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Più forte di tutti, anche della sfortuna: Verstappen vince superando in pista Leclerc ed Hamilton dopo che un problema al pit stop l’aveva rispedito indietro, dimostrando come il binomio tra Red Bull e il pilota olandese sia in questo momento quasi impossibile da arginare, per lo meno in gara. Nel binomio in questione, però, il pilota conta eccome (citofonare Perez per conferma): quindi voto 10, imprendibile.
Alle sue spalle un Lewis Hamilton che sentiva di avere finalmente la possibilità di portare a casa la tanto agognata vittoria, ma come detto contro Verstappen e la Red Bull non c’era davvero niente da fare. Lui però ha il merito di essersi fatto trovare pronto quando è arrivata l’occasione, regolando già in qualifica il compagno di squadra Russell. Voto 9 per l’impegno.
Gran 3° posto per Leclerc, partito 12° e ad un certo punto in lotta per la vittoria: l’illusione è durata poco, ma il monegasco come sempre ci ha provato. Il sorpasso su Perez resta la manovra capolavoro della gara: voto 9, il solito fenomeno.
4° Perez, che partiva anche lui indietro per avere sostituito la power unit e corre buona parte della gara senza un pezzetto di alettone. Il messicano ha il merito di avere portato a casa un paio di sorpassi al limite mentre lottava a centro gruppo, però il suo rendimento rimane molto distante da quello di Verstappen e anche di Leclerc. Voto 7 aspettando la passerella di fronte al pubblico di casa sua.
5° Russell, che rovina la sua gara alla prima curva tirando la staccata della vita e beccandosi una giusta sanzione (anche troppo leggera per la verità) dopo avere distrutto la gara di Sainz. Un eccesso di foga di chi nelle ultime gare si è visto rimesso in riga dal compagno di squadra? Certo la prima curva di Austin sembra fatta apposta per creare incidenti al via (in questo solo la prima variante di Monza la batte). In gara l’inglese fa comunque del suo meglio per recuperare posizioni, ma per il podio naturalmente non c’erano più speranze già dopo il 1° giro. Voto 5, eccesso di foga.
6° Norris, con una McLaren che anche ad Austin si conferma una monoposto mediocre: in qualifica l’inglese soffre più del solito ma riesce comunque a entrare in Q3 e in gara dopo una prima parte di gara guardinga recupera diverse posizioni. Il solito mezzo miracolo in incognito verrebbe da dire: voto 7,5 per l’impegno.
Alle sue spalle un immenso Fernando Alonso: si qualifica ben davanti a Ocon ma parte arretrato per la sostituzione di alcune componenti. In gara recupera rapidamente diverse posizioni, finché Stroll gli taglia la strada sul filo dei 300 km/h. Gran botto dal quale la sua macchina esce non troppo malconcia: lo spagnolo cambia quel che c’è da cambiare, riparte ultimo e grazie alla safety car che ha ricompattato il gruppo ricomincia la sua rimonta fino alla zona punti, salvo poi essere penalizzato post gara. Ecco, detta così sembra una americanata da film, invece al gran premio degli Stati Uniti (dove altrimenti?) è successo davvero: voto 10 e lode per la tenacia.
Dietro lo spagnolo a punti anche Vettel, autore pure lui di una gran rimonta dopo un pit stop sfortunato: l’Aston Martin ad Austin ha dimostrato netti progressi, ma il tedesco ci mette del suo correndo con perfetto equilibrio di testa e cuore. Voto 8 per questo equilibrio ormai ritrovato.
Ha perso una posizione all’ultimo giro, ma può dirsi comunque soddisfatto Magnussen, perché un 9° posto con la Haas è sempre da festeggiare: in una gara più movimentata del solito sulla pista texana, il danese ha messo a frutto anche la sua esperienza, ma il piede rimane pesante quando l’auto lo consente. Voto 7,5.
Chiude la zona punti Tsunoda, dopo un infinito duello a centro gruppo: il giapponese stavolta non commette errori e porta a casa un risultato incoraggiante in un’annata comunque sottotono per lui e per l’AlphaTauri. Voto 7.
Fuori dai punti, voto 7,5 sulla fiducia a Sainz per la bella pole, vanificata dalla brutta partenza. Il resto, come detto, non è colpa sua.
Voto 3 a Ricciardo, autore di un’altra prestazione orrenda, in qualifica come in gara: onestamente lo show a cavallo nel paddock poteva risparmiarselo, perché puoi permetterti di far ridere ai box se in pista fili come il vento, altrimenti il rischio di iniziare a essere semplicemente ridicolo è dietro l’angolo…
Voto 5 a Latifi, autore dell’ennesimo incidente da solo. Vedremo se il suo sostituto saprà far meglio, considerando che al momento non ha ancora la super licenza le premesse non sono le migliori…
Voto 5 anche a Schumacher, che pure ad un certo punto si ritrova in zona punti, ma poi perde terreno, finendo ben alle spalle del compagno di squadra e soprattutto lontanissimo da quel che serve per farsi riconfermare dal team.
Voto 5 a Bottas che sciupa una bella occasione di andare a punti con un errore non degno di un pilota della sua esperienza.
E voto 5 a Gasly perché farsi pescare a non rispettare la distanza dalla safety car è un’ingenuità che poteva benissimo evitare: certo l’errore è veniale, ma le regole sono fatte per essere rispettate.
Soprattutto voto 0 a Stroll, autore di una manovra che normalmente i piloti già in F4 imparano a non fare: va bene la cattiveria agonistica, ma il gesto del canadese poteva avere gravi conseguenze per entrambi. Senza scivolare nel linciaggio mediatico, sicuramente Stroll ha semplicemente calcolato male i tempi, ma sono errori che un pilota con la sua esperienza dovrebbe avere smesso da tempo di fare.
Alonso 10 e lode
Verstappen 10
Hamilton 9
Leclerc 9
Vettel 8
Norris 7,5
Magnussen 7,5
Sainz 7,5
Perez 7
Tsunoda 7
Russell 5
Latifi 5
Schumacher 5
Bottas 5
Gasly 5
Ricciardo 3
Stroll 0