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La scorsa settimana è ufficialmente iniziata, con la gara in Australia, l’avventura di Lewis Hamilton con la Scuderia Ferrari. Il debutto ufficiale in un Gran Premio di Formula 1 come pilota della Rossa, però, non è andato come sperato. Da una parte le performance deludenti della SF-25 e dall’altra un rapporto ancora da rodare con il suo nuovo ingegnere di pista Riccardo Adami.
Firmando con il team di Maranello, il numero #44 ha dovuto ricominciare da zero. Non solamente per quanto riguarda la monoposto, con un nuovo sistema frenante e una nuova power-unit, ma anche l’ambiente di lavoro. Una lingua, una cultura e tanti volti nuovi hanno fatto il massimo per facilitare l’acclimatamento del sette volte campione del mondo, nuovamente affiancato dal suo braccio destro Angela Cullen, all’interno della Scuderia, strutturata diversamente rispetto alla Mercedes. Un altro aspetto fondamentale che Lewis Hamilton ha dovuto gestire è stato il cambio ingegnere di pista. Infatti, dopo dodici lunghi anni, il #44 ha dovuto dire addio Peter Bonnington, detto “Bono”.
Tra i due il rapporto era orami diventato simbiotico, quasi automatico, con il pilota che sapeva esattamente cosa al suo ingegnere, mentre Bono sapeva perfettamente come parlare nelle cuffie di Hamilton senza deconcentrarlo. Tuttavia, Bono ha deciso di non seguire il nativo di Stevenage in Ferrari accettando la promozione della Mercedes a capo degli ingegneri di pista, oltre a seguire da vicino Andrea Kimi Antonelli, che ha ereditato il sedile del britannico. Arrivato a Maranello, il #44 ha avuto modo di iniziare a collaborare con Riccardo Adami, il suo nuovo ingegnere di pista che negli anni è stato la voce nelle cuffie di Sebastian Vettel, a cui Hamilton ha chiesto consigli e referenze, e Carlos Sainz.
Ma solamente al Gran Premio d’Australia hanno avuto un primo test reale dopo aver preso confidenza con la SF-25 nella tre giorni di test prestagionali in Bahrain a fine febbraio. Quanto visto nel corso della gara di Melbourne lascia evincere che tra il pilota ed Adami manca, com’è logico che sia, ancora quel feeling giusto, quell’automatismo che solamente con il passare del tempo può essere affinato. Lewis Hamilton è infatti apparso un po' seccato quando Riccardo Adami gli ha ripetuto più volte le istruzioni via radio. Ma arrivato in Cina per il secondo appuntamento stagionale, il quattro volte campione del mondo ha rassicurato che tra i due non c’è alcun tipo di tensione.
“Tutti hanno esagerato con questa situazione” ha ammesso Hamilton parlando ai media presenti al Shangai International Circuit. “È stato letteralmente solo un tira e molla. Sono stato molto educato nel modo in cui l'ho suggerito. Ho detto 'lascia fare a me, per favore'. Non stavo dicendo 'vaffanculo', non stavo imprecando. È stato proprio in quel momento che stavo davvero lottando con la macchina e avevo bisogno di concentrarmi completamente su un paio di cose. Stiamo imparando a conoscerci” ha proseguito il pilota, ribadendo quanto già esposto da Frédéric Vasseur al termine del Gran Premio dell’Australia. Hamilton ha poi continuato a parlare dei rapporti con gli ingegneri di pista facendo un paragone con la coppia Max Verstappen-Gianpiero Lambiase. “Adami ha già avuto dei campioni in passato – riferendosi a Sebastian Vettel – non ci sono problemi tra noi. Andate ad ascoltare le comunicazioni via radio tra altri piloti e i loro ingegneri. Sono molto peggio, tipo le conversazioni che Max ha avuto con il suo ingegnere nel corso degli anni e gli abusi che il poveretto ha subito. Stiamo letteralmente imparando a conoscerci. Dopo, dico, 'Ehi fratello, non ho bisogno di quella parte di informazione. Ma se vuoi darmi questa, questo è il posto in cui mi piace farlo'. Ecco di cosa si tratta. Non ci sono problemi e si fa con una faccina sorridente, e andiamo avanti”.