F1. Hamilton-Mercedes, Toto Wolff spiega perché il rinnovo non è ancora arrivato
Siamo quasi giunti alla pausa estiva della Formula 1, e Lewis Hamilton e la Mercedes non hanno ancora ufficializzato il rinnovo del contratto di cui si vocifera da mesi. In un incontro riservato alla stampa presente in Belgio a cui ha partecipato anche Automoto.it, Toto Wolff ha chiarito le motivazioni per cui le trattative stanno andando per le lunghe, cominciando col dire che il potenziale ruolo di testimonial Mercedes dopo la fine della sua carriera in F1 non c’entra.
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“Con Lewis non stiamo discutendo del suo futuro ruolo di ambassador dopo il suo ritiro. Credo che abbia davanti a sé ancora molti anni come pilota con la nostra scuderia”, ha spiegato il team principal della scuderia di Brackley. Ma allora qual è il motivo di questa attesa per il rinnovo? “È solo questione di definire gli ultimi dettagli del contratto – ha rivelato Wolff -. Mi rendo conto che da fuori ci si chieda perché la questione non sia stata già chiusa, ma si tratta di minuzie”. Da quanto spiega Wolff, si intuisce che le trattative siano in dirittura d’arrivo, con buona pace di chi pensava che Lewis potesse separarsi della Mercedes, marchio con cui il pilota inglese ha un rapporto di lunghissima data.
“Lewis è un pilota Mercedes sin dall’inizio della sua carriera, quando era un ragazzino – ha ricordato Wolff -. Vinse con la McLaren motorizzata Mercedes e poi arrivò nel team ufficiale, dove si trova da dieci anni. Nel corso della sua storia con Mercedes ha vissuto così tanti alti e bassi, tante situazioni difficili sia dal punto di vista personale che da quello professionale. Ma ci sono stati anche tanti momenti molto felici”.
“È questa esperienza comune che ci ha permesso di instaurare un rapporto di fiducia reciproca – ha spiegato Wolff -. A volte ci sono delle incomprensioni, ma il nostro è un rapporto talmente stretto, la fiducia non manca mai”. Per quanto continuerà la carriera di Hamilton con la Mercedes in Formula 1, al momento non possiamo saperlo. Ma da quello che dice Wolff, è chiaro che l’intenzione sia quella di non appendere il casco al chiodo.
