F1, GP USA 2017: Ferrari, finale di stagione strano

F1, GP USA 2017: Ferrari, finale di stagione strano
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Anche ad Austin la Ferrari sembra avere guai. Come mai le cose hanno smesso di funzionare all'improvviso?
21 ottobre 2017

E' un finale di stagione molto strano per la Ferrari. Il perché lo dicono alcuni episodi accaduti nelle ultime corse e da quanto successo venerdì sera ad Austin, nel GP Usa che si corre domenica sera. La rossa era in testa al mondiale fino al GP del Belgio con 7 punti di vantaggio su Hamilton. Fino a quel momento il bilancio parlava di due pole, 4 vittorie, numerosi podi e nessun ritiro per cause meccaniche. A Monza c'è stato il sorpasso, con una Mercedes velocissima e una Ferrari in crisi sul tracciato più rapido del mondiale. Succede, era una gara anomala, per cui una battuta a vuoto ci poteva stare.

Da lì in poi il tracollo. A Singapore pole position, macchina superiore e dopo 100 metri gran botto alla partenza con due Ferrari messe fuori gara. In Malesia si comincia coi problemi tecnici: Vettel si blocca dopo le prove, cambia motore e parte dal fondo, Raikkonen in prima fila nemmeno parte visto che la sua rossa si ammutolisce. In Giappone altri problemi simili, Vettel costretto al ritiro dopo pochi giri per il calo di potenza, Hamilton che fa il pieno e da meno 7 a fine agosto si porta a più 59 ai primi di ottobre, con appena 16 punti da guadagnare per diventare campione del mondo per la quarta volta.

Si arriva ad Austin, i problemi iniettore candela che hanno fermato le rosse sembrano risolti e invece, invece accade altro. Nella notte fra venerdì e sabato i meccanici sostituiscono il telaio a Vettel. "Gina", così chiamava la macchina, va archiviata. Si vede che c'era un problema grosso da risolvere se si è decisi a questo passo. Ma i meccanici dopo aver ricostruito le macchine a Singapore, rimontato la vettura di Vettel in Malesia che ha distrutto il retrotreno dopo la bandiera a scacchi, sostituito motore, cambio e altro in Giappone, arrivano negli USA e passano una notte insonne a rimettere insieme ancora tutti i pezzi.

E' una Ferrari che in appena 4 gare ha distrutto tutto quello di buono che aveva fatto nelle precedenti 12 corse. Cosa è successo? Mistero. Evoluzione tecnica andata male? Può essere se si spreme il motore, ma è anche vero che lo fa pure la Mercedes e loro, di problemi, non ne hanno avuti. Controllo qualità? Può essere, ma come mai fino al Belgio era tutto ok e adesso non funziona più niente, magari anche la macchinetta del caffè? Nel dubbio è arrivata Maria Mendoza, esperta di materiali, al controllo qualità. Una nomina fatta di fretta perché si è capito che c'era una falla oppure programmata per tempo e arrivata nel momento sbagliato? Mistero. E poi Vettel.

Insieme si vince e si perde, è chiaro, ma la domanda è: come si fa in 4 gare a buttare via le altre 12 semplicemente perfette?

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Secondo Bernie Ecclestone è prevedibile, se qualcosa non va crolla. Lo si è visto l'anno scorso con i nervosismi, ma quest'anno la macchina era buona, eppure ci sono stati momenti di buio. A Baku, quando ha reagito male su Hamilton che gli ha tirato l'amo. A Singapore dove senza volerlo ha innescato il casino alla partenza. E adesso ad Austin, dove gli manca il feeling con la macchina. Se c'era qualcosa di storto c'era anche prima, e non se ne è accorto nessuno. Se si è rotto altro (un telaio crepato non è una bella cosa) bisogna capire dove e in che modo. Di sicuro con un Hamilton che cresce, si esalta e diventa imprevedibile, un Vettel scontato e per giunta dubbioso, non aiuta. Ci sono stati problemi di macchina, leggi affidabilità, ma anche problemi del pilota, leggi errori. Insieme si vince e si perde, è chiaro, ma la domanda è: come si fa in 4 gare a buttare via le altre 12 semplicemente perfette?

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