F1, GP Spagna 2023: Situazione Ferrari? Serve una spinta

F1, GP Spagna 2023: Situazione Ferrari? Serve una spinta
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Gli inglesi lo chiamano "body language" ed è quello che rivela di più sulla situazione Ferrari nel GP di Spagna
4 giugno 2023

BARCELLONA – Gli inglesi lo chiamano body language, ovvero il linguaggio del corpo. Volti, espressioni, atteggiamenti, che fanno capire più di mille parole. Bastava andare dietro ai garage e aspettare l’uscita dei piloti dopo la gara, per capire come i due della Ferrari fossero delusi, immusoniti e incapaci di capire cosa fosse successo ma, soprattutto, cosa fare. Poi le telecamere, onnipresenti, i microfoni accesi, le parole smozzicate, gli sguardi di intesa con i propri fisioterapisti, addetti stampa, sono valsi più di mille parole nelle interviste dopo gara, ormai anestetizzate dal banale quotidiano.

Perché se un Sainz parte in prima fila e le due Mercedes le ha messe dietro, ci si aspetta che nella gara di casa possa almeno confermare quella posizione. Invece no. Cambia la forma delle fiancate, ma non è cambiata la sostanza delle prestazioni. Ovvero, in qualifica un giro buono salta fuori, in gara no. I giri veloci lo dimostrano: Verstappen con le soft ha segnato 1’16’’330, Sainz non è andato oltre 1’18’’403, poco meglio Leclerc in 1’18’’357.

Entrambi sul finire di gara (Sainz giro 60, Leclerc giro 52) ovvero con poca benzina a bordo. Un ritmo che nelle fasi iniziali poteva essere sufficiente se non fosse per la scelta delle gomme. Ad esempio, contro un Verstappen partito con le medie, Sainz ha scelto le morbide per essere aggressivo. Dopo la prima curva l’olandese se ne era andato e lo spagnolo stava accumulando distacco su distacco. Leclerc, invece, partito con le due, doveva fare una parte di gara basata sulla durata. E qui nasce il primo dubbio: se Sainz fa il pit al 16 giro per cambiare le morbide (più o meno come gli altri), perché il giro dopo chiamano Leclerc che in teoria doveva andare avanti ancora una decina (e più) di giri? In quel momento gli hanno montato le morbide e qui fra richieste del pilota e risposta del box, qualche dubbio sulla comunicazione e strategie è venuto anche alla zia Pina che da casa, mentre faceva le tagliatelle, ha esclamato in modenese “ma cosa stanno combinando?”.

Ecco, sarebbe interessante saperlo anche perché qui adesso la situazione diventa difficile. Soprattutto a livello mediatico. Dire che si può vincere qualche gara, che le modifiche sono il frutto di quanto si è capito e corso ai ripari, e poi in pista le prendi dalle Mercedes, non passi una Alpine, te la vedi con le Aston Martin, il dubbio che non tutto sia chiaro viene davvero. Insomma: Ferrari, serve una spinta per venire fuori dal pantano. Perché se a livello tecnico serve del tempo e onestà per ammettere di non aver ancora capito (cit. Binotto), bisogna stare attenti a non rovinare i piloti. E qui torniamo al body language: due che scendono dalla macchina con quelle facce e sanno che le promesse della vigilia, vengono puntualmente disattese, sono pronte per cadere in depressione e perdere fiducia nella squadra, nei tecnici, negli uomini di cui dovrebbero fidarsi ciecamente. E questo, una volta rotto, non lo recuperi più come invece puoi fare con motore, cambi e macchina.

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