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Peccato che le uniche novità di rilievo del GP Arabia Saudita arrivino da dietro. Perché se guardiamo l’ordine d’arrivo con Max Verstappen primo e Sergio Perez secondo e un Charles Leclerc terzo, vediamo sempre due Red Bull davanti e una Ferrari dietro. Una sorta di fotocopia del Bahrain, per dirla tutta, anche se qui il distacco finale è stato ancora ridotto rispetto a Sakhir, ma sono sempre oltre 18 secondi dal vincitore. La politica dei piccoli passi della Ferrari stride con quello che fa la Red Bull, si ha infatti l’impressione che per non uccidere del tutto il campionato appena nato, stiano correndo al risparmio senza far capire il vero potenziale. E questo è il vero problema per gli altri. Perché dietro a Leclerc, che si toglie la soddisfazione di fare il giro più veloce all’ultimo passaggio, gli altri arrancano peggio dell’anno scorso.
Piastri quarto con la McLaren a oltre 12 secondi dalla Ferrari, Alonso quinto con Aston Martin che un anno fa, su questa pista, sperava nel colpaccio. E le Mercedes, in affanno con Russell e Hamilton, sesto e nono addirittura, lente nel dritto e lente nei curvoni. Qui il divario è aumentato invece che diminuire e questa non è una bella notizia per il campionato visto che dobbiamo solo sperare nella Ferrari. E abbiamo parlato di novità da dietro. E la più eclatante si chiama Oliver Bearman che debutta sulla Ferrari, 18 anni e 10 mesi, il più giovane ferrarista a farlo, finisce settimo e segna i primi punti, e lo fa con maestria, senza sbavature e senza panico. Anzi, teneva pure sotto controllo Norris e Hamilton che arrivavano da dietro. Non ha fatto forse una gara esaltante dal punto di vista duelli, ma non ha toppato niente, ha mostrato freddezza e con una sola sessione di prove sulle spalle, ha fatto di tutto e di più. E poi Carlos Sainz. Operato il venerdì di appendicite, sabato in pista a seguire la squadra, già dimesso e con il GP d’Australia fra due settimane, il recupero appare già incredibile se si paragona ai guai dei comuni mortali che con una unghia incarnita saltano il lavoro in ufficio.
Poi per il resto, si conferma formula gestione gomme. Con Norris e Hamilton che hanno sostituito le medie al 38 e 37 giro rispettivamente. Le previsioni davanti il 22 giro come ultimo utilizzabile. Qualcuno non ha ancora capito come funziona, a parte la Red Bull che continua a stare davanti proprio grazie a questa caratteristica. E infine i pettegolezzi che riguardano Helmut Marko, il venerdì dice di essere fuori dal team, il sabato che non si sposta. Aspettiamo domenica per l’ennesima puntata. E poi la presenza in pista del presidente Ferrari, John Elkann, a lungo in visita in Red Bull. Solo cortesia o il famoso contatto con Adrian Newey sta diventando realtà a breve? E ancora: la buonuscita della dipendente Red Bull, liquidata a quanto pare con un milione di euro (700 mila da Horner e 300 mila dalla squadra), le polemiche con Jos Verstappen e le minacce di far andare via il figlio. Di tutto e di più in una telenovela che con le corse non ha niente che spartire e che distoglie l’attenzione da quanto accade in pista. Cioè niente. E questo spiega il perché delle chiacchiere. “Fosse successo oggi quello che abbiamo combinato ai nostri tempi – dice Gerhard Berger ridendo – saremmo tutti quanti in galera. Che mondo strano…”.