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Quando la F.1 fa cose turche: Lance Stroll in pole position sotto al diluvio e le Mercedes in affanno con le Ferrari relegate in dodicesima e quattordicesima posizione con Vettel e Leclerc. Una qualifica bestiale, fatta di sospensioni delle prove, uscite di pista e numeri di alta scuola in cui le seconde file sono emerse prepotenti. E su tutti un solo sconfitto: Max Verstappen. Ha guidato benissimo, non ha sbagliato quasi nulla, ma nel giorno in cui spariscono le Mercedes si ritrova ancora secondo e per giunta dietro a una Racing Point pilotata da Stroll, che nel circus è conosciuto come il figlio di papà Lawrence e quindi un pilota con la valigia. Tutto spazzato via da una guida perfetta, priva di errori e da un pilota che è meglio di quanto si possa pensare.
Infatti, in pochi forse sanno che uno dei punti di forza nella preparazione di Stroll avvenne in Canada, da ragazzino, quando il padre assunse Mike Wilson, campione del mondo di kart residente nella bergamasca da decenni e Mike, da tutor, lo ha fatto provare fino allo sfinimento sul bagnato, affinandone le doti e la sensibilità. Un allenamento che è costato tempo e soldi (hanno entrambi in famiglia...) ma che ha dato il primo risultato eclatante con la pole position in Turchia. Per chi non lo sapesse, Wilson è stato il grande rivale di Senna, al pari di Fullerton, ai tempi del kart e l'allenamento di Ayrton sul bagnato è stato il primo insegnamento che Wilson ha dato al giovane Stroll, volendo estremizzare, è una pole position nata nella bassa bergamasca in tempi non sospetti... Destano invece sospetti i tempi delle Mercedes, perché vedere Hamilton sesto e Bottas nono, a fianco di Antonio Giovinazzi (grande prestazione la sua sul bagnato al pari di Raikkonen con la seconda Alfa Romeo, che parte ottavo).
Le due Mercedes non sono riuscite a mandare in temperatura le gomme, hanno faticato più degli altri nel trovare un giro buono, senza traffico, o riuscire a mettere insieme tutti i settori. Bottas, per giunta, si è pure girato nel finale, perdendo posizioni e ritmo. E parlando di chi ha perso la bussola, mettiamoci anche la Ferrari. Nella Q1 Leclerc ha rischiato l'eliminazione perché ha usato le gomme intermedie mentre servivano quelle da bagnato. Poi nella Q2 è sprofondato pure dietro a Vettel che gli ha mollato un secondo e mezzo a parità di macchina. "Come? Siamo a sei secondi dal più veloce?" ha esclamato sorpreso il pilota della Ferrari. Ecco, in un momento in cui dovrebbero emergere le qualità dei piloti (leggi la classifica di chi è davanti) o trasformare in pregi i difetti della macchina (la SF1000 aveva sempre troppo carico ed era lenta) all'improvviso non si trovano più nè uno nè l'altro. Piloti in affanno, macchina ancor più lenta e strategia delle qualifiche opinabile anche col senno del poi. Intanto godono quelli che erano sempre dietro: Perez, terzo, Albon quarto e il duo Raikkonen Giovinazzi mai così in alto in classifica e con l'onore di essere i primi in griglia con un motore Ferrari. Merito del "nonno" Kimi che nelle condizioni difficili sa dove mettere le mani su assetti e strategie.