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Dopo una lunga attesa per la partenza e un'altrettanto protratta noia, a mezz'ora dalla fine della corsa il Gran Premio di Singapore ha regalato grandi emozioni. Il nostro compito qui, però, non è raccontarvi la corsa, bensì stabilire i top e i flop di Marina Bay. Per cui, bando agli indugi.
Al netto della sua investigazione per l'infrazione in regime di Safety Car, Sergio Perez ha ampiamente meritato la vittoria a Singapore. Dopo aver preso la testa della corsa con un guizzo in partenza, Perez ha usato la stessa giusta dose di aggressività per difendersi da un rivale, Charles Leclerc, che ha davvero dato tutto per cercare di non perdere il treno a fine gara, correndo parecchi rischi. A Marina Bay si è rivisto il miglior Perez, il gregario in grado di fare le veci della punta di diamante Max Verstappen qualora quest'ultimo non fosse in grado di lottare per il successo. Veloce, aggressivo, indomito, Perez ha messo a segno una delle sue performance migliori in F1.
In una stagione difficile come quella che sta vivendo l'Aston Martin, 12 punti in una sola gara sono oro. Lance Stroll e Sebastian Vettel a Singapore hanno portato a casa delle lunghezze importanti, che consentono al team di Silverstone di perfezionare il sorpasso sulla Haas in classfiica costruttori. Stroll si è aggiudicato la sesta posizione lavorando a testa bassa, mentre Vettel, a fine gara, si è prodotto in una difesa strenua su Verstappen. Non è riuscito a mantenere la posizione, ma ha mostrato un bel moto di orgoglio sulla pista su cui ha colto la sua ultima vittoria in carriera.
Approfittando sapientemente delle circostanze - leggi la Safety Car causata da Yuki Tsunoda - la McLaren lascia Singapore con un consistente bottino. Merito di un Lando Norris sempre pronto a cogliere l'occasione e a un Daniel Ricciardo che non ha beneficiato particolarmente della scelta delle rosse, ma ha comunque ottenuto una buona quinta posizione. Più di così la scuderia di Woking non avrebbe potuto fare. E la zampata dei ragazzi vestiti di arancio papaya arriva nel momento opportuno, perché la rivale della McLaren ha vissuto un weekend da incubo. Un ottimo assist per balzare dai top ai flop.
Fernando Alonso, scattato da una posizione succosa, avrebbe voluto festeggiare il GP numero 350 della sua lunghissima carriera in Formula 1. E invece, mentre battagliava con un arrembante Max Verstappen, è stato tradito dal motore della sua A522. Lo stesso destino, ma in maniera ancora più spettacolare, è toccato al compagno di squadra Esteban Ocon, la cui gara è andata in fumo, bianco e intenso. Il caldo di Singapore potrebbe aver minato l'affidabilità del motore Renault. Sarà perché a Viry-Châtillon non sono abituati alla minaccia del caldo umido?
Grande habitué della sezione dei flop, Nicholas Latifi oggi ha dato un'ulteriore prova della sua inadeguatezza rispetto al resto dello schieramento. Nel contatto che ha posto fine anche alla corsa di Guanyu Zhou, Latifi ha dimostrato di avere mancanze per quanto riguarda quella che gli inglesi chiamano situational awareness, la capacità di cogliere quello che gli accade intorno e reagire di conseguenza. In pista non si corre da soli, e il buon Nicholas pare essersene dimenticato.
Ci rendiamo conto che da fuori le situazioni appaiono sempre più semplici da risolvere di quanto non lo siano quando si è coinvolti in prima persona. Ma non è accettabile, in tutta franchezza, che il risultato di una gara resti sub judice per via di un'infrazione commessa ben prima del finale della gara. Vivere un podio che potrebbe non essere definitivo non è ormai una novità, è vero. Ma sarebbe il caso che la Federazione fosse altrettanto veloce nel dirimere certe questioni quanto lo è nel notare alcune minuzie, come il piercing al naso di Lewis Hamilton. E saremo tranchant: è davvero necessario che i piloti abbiano l'opportunità di spiegarsi ex post?