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BUDAPEST – Una vittoria cotta e mangiata per la Ferrari. Con Vettel che ottiene il secondo successo della stagione, obiettivo minimo della rossa nel 2015, e le polemiche della vigilia con Niki Lauda che dalla Mercedes aveva detto che :”La Ferrari sa fare solo gli spaghetti non le macchine” in Ungheria la rossa ha mostrato che sa fare benissimo anche il resto: “Io non faccio il cuoco, ma ho detto ai ragazzi di mangiare tutti una pizza all’arrabbiata” ha detto sornione Maurizio Arrivabene e con questa battuta viene chiusa anche la polemica, divertente semmai, del botta e risposta a distanza, tanto che Toto Wolff, presidente Mercedes F.1, l’ha presa sul ridere: “Maurizio è un simpatico e devo dire che loro sono stati molto veloci, specie nella prima parte di gara”.
Ma come si fa ad avere la miglior macchina del mondiale e perdere la corsa? “Semplicemente perché non possiamo vincerle tutte e poi la Ferrari ha corso bene, è stata forte e superiore nella prima parte di corsa, con un ritmo molto veloce, sono davvero degli avversari temibili e bravissimi, quindi non vi stupite del risultato. E per quanto riguarda gli errori dei miei due piloti, da una parte hanno offerto un grande spettacolo alla F.1, dal mio punto di vista posso solo dire che è stato… shit (cacca, ndr per usare un eufemismo…) ma va bene così”.
Torna la F1 del corpo al corpo
Nel giorno del ricordo di Jules Bianchi, con i genitori sullo schieramento insieme a tutti i piloti, si è rivista la F.1 dei corpo a corpo, delle lotte serrate e le toccate, che hanno coinvolto i commissari a sanzionare con punti, drive trough e stop and go diversi piloti.
Forse hanno esagerato, la corsa era spettacolare, non si possono punire i piloti per ogni cosa come fatto in Ungheria, alla fine sono stati tolti punti alla patente da corsa a Grosjean (due) Maldonado (due) Kvyat (due punti e penalizzazione di 10 secondi sul tempo che non gli ha impedito di salire sul secondo gradino del podio) 3 a Verstappen (non per la toccata a Bottas ma per il limite di velocità non rispettato con la safety car) e due punti pure ad Hamilton per aver tamponato Ricciardo (e l’inglese si è preso pure un drive trough).
Alla fine per la Ferrari stava per scappare il bottino pieno, visto che nel corpo a corpo della partenza Vettel è riuscito a beffare Hamilton ed è stato strano vedere le due rosse dalla seconda e terza fila infilare le frecce d’argento in quel modo ma soprattutto vedere Vettel menare le mani in un duello ravvicinato.
Poi ci ha pensato il nervosismo di Hamilton, che alla prima curva aveva perso tre posizioni in un colpo solo e nel tentativo di superare Rosberh ha sbagliato alla chicane, è uscito e in pista oltre alla sabbia ha portato la delusione di un 10 posto. In questa fase la Ferrari con Vettel primo e Raikkonen secondo ha messo la distanza giusta fra sé e la Mercedes.
Raikkonen, la sfortuna continua
Ma qui gatta ci cova o sfiga ci vede, fate voi. Raikkonen rompe il motore elettrico e deve ritirarsi, Hulkenberg rompe l’ala davanti (altro pezzo affaticato alla Force India) e per rimuovere i pezzi in pista al 44 giro entra la Safety Car. E qui succede di tutto. Il gruppo compatto, la Ferrari con le gomme dure e gli altri con le morbide e 15 giri da fare. Destino segnato, invece no. Hamilton ne combina un’altra delle sue, sbaglia l’attacco a Ricciardo, gli rovina la macchina, a un certo punto sono in cinque affiancati e due, Kvyat e Hamilton, vanno per prati, Verstappen tampona Bottas e il gruppetto si sfoltisce.
Ricciardo recupera come un ossesso su Rosberg, tenta l’attacco a 4 giri dalla fine, arriva lungo, i due si toccano quando Nico rientra in traiettoria ma ha la peggio con una gomma forata, Ricciardo si ferma ai box, Kvyat diventa secondo e Vettel, là davanti, capisce che è fatta. Poi il dopo corsa, le polemiche e le parole arcane di Arrivabene “vogliono dividere la nostra squadra dicendo e ascoltando cose che non sono vere ma fino a quando ci sono io qui non succederà”. Appunto. Fino a quando, ma perché dovrebbe cambiare qualcosa?