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Chi sono i promossi e i bocciati di Barcellona? Scopriamolo sfogliando insieme le pagelle del Gran Premio di Spagna 2024 di Formula 1.
Un’altra vittoria di Verstappen, ancora una volta facendo una differenza mostruosa (telefonare a Perez per conferma): per l’olandese il quarto titolo iridato rischia di essere il più bello, perché senza la macchia di episodi dubbi e senza avere a disposizione un’astronave. La ferocia con cui ha passato Russell alla fine del primo giro è un manifesto della determinazione del campione: roba da mostrare ai ragazzini che corrono in kart e che sognano un giorno di essere come lui. Anche se di fenomeni come lui ne nasce uno ogni decennio, forse. Voto 10 e lode, immenso.
Voto 9 a Norris, che fa tutto bene tranne la partenza: come spesso accade, se ci pensi troppo finisci per sbagliare e lui chiaramente ha pensato troppo a chiudere Verstappen, finendo per transitare 3° dopo la prima curva. Ci ha provato poi con la strategia, ma contro l’olandese devi essere perfetto e stavolta non ci è riuscito, però il suo stato di forma resta straordinario. E che bello vederlo con un’auto finalmente vincente.
Sul podio un po’ a sorpresa Hamilton, a sorpresa perché più di qualcuno lo dava in fase calante (per non dire bollito) invece come già in passato l’inglese appena gli hanno messo in mano una monoposto competitiva si è riacceso. Stavolta è stato davanti a Russell anche in qualifica e in gara è andato a riprenderlo per conquistare un 3° posto che vale tantissimo in questo momento della sua carriera. Voto 10, perché più di così non poteva proprio fare.
“Solo” 4° Russell, che pure ha compiuto le due manovre più spettacolari del gran premio: il sorpasso al via e il controsorpasso all’esterno su Norris. Però tutto questo serve pochino se poi spalanca un’autostrada su Verstappen e si fa riprendere sul ritmo da Hamilton: voto 7 con qualche rimpianto, ma grazie per lo show.
Alle sue spalle un Leclerc ferito nell’orgoglio più che nella carrozzeria: se l’unico con cui puoi giocartela è il tuo compagno di squadra per un modesto 5° posto c’è poco da stare allegri e il monegasco lo sa. Fa quel che può con una monoposto che nell’ultimo settore perde 3 decimi al giro in una manciata di curve, quelle veloci, dove la Ferrari ha ricominciato a saltellare. Però in tempi difficili serve a poco rognare in casa per delle sciocchezze, tanto Russell non lo prendeva… Voto 6,5, imbronciato.
Non molto diversa la gara di Sainz, anonimo 6° nella sua ultima volta in rosso di fronte al pubblico di casa: lo spagnolo prova almeno a passare Leclerc, che la mette giù dura e tra i due vola qualche pezzetto di carbonio, poi nel finale cede platealmente la posizione, che in F1 equivale a pestare i piedi in mondovisione. Ma da uno silurato senza colpe ancora in inverno non si può pretendere lealtà cieca… Voto 6,5, deluso.
La delusione più grande del fine settimana però è Piastri, 7° con un’auto potenzialmente vincente, dopo essere scattato 9° per un doppio errore in entrambi i giri lanciati in Q3. E anche con una McLaren che vola l’australiano non è che sia riuscito a fare chissà che rimonta. Certo a Barcellona è difficile superare e la velocità massima non è il punto di forza delle monoposto inglesi, però era lecito aspettarsi qualcosa di più, anche solo per rimediare alla qualifica orrenda. Voto 5, disperso.
Stesso discorso, con l’aggravante di avere in casa come metro di paragone chi l’ha gara l’ha effettivamente vinta, Perez: il messicano ancora una volta è rimasto fuori dal Q3, senza apparenti problemi particolari, e in gara la sua rimonta è stata tutt’altro che irresistibile. Da quando gli hanno rinnovato il contratto il rendimento del messicano è semplicemente crollato: un mistero che appare più psicologico che tecnico. Voto 4, sveglia!
A punti Gasly e Ocon (rispettivamente voto 7,5 e 7), dopo avere centrato entrambi la Q3: sotto lo sguardo del presidente De Meo i due galletti francesi mettono a segno il migliore week end dall’inizio dell’anno, con una monoposto che continua progredire. Del resto per come avevano iniziato l’anno peggiorare era impossibile. Gasly e Ocon però hanno avuto il merito di non demoralizzarsi e di cogliere al meglio le occasioni, anche e soprattutto a Barcellona.
Fuori dai punti, voto 8 a Hulkenberg, ad un passo dalla zona punti dopo una qualifica in cui non entra in Q3 ma dà comunque una bella paga al compagno di squadra: elisir di giovinezza.
Voto 6,5 invece ad Alonso, bravo a entrare in Q3 ma poi al via lo toccano, perde posizioni tagliando per la via di fuga e da lì in poi la sua gara è tutta in salita. Peccato che con questa Aston Martin sia dura risalire. Nel gran premio di casa avrebbe meritato un po’ più di fortuna.
E voto 7 a Bottas, addirittura 12° in qualifica e bello grintoso anche in gara: da qualche gran premio il finlandese appare irriconoscibile (in senso buono), all’evidente ricerca di un sedile anche per il prossimo anno. Se continua così ci dovremo ricredere: potrebbe meritarlo in effetti.
Soprattutto, voto 10 e lode alla McLaren, perché la pole di Norris a Barcellona, circuito da sempre banco di prova per la bontà delle monoposto (per lo meno finché gli arabi non si sono comprati pure il diritto di ospitare i sempre più striminziti test invernali) certifica che al momento è arancione la monoposto più veloce del mondiale. Non succedeva dal 2008, quello del primo mondiale di Hamilton.
E voto 10 e lode a Zak Brown, che in questa opera di ricostruzione, oltre che vincente è riuscito a rendere la McLaren anche un team simpatico. Aggettivo che nessuno si sarebbe mai azzardato ad usare ai tempi di Ron Dennis.
Voto 5 invece alla Ferrari, che ha iniziato il mondiale come chiara seconda forza in campionato e lascia Barcellona come quarta forza, perché anche Mercedes è tornata protagonista, almeno nella lotta per il podio. Cosa è successo?