F1: il bello e il brutto del GP del Giappone 2018

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I top e i flop del Gran Premio del Giappone secondo il nostro Paolo Ciccarone
7 ottobre 2018

IL BELLO

Hamilton. Gara perfetta senza sbavature e senza bisogno di nessun aiuto da Bottas, sulla pista che ama davanti a un pubblico osannante. I più 67 su Vettel sono un bel bottino a 4 gare dalla fine.

Ricciardo. Non ha vinto, ma visto da dove partiva e i sorpassi che ha fatto, con problemi tecnici alla Red Bull (saltava la 6 marcia) ha concluso a un passo dal podio. Uno così merita una macchina da mondiale. Perché a Maranello gli hanno chiuso le porte in faccia? Perché?

Vettel. Sempre grintoso, una garanzia di spettacolo nei duelli ravvicinati, non ha mollato sul finire quando ha visto Bottas a un passo dal sorpasso, peccato le polemiche per i contatti Raikkonen Vettel, ma uno così da tenere stretto per le future generazioni.

Ocon. Zitto zitto, senza un posto di lavoro per il prossimo anno, fa la sua gara decisa e porta a casa il massimo possibile in un team in cui è solo ospite (e per giunta indesiderato)

Suzuka. Pista vera di altri tempi, pubblico educato e tifosissimo, gran rispetto per tutti i protagonisti in pista, da prendere ad esempio per tanti tifosi beceri che fischiano gli avversari, qui in Giappone sanno cosa significa rispetto e lo fanno vedere. Da applausi

Ferrari tra le note dolenti del GP del Giappone
Ferrari tra le note dolenti del GP del Giappone
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IL BRUTTO

Ferrari. Non solo colpa di Vettel o Raikkonen, è tutto l'insieme che scricchiola e non si capisce bene il perché. Hanno le basi tecniche giuste, hanno tutto eppure si perdono per strada. Non si può sbagliare così in qualifica e in gara anche le strategie giuste (vedi Russia) non portano a nulla.

McLaren. Sbagliano a mandare la lista delle gomme da usare, hanno una macchina che sembra un carro armato penalizzano i piloti con tecnica indecorosa per cotanto team, davvero impensabile per la squadra che 30 anni fa vinceva il mondiale con Senna su questa pista.

Leclerc. A parte i problemi tecnici alla Sauber, ne ha combinata qualcuna di troppo, abbocca con Magnussen, esce di pista, si fa superare da Ericsonn, insomma da quando è ufficiale Ferrari sembra aver smarrito la concentrazione e pensare già alla prossima stagione.

Renault. Arranca, si ritira con Hulkenberg, Sainz annaspa, un finale di stagione problematico con problemi non ancora risolti e con una stagione 2019 che deve dare dei risultati altrimenti il grande capo Carlos Goshn la mette giù dura e saran dolori...

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