F1, GP Turchia 2020: Hamilton, Luigino sette bellezze

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Lewis Hamilton vince il settimo titolo mondiale con il successo nel Gran Premio di Turchia 2020 di Formula 1, una gara in cui l'esperienza ha contato moltissimo
15 novembre 2020

Luigino sette bellezze, forse dovremmo chiamarlo così Lewis Hamilton, sette volte campione del mondo e autore di una gara, e relativa vittoria in Turchia, da vero campione del mondo. Ovvero, ottenuta in circostanze avverse, su una pista impossibile, con condizioni meteo folli, bagnato, asciutto, bagnato, in cui la gestione delle gomme si è rivelata l'arma vincente di questo pilota. Vincere sapendo gestire il treno di gomme intermedie, arrivate alla fine sulle tele, e portare a casa oltre alla 94 vittoria in un GP il settimo sigillo mondiale, è impresa che merita applausi. E la dimostrazione che in Turchia non ha vinto la macchina, la Mercedes, è arrivata da Bottas che a parità di auto, gomme e condizioni meteo, ha inanellato una serie di uscite di pista, tre o quattro testacoda e cambi gomme a ripetizione, finendo doppiato e fuori dai punti.

Una lezione per chi dice che la macchina fa tutto, perché in Turchia a fare tutto sono stati gli uomini, come hanno dimostrato Sergio Perez secondo e Sebastian Vettel terzo con una Ferrari che porta a casa il miglior piazzamento di squadra della stagione, visto anche il quarto posto di Leclerc. Una Ferrari che ha tratto giovamento da un Vettel che grazie alla sua esperienza ha saputo tirare fuori un paio di giri dopo il via in cui ha superato avversari senza fare un errore, al contrario di Leclerc che nella prima fase di gara è rimasto indietro. E che dire di Perez? la Racing Point ha dominato per tre quarti di gara fino a quando Stroll, partito al comando e rimastovi fino al pit, ha cominciato a perdere colpi, ritmo e lucidità mentre Perez, complice pure un pit stop lento della squadra, che di fatto gli ha impedito di superare in pista Stroll, ha saputo gestire le gomme mantenendo il ritmo giusto per arrivare secondo.

In questo frangente, con Verstappen che preso dalla foga ha commesso qualche errore di troppo, vanificando una possibile vittoria (per ritmo e qualità della vettura) Perez e Hamilton non hanno sbagliato nulla. E pure Vettel, che con un pit stop lentissimo si è ritrovato indietro mentre avrebbe potuto lottare almeno per il secondo posto. E' stata una gara che ha messo in luce le qualità dei piloti, dell'esperienza e della lucidità mentale. Chi ha saputo gestire, senza farsi prendere dal panico, alla fine ha avuto ragione. Hamilton che vince alla grande e senza appello, un Perez a dispetto della squadra del padre di Stroll (precipitato al nono posto più che altro a livello psicologico) e un Vettel che all'ultima curva ha ritrovato il podio grazie a un errore di Leclerc che ha tentato di resistere a Perez dopo averlo superato una curva prima. Esperienza batte gioventù, è questo il risultato di Istanbul con un applauso grande per Hamilton, il suo settimo sigillo e il modo in cui, in condizioni difficili, ha saputo dimostrare che l'uomo e il suo valore fanno ancora la differenza nei momento critici. Poi le analisi, i confronti con il passato (leggi Schumacher) sono argomenti per tifosi che non cambiano la sostanza: siamo di fronte al complesso uomo, macchina, squadra più competitivo della storia della F.1. C'è solo da inchinarsi. Come ha fatto Vettel, comportandosi da gentiluomo con Hamilton andando per primo a congratularsi col campione.

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