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Mercedes nel pallone
Su una pista che generalmente concede poco allo spettacolo, stavolta è successo davvero di tutto, al punto che l'Hungaroring ci ha regalato probabilmente la gara più divertente dell'anno. E senza nemmeno dover fare la danza della pioggia. Sì perchè è stato l'elemento umano la vera variabile impazzita della gara. Prendiamo Hamilton: si era qualificato in pole position con un giro da favola e un distacco umiliante (per tutti gli altri), ma in gara davvero non ne ha azzeccata una. Partenza da dimenticare - ma questo tutto sommato può capitare - e subito un altro erroraccio, questo sì gravissimo, quando finisce fuori pista per non tamponare Rosberg. A quel punto l'inglese inizia una bella rimonta, salvo poi farsi sorprendere da Ricciardo al restart dopo la safety car e finire contro la sua fiancata nel tentativo di resistergli. Risultato: musetto da cambiare, penalità da scontare e addio ad un podio che nonostante l'avvio disastroso sarebbe stato più che sicuro con il ritiro di Raikkonen. Il fatto che nonostante questa sequenza di casini l'inglese vada in vacanza addirittura con un vantaggio aumentato in classifica su Rosberg è un premio che francamente non merita, perché da un bicampione del mondo avviato a conquistare il terzo alloro iridato certe giornate di ordinaria follia non dovremmo vederle. Voto 3, colpo di sole.
In effetti, ad un certo punto sembrava che Rosberg potesse addirittura superarlo in classifica, ma questo sarebbe stato un premio davvero eccessivo per il tedesco, che pur senza commettere errori grossolani ha disputato in Ungheria un week end davvero pessimo: in qualifica ha rimediato più di mezzo secondo da Hamilton e in gara, al di là della partenza poco felice, con la sua Mercedes non è mai stato in grado di impensierire le Ferrari, accumulando un distacco pesantissimo. Tutta colpa del sottosterzo, ripete a più riprese il tedesco: siccome però l'assetto sono i piloti a farlo, insieme agli ingegneri, il fatto di non aver trovato in due giorni di prove il bandolo della matassa, mentre il suo compagno di squadra volava, è un ulteriore elemento di demerito. Nell'incidente con Ricciardo invece non ci sono colpe particolari a nostro parere (e infatti nemmeno i commissari hanno affibbiato sanzioni), solo tanta sfortuna, ma stavolta questa non è una giustificazione. Voto 4, evaporato.
A Maranello splende il sole
Chi invece non sbaglia niente è Vettel: veloce in qualifica - per quanto si possa esserlo con la Ferrari di quest'anno - parte benissimo e poi non ce n'è per nessuno. Una gara solitaria e intensa la sua, tutta costruita su un ritmo impossibile per gli avversari, sfruttando la proverbiale gentilezza con le gomme della Rossa di quest'anno. Anche dopo il restart il tedesco è bravissimo a tenere a distanza Rosberg, conquistando una seconda vittoria stagionale meritatissima. Voto 10, campione. Insieme a Vettel, avrebbe davvero meritato di festeggiare sul podio Raikkonen, che in Ungheria ha disputato un week end finalmente esente da suoi errori, ma bersagliato dalla sfortuna con problemi tecnici il venerdì, il sabato e infine la domenica. Rimane per il finlandese una partenza capolavoro (ancora migliore di quella di Vettel) e una gara intensa, che non vale quella del compagno di squadra solo per il ritmo leggermente inferiore, ma stavolta il problema non era certo Kimi: voto 9, rinvigorito.
Chi invece non sbaglia niente è Vettel: veloce in qualifica parte benissimo e poi non ce n'è per nessuno
Un altro che sembrava improvvisamente in crisi e che in Ungheria si è invece riscattato alla grande è Ricciardo: 3° al traguardo dopo una gara tutta all'attacco, con le perle dei sorpassi su Hamilton e Rosberg dove ha mostrato davvero una grinta fuori dal comune. In entrambi i casi la sua carrozzeria non ne è uscita indenne, ma non per colpa sua. Veloce e spettacolare, l'australiano rimane un talento puro, anche se quest'anno ha poche occasioni per dimostrarlo. Voto 9, feroce. Voto 9 però anche a Kvyat, che termina 2° cogliendo il primo, meritato podio della carriera: in una gara in cui succede di tutto, il russo si complica la vita a inizio gara, quando spiattella un pneumatico rovinando l'equilibrio dell'auto nel primo stint, e poi quando sorpassa sulla via di fuga Hamilton subendo un'inevitabile penalità. Però non demorde e con un gran ritmo va a cogliere un risultato che premia non solo una bella gara, ma soprattutto la sua grande crescita dall'inizio del campionato.
