F1, GP Ungheria 2017: la nostra analisi [Video]

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Analizziamo il Gran Premio d'Ungheria, undicesimo appuntamento del mondiale 2017 di Formula 1, con il nostro inviato F1, Paolo Ciccarone
1 agosto 2017

La Ferrari esce trionfatrice dal weekend di gara all'Hungaroring: la doppietta ottenuta grazie alla vittoria di Sebastian Vettel e al secondo posto di Kimi Raikkonen nel Gran Premio di Ungheria 2017 dimostra la superiorità della SF70H in terra magiara. Fondamentale il lavoro dei tecnici, in grado, dopo un venerdì sottotono, di trovare il bilanciamento perfetto per permettere ai piloti di affrontare al meglio i tortuosi cambi di un circuito che sorrideva già alla Rossa per via del passo corto della vettura. Interventi sull'assetto, questi, resi possibili anche dalla collaborazione di Antonio Giovinazzi, volato a Maranello nel pomeriggio di venerdì per cimentarsi al simulatore.

Il risultato della gara, lineare rispetto a quello della qualifica, che aveva già visto un 1-2 Ferrari, suggerirebbe una gara assolutamente agevole per i due piloti della Rossa. Così, in effetti, è stato nella prima parte della corsa, prima che un imprevisto sparigliasse le carte in tavola. Lo sterzo della SF70H di Vettel ha cominciato a pendere verso sinistra, impedendo al tedesco di attaccare i cordoli e costringendolo dunque a rallentare. Solo il prezioso aiuto di Kimi Raikkonen, che gli ha fatto da scudiero, ha fatto sì che Hamilton, arrivato arrembante alle spalle del finlandese, non potesse insidiare il primo posto di Vettel e sottrargli la leadership mondiale.

Non è stato certo un compito facile per Raikkonen, che via radio ha più volte sottolineato il fatto di trovarsi in una situazione scomoda. L'ottima condotta di gara del pilota finlandese, che con abnegazione ha sacrificato una vittoria che avrebbe meritato, ha salvaguardato un risultato importante in ottica mondiale. 14 punti non sono moltissimi, ma rappresentano comunque un buon tesoretto in vista di due gare, Spa e Monza, che sulla carta favoriscono la Mercedes. La Ferrari mostra ancora una volta una mentalità vincente, implementando la strategia per ottenere il risultato migliore: i mondiali si vincono anche in questo modo. 

La scuderia di Brackley, peraltro, ha affrontato un dilemma strategico: dopo aver domandato a Vallteri Bottas di lasciar passare Lewis Hamilton per permettere a quest'ultimo di cercare l'attacco alle Ferrari - richiesta evasa in modo decisamente plateale dal finlandese - l'inglese ha fatto passare il compagno una volta sfumata la possibiltà di una rimonta, perdendo tre lunghezze che in ottica mondiale potrebbero rivelarsi decisamente preziosi. Come preziosi sono i punti colti da Fernando Alonso, ancora una volta superlativo con una vettura non degna del suo blasone. Quando la power unit riveste un ruolo marginale, l'asturiano brilla: nel weekend del suo trentaseiesimo compleanno è arrivato anche il giro più veloce in gara.

I 14 punti di vantaggio di Vettel su Hamilton sono sufficienti per affrontare in modo tranquillo le prossime corse? La Mercedes ha fatto la scelta migliore nella gestione dei suoi piloti in Ungheria? Come giudicare i contatti di gara tra Ricciardo e Verstappen e tra Hulkenberg e Magnussen? Parliamo di questo e molto altro con il nostro inviato F1, Paolo Ciccarone, nella nuova puntata di DopoGP F1.

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