrambi della Lega, partito che governa la regione Lombardia, col presidente SIAS Giuseppe Redaelli, anche presidente di AC Varese (dove Giorgetti era revisore dei conti…) e legato al presidente Fontana, fra l’incudine e il martello del fuoco amico dello stesso partito, che già lo scorso giugno dovette difendere a muso duro l’operato dell’autodromo a fronte dei duri attacchi di alcuni esponenti della stessa Lega.

Un pasticcio all’italiana in cui i vari enti, leggi emanate e situazioni non chiare e definite (vedi i ruoli dei presidenti delle federazioni e le norme nazionali riviste dal governo) rischiano di far perdere il GP a Monza: “Ho dato un ultimatum agli organizzatori – ha detto Stefano Domenicali in un incontro avvenuto a Singapore – se i lavori non vengono completati come previsto dagli accordi, mio malgrado sarò costretto a seguire la volontà degli azionisti di Liberty Media e a dare uno stop a una gara che personalmente amo e che ho nel cuore”. Come dire, organizzatore avvisato etc etc. Intanto, sempre da Monza, si apprende dell’esonero del capo ufficio stampa, Matteo Losa, rimosso dall’incarico e a disposizione di ACI Sport per altre mansioni non ancora stabilite. Un quadro generale quindi fatto di ombre in cui le responsabilità non sono chiare per colpa di norme e leggi confuse e a volte contraddittorie in cui a rischio è il GP a Monza con gli organizzatori di Imola che nicchiano: loro tutti questi problemi non li hanno, ne hanno altri ovviamente, ma hanno una filiera politica, industriale e gestionale molto più semplice, seppure Imola per essere al passo coi tempi debba fare enormi investimenti e sia stretta da una posizione del territorio difficile, fra parco, fiume e città in espansione.

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