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“Per me il ritorno di Honda dimostra che il motore endotermico non è morto, c’è ancora vita”: con grande ironia Christian Horner commenta così il ritorno di Honda come costruttore ufficiale in Formula 1, con Aston Martin a partire dalla stagione 2026. “Si sono ritirati per concentrarsi sull’elettrificazione e il motore endotermico era qualcosa di totalmente al di fuori dai loro programmi”, ricorda il team principal della Red Bull in conferenza a Monaco. E rilancia: “A questo punto potremmo anche tornare ai V10, perché no”, suscitando una decisa reazione di assenso da parte di Günther Steiner.
Ironia a parte, Horner riconosce che il ritorno di Honda è un segnale positivo per l’intero ambiente. "È una buona notizia per la F1: sono un grande marchio”. Quanto all’attuale collaborazione tecnica con il costruttore giapponese, Horner spiega: “Abbiamo un’ottima collaborazione da tempo, che continuerà per i prossimi due anni e mezzo. Hanno annunciato il loro ritiro nel 2020, e quando è stato il momento per noi di decidere che cosa avesse più senso fare dal punto di vista strategico abbiamo pensato che la cosa migliore fosse sviluppare internamente la tecnologia delle power unit. È una prospettiva entusiasmante per il nostro futuro”.
“È stata una decisione molto costosa, ma dal nostro punto di vista nel lungo termine porta a grandi vantaggi, anche per quanto riguarda la sinergia nello sviluppo della monoposto tra telaio e power unit. I benefici sono talmente tanti da averci fatto prendere questa decisione. Anzi, dovrei ringraziare Honda per averci dato la spinta a farlo”. E così è nata Red Bull Powertrains, che dal 2026 collaborerà con Ford, altro costruttore che ha deciso di tornare in F1, ma non con lo stesso peso di Honda.
“Honda è un ottimo partner – concede Horner - e credo che Aston Martin ne beneficerà. Per diverso tempo Aston Martin e Honda hanno convissuto quando Aston Martin era il nostro title sponsor e immagino che abbiano superato eventuali divergenze che avevano avuto in passato”. Così come, sembrerebbe, lo hanno fatto anche Fernando Alonso e Honda. I vertici della casa nipponica paiono essersi lasciati alle spalle i tempi ruggenti di “GP2 engine”, e hanno aperto alla possibilità che Alonso guidi per loro in futuro. Il diretto interessato commenta così la notizia: “È un’ottima notizia per il team, sono entusiasta. È un passo che permetterà ad Aston Martin di fare un salto di qualità e vincere dei titoli”.
“Avere una power unit in esclusiva implica la possibilità di non avere compromessi nello sviluppo. Ma questo non significa che Aston Martin non possa lottare per un mondiale fino al 2026”. “Avrò 44 anni allora”, corregge chi pensava ne avrebbe avuto uno in più. E poi aggiunge: “Non so che cosa farò nel 2026. Mentirei se dicessi che ora ne sono sicuro. Mi sento in forma, ancora veloce. Se dovessi divertirmi ancora, continuerei a correre. Ma so che un giorno mi sveglierò e non mi sentirò più motivato come prima. Se non dovessi sentirmi più veloce, sarei il primo ad alzare la mano e dire basta”.
“Dal canto mio, non ho problemi con Honda. Le cose non sono andate bene l’ultima volta, ma è andata pure peggio ad alcuni miei compagni di squadra, come Stoffel (Vandoorne, ndr)”. “Ci sono così tante cose entusiasmanti che stanno succedendo nel mio team, non solo Honda, ma anche le nuove infrastrutture, e questo mi fa venire voglia di continuare per tanti anni, che sia come pilota o in un altro ruolo”. E vista la sua lungimiranza mentre guida, non vedremmo per nulla male Alonso come omologo di Chris Horner, tra qualche anno. E allora sì che l'ironia pungente di Horner troverebbe un degno avversario.