F1, il giochetto di Tsunoda con il DRS è la dimostrazione della sua forza

F1, il giochetto di Tsunoda con il DRS è la dimostrazione della sua forza
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Dietro il tempo di Yuki Tsunoda nei test pre-stagionali della Formula 1 in Bahrain c'è un trucchetto. Che dimostra quanto il primo nato nel nuovo millennio sullo schieramento sia arrivato in F1 per restarci
15 marzo 2021

Yuki Tsunoda è arrivato in Formula 1 per restarci. E con cognizione di causa. Più che l’ottimo secondo tempo colto nella terza e ultima giornata di test pre-stagionali in Bahrain, colpisce il modo in cui Yuki lo ha ottenuto. Perché c’è un trucco. Gli occhi da rapace degli appassionati su Reddit non si sono fatti sfuggire un dettaglio non di poco conto: ha attivato il DRS ben prima della zona in cui è normalmente concesso impiegarlo.

Parliamo di consuetudine perché nei test non valgono le limitazioni all’utilizzo del DRS, che può essere impiegato liberamente senza che il tempo non sia considerato valido. E sicuramente il crono ottenuto da Tsunoda è stato frutto anche dell’utilizzo sregolato del DRS. Un dettaglio, questo, che non è sfuggito ad un rivale di Yuki, Lando Norris, che su Instagram ha pizzicato il collega proprio su questo argomento, chiedendogli cosa pensasse del DRS, con emoji sorridente a stemperare il tutto.

Il fatto che Tsunoda abbia usato un trucchetto per mettersi in mostra non sminuisce il suo profilo. Anzi, evidenzia la sua grande sicurezza in sé. Yuki è talmente a suo agio al volante da potersi permettere di giocare un po’, senza il timore reverenziale che spesso i neofiti accusano arrivando in F1. E c’è una differenza abissale tra il suo aspetto apparentemente intimorito quando non è alla guida e la baldanza mostrata in pista.

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Tsunoda ha ottime carte in tavola per essere il rookie più interessante dell’anno. Perché, prima di tutto, a differenza di Mick Schumacher e Nikita Mazepin, ha a disposizione una vettura solida, veloce e affidabile. Ma non solo. È pure consapevole delle sue capacità, e ha voglia di mostrarle. Yuki non è arrivato in F1 per fare da comprimario. Ha la fame di chi andrà lontano, e non sembra disorientato dai riflettori.

Così come non sembra accusare l’effetto Lost in Translation che per tanti suoi connazionali è dietro l’angolo una volta arrivati su palcoscenici internazionali. E, a proposito di acclimatamento, molto nel caso di Yuki hanno fatto i collaudi con la STR14 che Alpha Tauri ha organizzato durante l’inverno per fargli prendere le misure con le complesse operazioni in pista. Tutto per permettergli di usare la sua voce nei test ufficiali. E di irrompere sulla scena con la sicurezza di chi sa di avere il talento per lasciare il segno.

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