F1, GP Ungheria 2018: il commento alle Qualifiche

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Dal nostro inviato al GP Ungheria 2018, il commento alle qualifiche del sabato
28 luglio 2018

Non era uno scroscio di pioggia quello caduto intensamente in pista. Era una livella capace di dare a chi ha talento e togliere a chi ha la macchina. Il risultato delle qualifiche si può riassumere così, perché vedere Lewis Hamilton davanti a Bottas che a parità di macchina si becca 3 decimi, per non parlare di Raikkonen con la Ferrari a mezzo secondo e Vettel ancora più lontano, è il sintomo di come in condizioni difficili sia ancora l'uomo a contare.

Poi in gara la superiorità della Ferrari verrà fuori, magari fin dalla prima curva, ma con la pioggia Lewis Hamilton aveva l'occasione per mostrare ancora una volta il suo talento. La sua capacità di galleggiare, di inventarsi traiettorie e stare in lotta col mezzo e l'asfalto sbagliando meno degli altri, facendo meglio degli altri. La pioggia come livella delle prestazioni, lui l'adora, altri la maledicono. Vettel, ad esempio, che nel primo stint si è presto 2 secondi da Hamilton, riuscendo poi a ridurre il distacco attorno ai 6 decimi. Era il segnale di come l'inglese, animale da velocità, avesse subito capito i limiti suoi e della macchina, mentre Sebastian li ha scoperti giro dopo giro.

Due atteggiamenti diversi di correre, di affrontare le avversità. E in mezzo Raikkonen, il "nonno", il "bollito", il pensionato. Quello che non dovrebbe esserci e invece, fra testacoda e sbandate, ti porta la rossa al terzo posto, a un soffio dalla prima fila e davanti al compagno di squadra. Lui non ha nulla da perdere, per questo spinge. E quando lo vedi guidare, con le mani che sul volante si muovono appena, capisci che ha ancora margine che la sua Ferrari può molto di più e che al momento buono servirà. Questo in qualifica, con la pioggia che ha esaltato piloti normalmente nelle retrovie come Sainz, quinto, davanti a Gasly e poi un Verstappen settimo (Ricciardo peggio ancora, 13 e fuori in Q2) in crisi con le gomme che non andavano in temperatura.

La pioggia, condizione che ha fatto emergere il valore dei piloti
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Poi la gara sarà altra cosa. La Ferrari è messa meglio, ottimo assetto, motore eccezionale, specie nella parte elettrica, gestione ottimale delle gomme, mentre il pregio (sul bagnato) della Mercedes, ovvero riscaldare le coperture, in gara diventa un handicap perché dietro si surriscaldano e perdono aderenza. Se non interviene Giove pluvio per Hamilton la pole del sabato rischia di essere la sola soddisfazione del week end. A parziale giustificazione del quarto posto di Vettel c'è da dire che dopo aver sprecato il GP di Germania, uscendo di pista sull'umido, Sebastian ha voluto conservarsi del margine, evitando di sbagliare ancora, cosa che dopo la corsa tedesca, lo avrebbe messo ancora sul banco degli imputati, per cui si può comprendere la sua cautela anche se ha capito che in quelle condizioni, contro Hamilton, c'era poco da fare per cui inutile arrampicarsi sugli specchi col rischio di sbagliare. E farsi processare.

I ferraristi con la pioggia non sono rimasti davanti, ma la gara sarà asciutta
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