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Hamilton. Perfetto in tutto il week end, il contrario di quanto visto in Canada. La sua unica preoccupazione, dopo la gara, chiedere al suo ingegnere se i capelli fossero in ordine prima di salire sul podio... La dice lunga sull'impegno in pista.
Verstappen. Gara matura, priva di errori, ha guidato bene con ritmo e intelligenza. Sopratutto ha risposto in maniera educata alla stampa quando gli hanno chiesto di Vettel, che a inizio anno gli aveva detto che doveva cambiare stile di guida. "Credo che nessuno qui dentro possa dire a uno come Vettel come deve guidare - ha risposto - credo anche che si impari sempre e che Seb abbia imparato dal suo incidente odierno".
Raikkonen. Non brilla molto di luce propria ma sale sul podio. Per essere quello sacrificabile dalla Ferrari porta a casa punti, fa gli assetti e non si lamenta mai. Un bell'esempio di pilota.
Paul Ricard. La pista è bella, ricca di curve e difficile per gli assetti, Signes è un curvone da antologia, ma vedere che tutti lo fanno in pieno (entrano a 305 km/h e tengono giù il piede...) fa capire come per vedere qualcosa da queste F.1 bisogna mettere i muri e vedere chi ha coraggio. I colori a bordo pista fanno venire il mal di testa, le tribune sono troppo lontane (Hamilton ha detto il prossimo anno gli spettatori devono portarsi il binocolo se vogliono vedere qualcosa...). E poi lo sciovinismo con le sole bandiere francesi a sventolare in tribuna, nemmeno una Ferrari o Mercedes. Strano vero?
Sainz. Inizio gara arrembante, terzo addirittura, poi deve piegarsi al ritmo della Renault che non è il massimo seppure sia la quarta forza del mondiale. Bravo e consistente.
Leclerc. Bravo in qualifica, bravo in gara a portare a casa altri punti per il team. Le voci Ferrari lo stanno caricando e da come si muove il manager Nicholas Todt ha le spalle molto coperte, anzi di più. Bravo, al posto giusto con la gente giusta.
Ricciardo. Limita i danni, se fosse piovuto aveva scommesso sulla sua vittoria. Lo ha fatto, due ore dopo la gara...
Paul Ricard. Nel senso di organizzazione lacunosa e improvvisata. Le vie di accesso sono un problema già con le gare Blancpain, figurarsi con la F.1. Venerdì fino a 7 ore di fila prima di entrare (i fortunati se la sono cavata con 3 ore appena...). La polizia ha sbagliato completamente i piani viari, la sala stampa, costruita apposta, è piccola e stretta, ma almeno ha la vista sul circuito, il che non è male, anzi. Le linee internet domenica sera saltavano spesso, con la luce, per via dei temporali. Il catering patetico e ai minimi termini. Solo due bagni per 400 persone (nessuno con problemi di coliche, per fortuna...) e sono partiti da un foglio bianco. Si poteva fare meglio. E che dire dei fischi del pubblico in tribuna centrale? Hanno pagato oltre 600 euro e poi lo spettacolo della pattuglia acrobatica aerea francese lo ha fatto alle spalle della tribuna, nessuno ha visto niente e la gente, giustamente, si è incazzata e ha cominciato a fischiare.
Trofei. Brutti, orrendi. Un gorilla stilizzato con una gomma in mano. Definirli vomitevoli è il minimo. Pensate a Hamilton che ha vinto la gara e porta a casa una roba che manco a Disney World vendono sulle bancarelle kitsch. Ma non era la patria del buon gusto e di chi vuole dare lezioni al mondo?
McLaren e Williams. Miseria e nobiltà nelle ultime file del GP. Una cosa patetica, al punto che Hamilton è davvero dispiaciuto avendo vinto per la McLaren l'ultimo titolo. Ironico Alonso, prima del via: "Parto da Le Mans, mi godrò il paesaggio" e poi in gara: "Senza freni senza gomme fuori dai punti e motore in calo, cosa corro a fare?".
Gasly. Ha fatto fuori Ocon alla terza curva. Clamoroso errore, ma i francesi (vedi anche Grosjean) ne hanno combinate di tutti i colori.