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C’è un segreto nella vittoria della Red Bull che è nato in provincia di Modena: si tratta della colorazione e della vernice usata per la monoposto di Ricciardo e Verstappen. Non è una novità assoluta per la F.1 visto che la Williams la usa da un paio d’anni, cioè da quando ha i colori Martini ed era nata per una necessità dello sponsor.
Visto che la macchina è bianca e col passare dei giri le vetture raccolgono lo sporco e i residui di gomma fino a sporcarsi completamente, la prima richiesta era stata quella di una vernice leggera che facesse scivolare i pezzi gommosi. Il vantaggio era duplice: da un lato la livrea pulita, dall’altro si impediva a pezzi di gomma di depositarsi sulle ali e sulle parti aerodinamiche modificandone il profilo. Quindi si aveva una costanza di rendimento in corsa.
Ebbene, la Red Bull ha aggiunto un altro tassello, il colore mat, ovvero opaco, che migliora queste caratteristiche eliminando il sovrastrato lucido. In pratica si riduce del 50 per cento il peso della vernice della monoposto (si tratta di qualche chilo), ma si migliora l’aerodinamica e il rendimento tecnico perché è come la sciolina per gli sciatori, consente di scorrere nell’aria riducendo gli attriti. E la cosa che sorprende di più è che questa tecnologia è italiana, della Nanoprom di Sassuolo, provincia di Modena!
Sono stati i tecnici italiani a partire con gli studi per questa verniciatura partendo da un input della McLaren che quattro anni fa avevano fatto partire il programma Wight Reduction, ovvero avevano chiesto a tutti i fornitori la riduzione del 50 per cento del peso di tutto ciò che finisce su una vettura. In Italia la Nanoprom ha accettato la sfida, al pari della Sparco che per tute e scarpe ha ottenuto la stessa riduzione del peso (in alcuni casi anche di più).
Quindi nella Red Bull vincitrice in Spagna c’è un pezzo d’Italia che lavora di nascosto e vince. Mentre pare che a Maranello siano ancora fermi all’applicazione degli adesivi sulle carrozzerie quando ormai gli altri colorano le vetture direttamente sul carbonio dimostrando innovazione e fantasia.
Disegno: Gabriele Pirovano