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Campione dalle infinite risorse, Verstappen in Ungheria ribalta una gara che sembrava segnata ancor prima del via, vincendo dopo essere partito 10°, e senza beneficiare di alcun ritiro. Una vittoria costruita con tanto piede e cuore, ma anche stando ben attento a evitare contatti in cui aveva solo da perdere, tanto il suo momento sarebbe arrivato. Voto 10 e lode, ennesima impresa.
Alle sue spalle un resuscitato Lewis Hamilton, che raddrizza una qualifica stranamente storta con un ritmo di gara da campione e un finale in crescendo, grazie alle gomme rosse quando serviva dare tutto: finisce davanti al compagno di squadra che gli aveva rifilato una lezione di guida il sabato, come a ribadire che lui di lezioni è ancora in grado di darle. Voto 9, infinito.
“Solo” terzo Russell, che alla vigilia probabilmente sperava in qualcosa di più: se non la vittoria, almeno chiudere davanti ad Hamilton. E invece… Restano l’invenzione di un giro perfetto al sabato, una grande difesa su Leclerc e l’ennesimo podio di una stagione comunque estremamente positiva. Arriverà anche il suo momento. Voto 9 anche per lui perché il 3° posto gli va decisamente stretto.
Per trovare la prima Ferrari bisogna guadare giù dal podio: Sainz chiude 4° una gara che avrebbe potuto e dovuto vincere, ma fin da subito si era capito che il suo ritmo non era dei migliori. Peccato perché in qualifica poteva fare la pole, se non fosse stato per un settore centrale così così. Forse se fosse partito al palo la gara avrebbe preso una piega diversa, ma con i se non si vince mai niente. Nel dubbio voto 7,5 perché lo spagnolo non ha fatto errori, ma il potenziale era maggiore.
Dopo la Francia continua il momento così così per Perez, rimasto clamorosamente escluso dalla Q3: certo il motore non era al top - infatti poi sarà sostituito - ma insomma… e anche in gara il messicano aveva ben altro ritmo rispetto al compagno di squadra. Voto 6 per la mini-rimonta, ma siamo al minimo sindacale. Che succede?
Al sesto posto l’altra Ferrari di Leclerc, spinta da una miscela speciale di rabbia e benzina: più rabbia che benzina, pensando al potenziale altissimo e a tutto quello che è andato storto in questa stagione, Ungheria inclusa. Il monegasco pasticcia un po’ in qualifica, ma in gara si capisce subito che ne ha di più di Sainz: quando arriva il suo momento, dopo non poca fatica sorpassa con una manovra capolavoro Russell. Sembrava l’inizio di una fuga verso la vittoria, invece lo chiamano ai box per montargli delle gomme bianche come il calcestruzzo, materiale di cui probabilmente erano fatte visti i tempi in pista…. L’ulteriore cambio gomme con le rosse serve solo a certificare la sciocchezza commessa ai box. Voto 8,5 perché lui al solito ce l’ha messa tutta: azzoppato.
Un altro a cui il risultato finale (7°) va decisamente stretto è Norris, capace di arrampicarsi fino alla seconda fila il sabato: ma un conto è inventarsi un giro eccezionale, un altro tenere quel ritmo sulla distanza di gara. Già dopo pochi giri è chiaro che con la sua McLaren non è possibile, così l’inglese perde gradualmente posizioni, ma non molla l’osso. Lui però ce l’ha messa tutta, come sempre: voto 8 per l’impegno.
Ancora a punti Alonso, che passa buona parte della gara a litig… ehm, duellare con il compagno di squadra: del resto non è che potesse ambire a molto altro con questa Alpine. Anche perché per sgombrare il campio da ogni ambizione ai box puntano sulle gomme bianche (ma almeno loro lo fanno per fermarsi una volta sola ai box…). Ancora una volta, comunque, regola Ocon ribadendo di essere di fatto la prima guida nel team: voto 7,5 per la determinazione.
E voto 6,5 a Ocon, talmente concentrato sullo stare davanti ad Alonso da rischiare almeno in un paio di occasioni l’incidente tra compagni di squadra (specialità in cui il francese è uno dei massimi esperti, non dimentichiamolo) e finendo per farsi scavalcare da un Ricciardo temporaneamente risvegliato. Ora è meglio rilassarsi un po’.
Chiude la zona punti Vettel, che festeggia con una piccola (piccolissima) gioia l’annuncio del suo ritiro a fine anno, dimostrando così di essere ancora competitivo in F1, anche se dal prossimo anno ha scelto di concentrarsi su ben altre e più importanti sfide. Intanto voto 7 per l’impegno.
Fuori dai punti, voto 7 a Gasly che arriva 12° dopo essere partito dai box: segni di risveglio?
Voto 5 invece a Ricciardo che entra sì in Q3 ma si prende 6 decimi da Norris in qualifica e in gara dopo un iniziale tentativo di rimonta finisce ancora una volta nelle retrovie, non prima di avere speronato Stroll con conseguente penalità. L’agonia continua.
A proposito di agonie, ancora una volta voto 5 al muretto Ferrari: ormai prima di una gara il tifoso delle rosse si siede sul divano curioso di capire in che modo la squadra manderà in malora tutto con le strategie, sentendosi subito dopo in colpa perché no dai, non possono sbagliare ancora una volta, e poi cosa può andare storto in Ungheria se parti 2° e 3° e “quello là” scatta da metà schieramento? Invece in ogni gran premio c’è una nuova trovata: stavolta anticipano il campito gomme di Leclerc in testa per fargli disputare quasi 30 giri con delle gomme che tutto il paddock sapeva essere lentissime. Ok, il ritmo non era quello sperato alla vigilia, ma con Leclerc c’è stato l’ennesimo suicidio tattico. Ora, al di là delle battute facili, è evidente che al box Ferrari c’è un grosso problema.
Verstappen 10 e lode
Hamilton 9
Russell 9
Leclerc 8,5
Norris 8
Alonso 7,5
Sainz 7,5
Vettel 7
Gasly 7
Ocon 6,5
Perez 6
Ricciardo 5
Muretto Ferrari 5