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BUDAPEST - Altra pista, stesso copione: una Ferrari davanti a tutti, quella di Leclerc, e gli altri a inseguire. Con la speranza che stavolta ci resti fino a domenica sera, visti i precedenti. Anche in Ungheria la Ferrari domina la prima giornata di prove, con Sainz in terza posizione ad appena 14 millesimi da Norris, secondo con la McLaren. Verstappen è quarto, ma a 283 millesimi, che su questa pista equivalgono a niente. E per le qualifiche è prevista pure la pioggia, benvenuta vista le temperature torride della zona, ma complicata per via delle caratteristiche del tracciato, che diventa molto più scivoloso del normale rispetto ad altri tracciati.
E' stata, insomma, una sessione di prove che non ha aggiunto nulla a quanto già si sapeva e si era visto durante la stagione. Conferma che la Ferrari può puntare alla prima fila e controllare la gara, sempre ammesso che non intervengano fattori esterni, leggi affidabilità o errori dei piloti (vedi ultimo GP in Francia). E' una gara che però nasce sotto il segno di Sebastian Vettel e dell'annuncio del suo ritiro, che ha colto di sorpresa gli stessi uomini dell'Aston Martin visto che il tedesco aveva annunciato la sua decisione soltanto nella serata di mercoledì. E quindi, visto che la prima pedina del mercato piloti si è fatta da parte, è scattata la caccia al sedile di Sebastian con una girandola di nomi che comprendono anche Giovinazzi, che però nicchia e fa finta di niente visto quello che c'è in ballo per il futuro. Intanto i buoni risultati finanziari del gruppo Stellantis hanno portato all'annuncio del rinnovo della collaborazione con la Sauber, che pure la prossima stagione vestirà Alfa Romeo. D'altronde non poteva essere diversamente, visti gli enormi investimenti fatti con Tonale e il lancio di nuovi prodotti in futuro e la F.1 rappresenta la miglior vetrina per il marchio italiano.
Nel frattempo, con 63 punti di svantaggio da Verstappen, la Ferrari non ha molto da perdere per cui con un Leclerc grintoso che ci crede ancora, tutto può essere: "Sono matto? Sì sono matto perché ci credo, perché possiamo ancora lottare per il mondiale e possiamo farcela e io ci credo, non mollo di certo" le parole del pilota monegasco alla vigilia di questo GP Ungheria che sancisce la fine della stagione estiva in attesa del prossimo GP in Belgio dopo tre settimane di stop per la F.1, dove è vietato sviluppare le monoposto o modificarle in officina. Da dimenticare, invece, l'inizio per Lewis Hamilton, undicesimo, con Russell nono. La loro Mercedes saltella come se fosse un canguro e non si capisce come non siano riusciti a risolvere il problema, cosa che hanno fatto gli altri team. Su una pista dove Hamilton ha sempre ottenuto vittorie e ottime prestazioni, vederlo annaspare in quel modo lascia davvero stupiti. E non è un caso che la Mercedes attenda la TD39, ovvero la direttiva tecnica che dal GP del Belgio cambierà il metodo di controllo dei fondi che, al momento, Ferrari e Red Bull hanno capito come far funzionare. Ufficialmente per ragioni di sicurezza, in realtà per riportare un certo livellamento nelle prestazioni che aiuterebbe chi è rimasto indietro o non vuole spendere soldi nello sviluppo di un progetto nato male e cresciuto peggio come quello Mercedes