F1, il bello e il brutto della stagione 2016

F1, il bello e il brutto della stagione 2016
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I top e i flop della stagione 2016 di Formula 1 secondo il nostro inviato, Paolo Ciccarone
27 novembre 2016

Punti chiave

IL BELLO

Rosberg. Ha vinto il mondiale ed era ora, ha corso bene, si è impegnato e sembra quasi un pezzo d’Italia che torna al vertice. Lo ha fatto a Monza cantando sul podio e ad Abu Dhabi, con i suoi vecchi compagni di scuola, tutti italiani, appena sceso dalla macchina ha cantato in italiano siamo noi i campioni del mondo, coi tedeschi e inglesi allibiti. Insomma, uno così può essere adottato e se dovesse guidare una Ferrari entrerebbe nel cuore dei tifosi senza problemi. Ha vinto facendosi forza nei momenti difficili, è diventato padre e si è completato anche a livello umano. Bravo è dire poco.

Verstappen. Rivelazione dell’anno, guida in modo deciso, ci sa fare e se in Brasile ha rimontato sul bagnato qui è risalito da ultimo fino al quarto posto e lo ha fatto su una pista dove non si supera facilmente, quindi ha tutti i numeri per ben figurare e dal punto di vista marketing funziona benissimo per Red Bull e la F.1 che cerca nuovi talenti. Bravissimo, anche se ha la faccia di tolla, incute antipatia e sta sulle palle a moltissimi.

Ricciardo. Nasone ha vinto e convinto ancora, con Verstappen al fianco ha dato il massimo, a volte ci ha rimesso nei giochi di squadra, altre ha suonato il giovane rivale, di sicuro è uno che fa bene alla F.1 e non ha perso il vizio di ridere, cosa rarissima in questo ambiente paludato e senza risorse. Un tesoro da conservare e anche per lui vale il sogno Ferrari: invece dei due silenziosi e mal mostosi attuali che riscaldano quanto un frigorifero acceso, un tocco di umanità di sta tutta per risalire.

Perez. Ha corso bene ha fatto una grande stagione, è il primo degli altri con la Force India dietro a Ferrari Red Bull e Mercedes, quindi tutto positivo. Si è pure addolcito e come dice il padre sta maturando e capendo che ci sono altre cose nella vita e questo lo porta a guidare meglio in pista.

Alonso. Non ha smesso di lottare, un guerriero con un senso dell’umorismo ancora elevato, anche se nel team fa poche imitazioni come al tempo della Minardi e Renault. Però pare che facesse molto bene l’imitazione di Ron Dennis solo che ora non può dirlo né mostrarlo. Ha talento e testa, se avesse anche la macchina sarebbe davanti.

Hamilton. Uno spettacolo vederlo guidare in pista, uno spettacolo vedere come abbia una visione di gara al limite per fregare Rosberg, uno spettacolo se ti fermi all’aspetto pilotaggio. Poi umanamente non si capisce cosa pensi, vive in un mondo tutto suo e pure il suo team fatica a stargli dietro, è fragile di carattere, si abbatte per nulla e vede fantasmi dappertutto quando va storto qualcosa. Con un talento del genere avesse anche la testa forte, sarebbe finita per tutti.

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IL BRUTTO

Ferrari. Spiace dirlo ma lo spettacolo di Vettel in rimonta nell’ultima gara può far piacere perché c’è una rossa combattiva, ma nessuna vittoria nell’anno, come nel 2014 e prima ancora negli anni bui inizio anni 90, è un bilancio negativo. Un inizio campionato arrembante, il credere di essere più forti della Mercedes, poi sottovalutata la Red Bull, dichiarazioni avventurose e presuntuose, alla fine se si mette tutto sul piatto della bilancia è andata storta. Non può funzionare così per una squadra che si chiama Ferrari.

Sauber. Si salva il bilancio coi 30 milioni di euro del 10 posto ma licenzia il brasiliano Nasr che due settimane prima ha portato i 2 punti necessari. Ha concluso con la Tetrapak un accordo ma pare che ci sia qualcosa che non funziona. Sono svizzeri, insegnano al mondo quello che si dovrebbe fare, poi a casa loro sono i primi a non farlo. Un peccato perché quando c’era Peter Sauber al timone la scuderia aveva un altro spessore.

Palmer. Arrivato con un titolo GP2 e un padre ingombrante, non tanto per la guida quanto per il potere economico (ha piste, impianti provati, categorie di auto, costruzione etc etc) poi si inzucca con chi gli capita davanti, fa casini vari e la Renault che fa? Licenzia Magnussen… Boh

Mercedes. Ha vinto il terzo titolo mondiale di fila. Dal 2014 al 2016 ha disputato i 59 GP facendo 56 pole (ha lasciato una pole all’anno a Massa, Vettel e Ricciardo) ha vinto 51 GP (3 Ferrari 2015 e 2 Red Bull 2016 tanto per dirne una…) con Hamilton vincente in 31 gran premi contro i 20 di Rosberg mentre Hamilton ha ottenuto 30 pole contro le 26 di Nico. E perché è fra il brutto della F.1? un dominio così è devastante, 19 GP in una stagione record imbattibile per molto tempo ancora. Insomma, bravi, simpatici (Lauda e Wolff persone stupende) ma che rottura di palle vederli sempre là davanti.

Liberty Media. Sono o saranno i nuovi padroni della F.1? Chase Carey il baffone del box sta già sulle scatole a molti team manager, il mondo della F.1 pare proprio che non li voglia al timone del mondiale. Le idee degli americani si scontrano con le voglie della F.1 e qualcosa potrebbe succedere. Ecclestone lo sa, nicchia e cerca di capire come fare a intascare i soldi e a mantenere il controllo di tutto. Prima di marzo, quando dovrebbero diventare i capi assoluti, è possibile che succeda qualcosa. Anche che Liberty media venga accompagnata alla porta o dica che la cosa non interessa più. E si ricomincerebbe da capo per far sì che nulla cambi.

Da Moto.it

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