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Più forte delle polemiche, più forte della sfortuna di un pit stop disastroso in cui ha perso 11 secondi. Più forte del tifo contrario di un pubblico che ha urlato "truffatori truffatori" all'indirizzo della Red Bull e di Max Verstappen, rei di aver sforato la regola del budget cap. In una gara in cui c'era in ballo soltanto l'onore per la vittoria, il bicampione del mondo olandese non ha mollato di un centimetro, non ha lasciato spazio a nessuno e a pochi giri dalla fine ha superato Lewis Hamilton che con la Mercedes stava assaporando il gusto di una vittoria che manca ormai da quasi un anno. Invece no, non c'è stato niente da fare per un Lewis straordinario che aveva approfittato del ritardo al box di Verstappen in un pit stop lentissimo, in cui la gomma anteriore sinistra dapprima non si è svitata e poi il cambio di pistola pneumatica aveva relegato l'olandese addirittura alle spalle di un incredibile Charles Leclerc, partito dodicesimo e in lotta per la vittoria.
Una gara entusiasmante, che ha soddisfatto il pubblico americano, con un programma cucito apposta su misura per loro, con orari sfalsati rispetto agli standard europei e che hanno costretto a orari notturni gli appassionati europei. Ma la gara ne è valsa la pena, con una partenza da brivido in cui Sainz, partito in pole position, ha sciupato tutto fin dai primi metri, facendosi infilare da Verstappen e nel tentativo di incrociare la traiettoria, è stato centrato da Russell che se lo è ritrovato di colpo davanti. Ferrari KO in meno di cento metri, 5 secondi di penalizzazione all'inglese che senza sarebbe stato in lotta per la vittoria finale come ha mostrato Hamilton. Da questa gara emergono delle certezze: Red Bull ha la miglior macchina del momento, veloce, affidabile capace di recuperare anche gli svarioni del box. Verstappen, 13 vittoria della stagione, record di Schumacher battuto (ma con più gare in calendario, i record sono destinati a sparire tutti) non molla e non regala niente a nessuno. Specialmente in questa gara da dedicare a Dieter Mateschistz, il gran patron di Red Bull scomparso proprio alla vigilia di questa corsa al quale hanno dedicato il mondiale costruttori.
Hamilton e la Mercedes sono animali da velocità incredibili, appena si presenta l'occasione per vincere, loro non la perdono. E' mancato poco ma Hamilton ha dato spettacolo, pur con gomme dure contro le medie di Verstappen e una guida sopraffina, un duello eccezionale contro l'olandese e tutto nel massimo rispetto. Un grande Leclerc capace di salire sul podio partendo 12 e capace di lottare anche lui con Verstappen con numeri di alta scuola. Il viso scuro a fine gara dice molto: dice che questa Ferrari, pur con le attenuanti del caso, è finita dietro alla Mercedes e solo per poco è stata davanti a Perez con la seconda Red Bull e a Russell che senza penalizzazione sarebbe stato lì a dare fastidio. Non è una bella notizia e se le due safety car hanno modificato i distacchi in pista e le circostanze fatto sperare in un altro risultato, resta il dato di fatto: la Mercedes sta risalendo pur partendo con un progetto sbagliato. E poi l'eroe della giornata: Fernando Alonso. Il suo volo su Stroll (uno da ritiro di licenza per almeno un paio di gare per quello che ha fatto) era sufficiente per fargli finire il week end in piscina. Invece è andato ai box, ha cambiato quello che poteva e ha concluso sesto rimontando da ultimo. A 41 anni. Un applauso a scena aperta così come per Vettel, andato anche in testa alla gara. La classe non è acqua e vedere questi campioni del mondo, da Verstappen a Hamilton, da Vettel ad Alonso, onorare una corsa in cui in ballo c'era soltanto l'onore, merita il massimo rispetto.