F1, GP Stiria 2020: Mercedes da urlo con Hamilton, rebus Ferrari

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Lewis Hamilton è stato protagonista di un giro mostruoso al volante di una Mercedes che gli ha regalato la trazione necessaria per brillare sul bagnato. In casa Ferrari c'è da decifrare un rebus: un distacco di due secondi dal poleman è solo questione di tecnica
11 luglio 2020

Difficile dover dire qualcosa su piloti che, a 300 all'ora, hanno corso su una pista in quelle condizioni ed è difficile dover dire che uno è migliore dell'altro. Ma alla fine è emerso solo Lewis Hamilton, con la pole position mostruosa davanti a Max Verstappen che, con la Red Bull, ha patito oltre un secondo e due decimi di distacco dal campione del mondo. E che dire di Carlos Sainz, terzo, con una McLaren nata bene e in crescita, tanto che pure Norris, al suo primo podio domenica scorsa, ha segnato un sesto tempo di valore.

In queste condizioni più che l'uomo, che conta sia chiaro, la differenza la fa la macchina e quello che è andato in scena in questo sabato piovoso della Stiria è che la Mercedes e la McLaren hanno il miglior bilanciamento e la miglior trazione, tanto che sul bagnato pattinavano poco o niente, mentre Verstappen con la Red Bull (si è pure girato sul finire) aveva perdite di aderenza fino alla 5 marcia e in pieno rettilineo. Quindi nel bilanciamento dei meriti uomo-macchina, Verstappen ha fatto qualcosa in più rispetto ad Hamilton che essendo stato perfetto, non ha avuto rivali. Perfetto lui, perfetta la macchina, il risultato è mostruoso.

E in questa classifica di chi ha problemi, enormi, ci mettiamo anche la Ferrari. Domenica scorsa ci si lamentava del fatto che ci fosse troppo carico aerodinamico. Bene, con la pioggia, dove questo carico sarebbe servito, Vettel è decimo e Leclerc undicesimo. Ed è andata bene che Perez e Stroll con le Racing Point abbiano avuto problemi, perché avevano mostrato di avere il potenziale per stare davanti e quindi la classifica reale dice che questa Ferrari vale la quinta o sesta posizione fra i team. Ovvero, qui siamo di fronte a un rebus difficile da capire, perché i camera car dei due piloti hanno mostrato come in accelerazione avessero pattinamento, quindi perdita di aderenza (scarsa motricità) e in fondo al dritto non erano messi meglio degli altri.

Quindi ai problemi soliti su asciutto si sono aggiunti quelli del bagnato, perché vedere Vettel a oltre due secondi da Hamilton non è reale, non esiste che un pilota di F.1 possa beccarsi distacchi simili se non ci sono problemi di macchina. Fin tanto che siamo nell'ordine dei decimi, le differenze ci stanno, ma quando si parla di secondi allora è solo questione di tecnica. Lo dimostra il fatto che dietro a Verstappen e Sainz, alla miglior qualifica della carriera, gli altri sono tutti a ridosso, da Bottas (l'ombra del pilota della settimana scorsa) a Ocon (buono il crono con la Renault), Norris e Albon.

Sono tutti lì, se la sono giocata al decimo. Ma trovare Vettel in fondo al gruppo dei top 10 e con quel distacco, fa capire che a Maranello devono impegnarsi molto per capire che fare e dove mettere le mani. Le modifiche portate in Austria in fretta e furia a quanto pare non sono servite ancora, serve capirne di più. E sui problemi dei ferraristi ci mettiamo anche Alfa Romeo e Haas, destini in parallelo. Giovinazzi è andato a sbattere sul finire di Q1, ma aveva una macchina inguidabile e l'errore ci sta. Il resto della truppa in rosso deve solo dimenticare questo week end. Poi la gara è altra cosa e lì qualche sorpresa ci esce sempre.

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