F1, il polso inflessibile di Wittich: direzione gara contestata

F1, il polso inflessibile di Wittich: direzione gara contestata
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La direzione gara di Wittich dimostra un pugno di ferro che crea malumori nei piloti e negli addetti ai lavori. Ma per quanto potrà durare?
30 marzo 2023

I musi lunghi dei piloti dopo le verifiche facevano capire che qualcosa non gira come dovrebbe nel dorato mondo della F.1. L’ultima precisazione su una direttiva FIA in merito ai festeggiamenti dei team dopo una vittoria hanno lasciato il segno e il malumore rischia di trasformarsi in una rivolta contro la direzione gara.

Non è un segreto che fra Niels Wittich e i piloti è in corso una battaglia sotterranea, fatta di precisazioni, documenti, verifiche e richieste varie. Il muso duro della direzione gara poco si sposa con l’empatia che un ruolo simile dovrebbe avere. Infatti, fra le stesse file dei delegati e commissari comincia a serpeggiare del malumore: “Wittich è molto tedesco nel suo approccio – ci dice una fonte che lasciamo anonima – e pertanto non coglie le sfumature del ruolo. Non ha nessuna empatia coi piloti e con la loro mentalità, per cui questo atteggiamento invece che risolvere problemi, rischia ai acuirli”. Un esempio? I piercing di Hamilton, più volte richiamato dopo le verifiche e tutte le volte, ormai da fine stagione 2022, sempre assolto per la stessa motivazione medica, ovvero che la rimozione può essere più pericolosa in quanto lascerebbe una ferita aperta in un week end di gara. La norma dice che non si possono avere indumenti del genere, anelli, orologi, catenine. Vero, ma ognuno dei piloti ha delle manie e dei portafortuna personali. Chi una catenina, qualcuno pure l’immagine di una Madonna nascosta nel casco come una medaglietta (non vi diciamo chi ma potete arrivarci da soli…).

E allora, perché ad ogni gara far arrivare il solito rapporto con minaccia al pilota invece che prenderne atto e sorvolare? Perché si vuole dimostrare chi comanda e chi dirige le operazioni e non ammette discussioni.

Una prova di forza che poi, in Arabia Saudita, si scontra con l’ingresso in pista della safety car senza motivo, perché Stroll aveva giustamente parcheggiato in zona sicura, dietro al rail come previsto, eppure la safety è entrata e la giustificazione è stata che le immagini TV non avevano chiarito a sufficienza la situazione. Ora, va bene la TV ma di solito il direttore di gara si confronta coi commissari in loco, le radio le hanno inventate apposta. Quindi o Wittich non si fida nemmeno dei commissari di pista o ha voluto dimostrare che la sicurezza fosse prioritaria. E infatti, da questo punto di vista più che quella dei piloti, la sicurezza era del direttore di gara che dopo il drammatico incidente di Jules Bianchi in Giappone, è considerato responsabile di quanto accade in pista. E quindi, va bene i piloti, ma dal punto di vista burocratico viene prima la sicurezza di chi dirige la baracca. Ed è anche comprensibile. Non lo è l’accanimento terapeutico contro Alonso. Nel briefing a Melbourne i piloti hanno chiesto chiarimenti visto che lo spagnolo non era l’unico in posizione “sbagliata” (la norma prevede che la ruota anteriore destra sia al livello della linea gialla posta nella griglia di partenza, dove sono annegati i sensori).

La sua posizione di partenza non era perfetta nella griglia (e non era l’unico ma il più evidente), e in Bahrain era accaduto a Ocon e pure il francese si era beccato tre penalizzazioni: la prima per la posizione, la seconda per non aver scontato a dovere i 5 secondi imposti e la terza come conseguenza della seconda. Una barzelletta secondo Ocon, una figuraccia internazionale in Arabia Saudita visto che per decidere ci sono voluti 35 giri di gara.

E adesso, in Australia, il divieto di festeggiare alle squadre. Se pensiamo che Montezemolo finì a pugni a Montecarlo per celebrare la vittoria della Ferrari, perché un gendarme gli impediva, o cercava di impedire, l’ingresso in pista o le volte che Colin Chapman lanciava in aria il suo cappellino ad ogni vittoria Lotus, si può ben dire che tutto quello che rende la F.1 umana e piacevole, viene affossata da norme sempre più restrittive. E in tutto questo il polso del direttore di gara Wittich è l’ultimo esempio. Perfetto e integerrimo nell’applicare pedissequamente le norme, ma abbastanza stucchevole da creare malumore e risentimenti fra i piloti e, adesso, anche nei meccanici.

“Prima o poi qualcuno reagirà e non sarà bello per nessuno” la lapidaria considerazione di un altro addetto ai lavori. Insomma, i musi lunghi nel paddock adesso hanno un altro obiettivo di malumore…

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