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La Formula 1 non accenna a fermarsi, e, dopo le due gare consecutive in Austria, è già tempo di spostarsi in terra magiara per il Gran Premio d'Ungheria 2020. Ma chi è il favorito per la gara di domenica? Quando si parla dell'Hungaroring, è inevitabile inserire tra i papabili Lewis Hamilton, che ha vinto ben sette volte qui, l'ultima delle quali lo scorso anno. Un successo sudato, quello del 2019, visto che Hamilton solo a fine corsa riuscì ad avere ragione di Max Verstappen, scattato dalla pole position. E l'Hungaroring sarà un banco di prova molto importante per la Red Bull, visto che il circuito pone l'accento sull'aerodinamica e sulla trazione.
La pista magiara presenta un secondo settore molto tortuoso, nel quale è necessario avere a disposizione una monoposto molto reattiva nell'ingresso in curva, per aggredire al meglio i cambi di direzione. Nelle ampie curve conclusive del tracciato, invece, è indispensabile un bilanciamento immacolato. L'Hungaroring, in buona sostanza, rappresenta una valida cartina al tornasole per valutare la bontà della filosofia aerodinamica delle vetture. E sarà la prova del nove non solo per la Red Bull, ma anche e soprattutto per la Ferrari, che in Ungheria porterà finalmente l'intero pacchetto di aggiornamenti. Non solo ala posteriore e fondo, dunque, ma anche altre soluzioni, tra cui una rivoluzione della fluidodinamica delle pance.
Visto che la Rossa non ha potuto accumulare dati durante la gara sui nuovi componenti portati in Stiria la scorsa settimana a causa del doppio ritiro incassato per via dell'incidente in partenza innescato da Charles Leclerc, sarà fondamentale raccogliere dati sin dal venerdì per capire la bontà della "versione B" della SF1000. Per ora, il punto di riferimento a livello prestazionale restano la McLaren e la Racing Point. E proprio la scuderia di Silverstone sarà tra i team più chiacchierati del weekend. Il pieno potenziale della RP20 forse non si è ancora visto, ma sicuramente fa fede l'agevole rimonta dalle retrovie di Lance Stroll e Sergio Perez domenica. La panterona rosa aveva annaspato sul bagnato in qualifica, ma in gara è stata un'altra cosa.
Ed è destinata a continuare la guerra fredda della Racing Point con la Renault, che, dopo essere stata surclassata in gara dalla rivale, ha deciso di presentare ufficialmente ricorso contro il team di Silverstone per via delle evidenti somiglianze della RP20 con la W10 dello scorso anno. Nel mirino della FIA sono finiti così i condotti d'aria dei freni, una delle componenti che da regolamento devono essere tassativamente disegnate internamente dai team. Fuori sono praticamente identici, ma la prova del nove sarà l'esame dell'interno: la forma esterna può essere copiata dalle foto, ma le geometrie al suo interno no. Su questo punta la Renault per sbarazzarsi della scomoda monoposto rosa.
Tornando all'attività in pista, i team potranno tirare un sospiro di sollievo per quanto riguarda l'affidabilità, quantomeno della power unit. All'Hungaroring si torna in pianura, e i problemi di surriscaldamento dovuti alla maggiore rarefazione dell'aria in quota sono destinati a sparire. E il propulsore è in ogni caso meno sollecitato, viste le velocità medie. In gara potrebbe essere però critica la gestione degli pneumatici, particolarmente stressati dall'incessante successione di curve nel secondo settore. Per ovviare al problema, potrebbe essere utile optare per una strategia a due soste, come quella perfezionata lo scorso anno dal vincitore, Lewis Hamilton.