Verstappen sorprende
E meno male, perché ai piedi del podio arriva un altro talento purissimo che ha già la Red Bull - intesa come sedile - nel mirino: Verstappen è splendido 4°, dopo qualifiche ancora una volta ottime (entra in Q3) e una gara in cui non perde mai la testa mentre intorno a lui piloti con ben altra esperienza ne combinano di tutti i colori. L'unica sbavatura, fortunatamente senza reali conseguenze, è la penalità per l'eccesso di velocità ai box durante la safety car, ma l'impresa rimane, solida e indelebile, dedicata a chi continua a fare polemica sui suoi 17 anni. Voto 9 anche per lui quindi, fenomeno. Un altro che fenomeno lo è sempre stato e lo rimane nonostante la trebbiatrice che è costretto a guidare quest'anno è Alonso, che come sempre massimizza il potenziale della sua McLaren su una pista dove i cavalli contano un po' meno, chiudendo splendido 5°. Va detto: più per i problemi altrui che per la velocità della monoposto inglese, che rimane deludente anche su tortuoso tracciato inglese. Un 5° posto che fa morale e basta, quindi, ma quest'anno tocca ringraziare e stare zitti. Voto 10, per il risultato e per la pazienza.
Voto 2 a Massa, perché con la sua esperienza sbagliare a schierarsi è davvero un errore imperdonabile
Sta lontano dai casini e arriva a sorpresa a punti anche Grosjean, 7° e consapevole che quest'anno nonostante il motore Mercedes bisogna accontentarsi delle briciole lasciate dagli altri. Il francese però stavolta corre con intelligenza e ottiene il massimo risultato possibile con la sua Lotus, che non è molto. Voto 7,5, giudizioso. Chi invece continua a peccare di giudizio è Maldonado, che con tre penalizzazioni nella stessa gara stabilisce un record davvero notevole anche per lui, con l'ennesima variante sul tema "incidente con Perez", ormai un classico atteso dai telespettatori come certi vecchi film comici in seconda serata nelle notti d'estate. L'hai già visto un milione di volte, ma ogni volta ti fa ridere. Fin dai tempi della GP2 i due non si amano, eppure ogni volta che sono in pista si cercano, si guardano... Il resto, come si dice, è storia. Storia e un conto infinito di costosissimi ricambi in carbonio. Voto 0 a Maldonado, pilota dal piede pesante ma dalla testa troppo leggera, sempre più ridotto al ruolo di bancomat più veloce del mondo. Peccato, perché come detto il talento ci sarebbe.
Williams? Non pervenute
Chi invece proprio dell'intelligenza ha fatto un marchio di fabbrica è Button, che infatti con la consueta gara accorta giunge a punti - 9° - ma siccome Alonso, con il medesimo cancello, arriva 5°, all'inglese stavolta va un 6 stiracchiato ma non di più, perché evidentemente si poteva fare di più. E con la McLaren di quest'anno quando ricapiterà un'occasione del genere? Minimo sindacale. Conclude la zona punti, e forse non sa nemmeno lui come, anche Ericsson, che continua a non mostrare particolari sprazzi di talento ma è sveglio a sufficienza da capire che in una domenica come questa può arrivare un punticino anche per lui. E infatti così è. Voto 7, concreto. Voto 5 invece a Nasr, che non si è mai visto, finisce alle spalle del non esaltante compagno Ericsson e anche se ormai siamo a metà campionato continua ad aver disputato la sua gara più bella in Australia. E questo la dice lunga sulla sua curva di apprendimento...
Un regolamento sulle gomme che non piace alla maggior parte delle squadre, non piace ai piloti, non piace ai tifosi e probabilmente non piace nemmeno alla Pirelli
Voto 5 anche a Bottas, perché va bene che la gomma tagliata lo caccia fuori dalla zona punti ma non è che avesse fatto meraviglie fino a quel momento... E voto 2 a Massa, perché con la sua esperienza sbagliare a schierarsi è davvero un errore imperdonabile, dal quale non si risolleva più nonostante davanti a lui tutti ne combinino di ogni colore e arrivi pure una safety car a ricompattare il gruppo: disperso. Una menzione speciale, e purtroppo non è molto d'onore, ad Arrivabene, che intervistato a fine gara si toglie una sassaiola dalla scarpa: fino a qui niente di sbagliato, anzi, perché ricordiamo che il suo è uno dei lavori più difficili del pianeta, criticato e criticabile a prescindere da giornalisti e frequentatori di bar di tutto il mondo, e anche solo per questo motivo il manager italiano ci sta simpatico. Però rivendicare la possibilità per ogni squadra di scegliere le mescole che predilige come se fosse un diritto o una macchinazione ai danni della Ferrari ci pare un po' eccessivo: le regole sono così e sono note a tutti, da tempo, ci sta che chi insegue spinga per cambiarle, ma pretenderlo è un po' troppo. Voto 5 ad Arrivabene quindi: fuori misura.
Certo, rimane comunque la perplessità circa un regolamento sulle gomme (voto 5) che non piace alla maggior parte delle squadre, non piace ai piloti, non piace ai tifosi e probabilmente non piace nemmeno alla Pirelli che è protagonista in F1 senza poter dimostrare realmente tutta la propria tecnologia. Insomma, una cosa ben diversa rispetto a quando c'erano test illimitati e più "gommisti" a farsi una concorrenza spietata, ma erano altri tempi e soprattutto altre economie...
F1, GP Ungheria 2015: le pagelle
Vettel: 10
Alonso: 10
Raikkonen: 9
Ricciardo: 9
Kvyat: 9
Verstappen: 9
Grosjean: 7,5
Ericsson: 7
Button: 6
Nasr: 5
Bottas: 5
Arrivabene: 5
Regolamento gomme: 5
Rosberg: 4
Hamilton: 3
Massa: 2
Maldonado: 0