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Tempo di riflessioni filosofiche per Lewis Hamilton: il sei volte campione del mondo di Formula 1, non impegnato in pista per via della pandemia di COVID-19, ha condiviso sui suoi social un pensiero su come, a suo avviso, la società debba cambiare dopo questa esperienza negativa. «È assurdo che il mondo si sia fermato e vediamo il cielo schiarirsi - scrive Hamilton -. Nessuno sa perché tutto questo stia succedendo ora, ma c'è così tanto su cui rifettere. Nel 1900 c'erano meno di 2 miliardi di persone al mondo, e ora siamo arrivati a 7,7 miliardi, con un aumento annuale di 140 milioni».
«Sono numeri sconvolgenti per me, siamo andati fuori controllo. La cosa ancora più folle è che, in questo momento triste, in cui i morti per questo virus sono oltre 40.000, circa 57 milioni di persone muoiono ogni anno. Questo significa che più di 150.000 persone scompaiono ogni giorno nel mondo. C'è così tanto da cambiare nelle nostre abitudini, nelle decisioni che prendiamo, nel mondo in cui consumiamo. Come possiamo evolverci come razza umana, se non siamo in grado di modificare il modo in cui ci comportiamo? Spero che questa pandemia mondiale ci aiuti a cambiare in meglio», conclude il pilota della Mercedes.
Se Hamilton si interroga sulle sorti del mondo, la dirigenza della F1 sta cercando di capire come tornare in pista: Ross Brawn, responsabile motorsport della categoria, ha ipotizzato un inizio della stagione 2020 a luglio a porte chiuse. Il progetto ambizioso di FIA e F1 sarebbe quello di disputare 18-19 gare, strutturando il calendario con blocchi di tre GP di fila seguiti da un weekend libero. Molto dipenderà ovviamente da quanto e in che modo si riattiverà la mobilità delle persone nel mondo. Si parla dell'utilizzo di charter per le scuderie e di test a tappeto, ma per il momento la F1 non si sbilancia su una proposta di calendario.