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Hamilton. Ha battuto tutti con autorità. Anche se ad alcuni non piace per il suo atteggiamento non c'è dubbio che il mondiale quest'anno se lo è guadagnato sul campo lottando da vero campione. La macchina era inferiore per buona parte del mondiale eppure ha saputo riprendersi al momento giusto.
Vettel. Ha ceduto un paio di volte e ne ha pagato le conseguenze, ma non c'è dubbio che il suo bilancio alla Ferrari sia positivo con 5 vittorie e 6 secondi posti, un vero mastino quando era il caso, fragile nel momento sbagliato.
Verstappen. Vero talento, ha maturato un po' di esperienza e ha cominciato a fare meno casini in pista, il risultato è che ha vinto due gare. Dalla Malesia in poi è stato inferiore solo ad Hamilton cogliendo più punti degli altri, 100 contro i 125 dell'inglese. E anche se ha finito dietro a Ricciardo, ha mostrato che è lui la stella del futuro.
Ocon. Non ha sbagliato nulla durante l'anno a parte l'uscita del Brasile che non era colpa sua, è veloce, simpatico, capace e con una Force India è una delle rivelazioni dell'annata, uno che vedremo presto in alto appena i senatori appenderanno il casco al chiodo.
Ricciardo. Ha più punti di Verstappen, ha vinto una gara con 9 podii all'attivo. Una garanzia, esperto, veloce (un pelo meno di Max) simpatico, uno da top team rosso, per dirla tutta.
Raikkonen. Meglio dell'anno scorso, pole position, podio e due gare perse per ragioni di scuderia, il perfetto numero 2 in questa fase che pur essendo il nonno della F.1 ha saputo cogliere il massimo quando era possibile. Vince il mondiale per la famiglia, moglie e due figli, che lo hanno reso più stabile e sereno.
Alonso. Ha mangiato ...vabbè non lo diciamo, è dal 2014 che non ne imbrocca una e le prende sempre ma è lì che combatte e lotta come si deve si spera in un anno migliore, quello che doveva fare lo ha fatto.
Bottas. Ha vinto tre gare, ma rispetto a Rosberg che lottava per il mondiale il suo bilancio è parzialmente negativo. Certo, se si pensa che ha vinto e ha concluso terzo e dire che è negativo viene da ridere, ma con un termine di paragone come Hamilton si rischia di essere tritati.
Stroll. A tratti va, sa lottare e guida anche con intelligenza, a volte si perde e combina disastri. Il podio di Baku, più giovane della storia F1, è un bel ricordo, ma la stagione rispetto a Massa, che si ritira, è negativa sotto tutti i punti di vista.
Kvyat. Appiedato due volte dallo stesso team, disperso con problemi psicologici, come distruggere un talento che non era un fermo.
Renault. Partiti per essere la quarta o quinta forza del mondiale hanno finito sesti dopo aver...spezzato i motori alla Toro Rosso che era davanti. Il cambio pilota a fine stagione ha rinforzato l'organico, ma non è quello che ci si aspetta da una casa che ha vinto mondiali a ripetizione.
Honda. Lasciano il rapporto con la McLaren in crescita, qualche punto, meno rotture, di sicuro dopo tre anni hanno messo insieme una serie di disastri incredibili per un nome come il loro. Il futuro non è roseo con un team che ha meno risorse della McLaren anche se là vicino c'è la Red Bull che...Ma questa è altra storia.
Sauber. Disastro totale, firmano contratti con la Honda, li disdicono, poi passano ancora alla Ferrari ma per il prossimo anno non vogliono supporto ulteriore. E poi i piloti, un insieme di cose da sistemare per degli svizzeri che dovrebbero essere l'esempio della precisione...
Haas. Partiti bene, hanno fatto 2 punti in più dell'anno scorso, ma restano intruppati all'8 posto, i piloti ne hanno combinato ma il team li assolve...