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L'ha attesa per cinque gare, ma finalmente Lewis Hamilton ha colto la cinquantesima vittoria in carriera. L'inglese si è imposto sulla concorrenza nel Gran Premio degli Stati Uniti, corsa che ha vinto cinque volte. «Sono stati i fan a rendere questa gara così speciale - spiega Hamilton - Gli Stati Uniti sono sempre stati un terreno di caccia per me, e qui mi sento a casa».
Hamilton non manca di ringraziare la Mercedes per lo sforzo profuso, arrivando a non rispettare il coprifuoco per risolvere i problemi ai freni che l'inglese aveva accusato nelle FP2. «Il team ha fatto un ottimo lavoro questo weekend, e lo dimostrano la mia presenza e quella di Nico sul podio», puntualizza Hamilton, portatosi a 26 lunghezze dal leader del mondiale piloti, Rosberg.
E proprio Nico Rosberg si è detto abbastanza soddisfatto del risultato conseguito ad Austin. «Il secondo posto va bene - spiega Rosberg - ho limitato i danni, anche se avrei voluto vincere qui negli Stati Uniti, visto che non l’ho mai fatto. Oggi, però, non c’era storia». Rosberg scattava dalla seconda piazzola in griglia.
In partenza, Rosberg si è arreso agli attacchi di Ricciardo. Che abbia scelto un approccio conservativo in ottica mondiale? Rosberg smentisce: «Ho perso parecchio terreno in partenza, ma ho fatto di tutto per recuperare. Non ho giocato sicuro, però; ho spinto il più possibile».
La partenza non è andata male; avrei voluto superare entrambi i piloti Mercedes, ma almeno sono riuscito nell’intento con Nico
Come al solito, il vero istrione del podio è stato Daniel Ricciardo, protagonista dell'ennesimo siparietto: l'australiano ha costretto l'intervistatore d'eccezione, l'attore scozzese Gerard Butler, a bere dalla sua scarpa, tra le risate del pubblico. «La partenza non è andata male - racconta Ricciardo - avrei voluto superare entrambi i piloti Mercedes, ma almeno sono riuscito nell’intento con Nico».
«Con la Virtual Safety Car, non ho potuto ottenere il secondo posto - continua Ricciardo. È stato un po’ frustrante, Nico è riuscito a avere la meglio su di me grazie a questa procedura. È stata una bella battaglia, e questa variabile non era al mio controllo».