F1: i top e i flop del GP di Monaco 2022

F1: i top e i flop del GP di Monaco 2022
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Chi si è classificato tra i top e chi tra i flop del GP di Monaco 2022 di Formula 1? Ecco la nostra lista
30 maggio 2022

Il Gran Premio di Monaco 2022 di Formula 1 va in archivio con la vittoria di Sergio Perez e una coda lunga di polemiche che affronteremo in separata sede. Perché qui vi racconteremo i nostri top e flop della corsa nel Principato. E allora, bando agli indugi.

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Top: Sergio Perez

Sarebbe stato difficile per Sergio Perez immaginarsi di trionfare a Montecarlo quando, sul volgere del termine della stagione 2020, si ritrovava con un piede fuori dalla F1. La salvifica chiamata della Red Bull gli ha svoltato la carriera, dandogli la possibilità concreta di togliersi qualche soddisfazione. Le modalità con cui è arrivata la vittoria di Perez nel Principato potrebbero indurre a non annoverarlo tra i top, ma la verità è che Checo è stato superiore a Verstappen per tutto il weekend di gara. E il fatto che sia riuscito a gestire senza un intoppo le sue gomme medie tormentate dal graining nell'ultima fase di gara è l'ennesima dimostrazione della sua encomiabile capacità di gestire gli pneumatici. Sul podio, Perez era visibilmente commosso. Perché con il successo di ieri ha sorpassato Pedro Rodriguez, l'uomo a cui si ispirava il casco che indossava a Monaco, diventando il pilota messicano più vincente in F1. Un traguardo che può sembrare minuscolo. Ma non lo è per l'unico pilota dell'America Latina in F1 oggi. 

Top: Charles Leclerc

La forza di Charles Leclerc sulle stradine che lo hanno visto bimbo sta tutta in quel giro strozzato da una bandiera rossa in qualifica. Talmente straripante da valergli quattro decimi di vantaggio sulla concorrenza nella parte completata. Ma quel non finito così esaltante, che faceva brillare gli occhi a Charles post qualifica, non era premessa di un successo, ma di un altro impeto destinato a essere smorzato dalle circostanze. La scarsa lungimiranza strategica della Rossa lo ha relegato ai piedi del podio in una corsa che, vista la velocità della Ferrari, avrebbe dovuto portare a casa senza un plissé. Ma a Monaco la velocità conta poco, importano molto di più la posizione in pista e - soprattutto in caso di maltempo - la prontezza delle chiamate del muretto. Se l'ingegnere di pista di Leclerc gli avesse detto di non rientrare pochi secondi prima, non sarebbe finita così. Ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte. L'ancora di Charles è il suo grande talento. Per vincere un mondiale, però, non basta solo questo. 

Top: Fernando Alonso

Dicevamo pocanzi che a Monaco non importa quanto si sia più veloci degli altri, se non si riesce a passare. Quel vecchio volpone di Fernando Alonso, forte della sua pluridecennale esperienza sulla pista del Principato, lo sa benissimo. E così ha deciso di girare con fierezza due secondi più lentamente della concorrenza, togliendosi la soddisfazione di tenersi alle spalle una sua vecchia conoscenza, quel Lewis Hamilton che, di fatto, è una delle sue vittime preferite. Mentre il suo ex compagno di squadra si lamentava, lui si avvcinava a piccoli passi verso il suo miglior risultato stagionale, il modo migliore per redimersi dopo l'incontro ravvicinato con le barriere in qualifica. Non ci sarebbe stata mossa più da Fernando Alonso di questa.

Flop: muretto Ferrari

Per vincere il mondiale di Formula 1 il talento dei piloti e la bontà delle monoposto non sono sufficienti. Il mosaico per un team di successo è formato da tanti altri tasselli, uno dei più importanti dei quali è indubbiamente la strategia. La mancanza di tempismo e di lungimiranza del muretto Ferrari in questo ambito è ormai un problema cronico, visto che si ripresenta ciclicamente da anni. Passino le attenuanti, come l’ingerenza di Latifi nel rallentare Sainz e comprometterne la strategia, ma a Monaco è suonato l’ennesimo campanello di allarme. E bisognerebbe intervenire. 

Flop: Daniel Ricciardo

Sentendo parlare Daniel Ricciardo in conferenza a Monaco, abbiamo provato un moto di tenerezza nel vedergli brillare gli occhi descrivendo la pista su cui ha colto alcune tra le migliori prestazioni in carriera. Ed è per questo che fa ancora più male vederlo annaspare verso il fondo della griglia, mentre il suo compagno di squadra si dimostra efficace nonostante non sia al 100% della condizione a causa di una tonsillite. Ricciardo nel paddock è sempre sorridente, con la sua disposizione fermamente solare, nonostante le circostanze. Ma è inevitabile osservarlo con un velo di tristezza, sapendo che Daniel si è perso. E ritrovarsi dopo un anno e mezzo da incubo è un esercizio tutt’altro che banale. 

Flop: Mick Schumacher

Gli incidenti sono un imprevisto che i team mettono in conto nell’allocazione del budget per una stagione. Ma quando i botti si fanno più frequenti, e pure violenti, è inevitabile che costituiscano un’emergenza finanziaria. Lo schianto contro le barriere di Mick Schumacher a Monaco potrebbe costare alla Haas oltre un milione di euro. La monoposto tranciata in due è una metafora efficace di quello che potrebbe restare a breve della carriera di Schumacher in F1. E la sensazione, vedendo il suo atteggiamento nel paddock di Monte-Carlo, è che lo sappia pure lui. L’arrivo di Mick in F1 rappresenta una bellissima storia da raccontare. Ma non tutte le favole hanno un lieto fine.

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