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“Ho visto il replay, durante il sorpasso sembrava che Max stesse salutando Charles”: è un Chris Horner che ha voglia di scherzare quello che si è concesso ai media presenti in pista per il Gran Premiio d’Austria 2023 di Formula 1. Una gara che la Red Bull ha dominato con il solito Verstappen. “Max ha avuto un ritmo straordinario per l’intero weekend, dalle qualifiche al GP, passando per la Sprint. La strategia per cui abbiamo optato era diversa da quella degli avversari, e quindi abbiamo dovuto effettuare dei sorpassi in pista”.
Ma la vittoria della Red Bull in Austria non è un successo qualunque, perché per la prima volta il team torna a casa di Dietrich Mateschitz dopo la sua scomparsa, avvenuta nell’ottobre dello scorso anno. “Il fantastico weekend di Max è il modo migliore per ricordare Dietrich. E la sua presenza qui si sente moltissimo, anche se non c’è fisicamente”, ha osservato Horner. Al di là del valore sentimentale di questo successo, si tratta però di una vittoria interessante dal punto di vista strategico.
Tutto è nato dalla neutralizzazione causata dal ritiro di Nico Hulkenberg, nel corso del giro numero 14. “Se ci fosse stata una Safety Car avremmo colto l’opportunità, ma con la Virtual non abbiamo ritenuto ne valesse la pena - ha riflettuto Horner -. Questo ci ha portato su una strada leggermente diversa rispetto agli altri. A dire la verità siamo rimasti sorpresi del fatto che così tante macchine si siano fermate con la VSC, era ancora presto per una strategia a due soste. Abbiamo dovuto concedere la posizione in pista, ma con il vantaggio che offriva in termini di gomme non è stato difficile riprenderla”.
“Credo che abbiamo svolto un ottimo lavoro con la macchina in questo weekend, nelle condizioni più disparate. Il margine che avevamo è tornato ad essere ampio, su un circuito che di fatto ha solamente sette curve. Credo che gli ingegneri abbiano svolto un ottimo lavoro con una sola sessione di prove libere, in cui abbiamo posto l’attenzione sulla gara”. E alla fine della corsa la Red Bull si è persino concessa il lusso di fermare Verstappen per montare le soft. “Abbiamo deciso di effettuare la sosta per il giro più veloce nonostante i rischi che comportava questa scelta. Ma i meccanici sono talmente in forma in questo periodo che non c’erano problemi”.
Ma nel weekend del Red Bull Ring si sono visti pure segnali incoraggianti da parte di Sergio Perez, tornato a podio dopo un periodo di forte flessione, che ha inevitabilmente reso ancora più impari il confronto con il suo compagno di squadra. “Quello che ha generato frustrazione – ha osservato Horner - è il fatto che eravamo consapevoli che avrebbe potuto ottenere risultati come questi. Il suo passo gara è stato molto buono. Si è rifatto con questa gara, ma dovrebbe essere naturale. Credo che a volte si metta troppa pressione da solo”.
Al netto delle prestazioni dei piloti, da dove nasce la forza della Red Bull? Secondo Horner, “le gomme oggi sono così sensibili”. “Credo che la capacità di portarsi nella corretta finestra di utilizzo sia la chiave per estrarre la performance – ha aggiunto -. Gli ingegneri stanno facendo un ottimo lavoro, e dobbiamo allocare attentamente le risorse tra la monoposto di quest’anno e la prossima, vista la penalità che ci hanno comminato. Stiamo andando leggeri con gli aggiornamenti sulla RB19 per non sottrarre risorse alla monoposto del prossimo anno”.
E in ottica 2024 bisogna lavorare anche per risolvere il problema dei track limits, che in Austria assume sempre i contorni della farsa. “Quando ci sono così tante infrazioni sembriamo dei dilettanti – ha punto Horner -. Credo che serva un vero deterrente per restare entro i limiti, perché il vero problema è che i piloti per via della scarsa visibilità possono solo percepirli. Servono cambiamenti per il prossimo anno. Serve qualcosa come la ghiaia. Capisco che qui corra la MotoGP, ma serve una soluzione flessibile che vada bene per entrambe”.
Per la Red Bull, però, sembrano non esserci problemi di sorta che possano fermare la sua inarrestabile cavalcata. Horner, però, ha abbozzato: “Bastano un po’ di pioggia, o una foratura, e le cose possono cambiare molto in fretta. Dobbiamo sempre cercare di migliorare, e vedremo quanto potrà durare questa forma. Ovviamente andremo a Silverstone con grande sicurezza in quello che stiamo facendo, ma dobbiamo avere la chiara consapevolezza che ci sono variabili al di fuori del nostro controllo. Stiamo operando al livello più alto mai visto nei 19 anni di storia di questo team”. E con una sola vittoria da parte di un’altra scuderia nei 12 mesi intercorsi dal GP d’Austria del 2022 a quello di oggi, non facciamo fatica a concordare con questa osservazione.