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BARCELLONA – Ferrari, che fare? L’appuntamento sul circuito del Montmelò è di quelli importanti perché da qui in poi si capirà quale futuro ci sarà per la squadra di Maranello. Nelle prime corse la Red Bull ha vinto quasi senza problemi e la Ferrari, che doveva essere la sfidante numero 1, di fatto è dietro ad Aston Martin e a volte Mercedes, col risultato che è la quarta forza del mondiale.
La fuga di tecnici, la ricostruzione della squadra, il dover trovare risposte a problemi che alla vigilia non erano messi a bilancio, hanno creato una situazione difficile. E quindi, perché Barcellona diventa importante? Per una serie di motivi. La prima, è la pista che ha sempre ospitato i test invernali e da qui si capiva già cosa sarebbe successo poi. Si tratta di un circuito dove aerodinamica, motore e telaio vengono sottoposti a dura prova e da qui si capisce dove lavorare per risolvere eventuali problemi. E’ la prima volta che si va su questo tracciato quest’anno ed è la pista in cui la Ferrari porterà delle modifiche alla SF23.
Quindi, se le modifiche saranno efficaci, dovremmo vedere una Ferrari più competitiva, specialmente nel consumo delle gomme nel passo gara, problema che ha afflitto la rossa anche a Montecarlo, pista notoriamente poco probante eppure sia Sainz sia Leclerc hanno dovuto mollare il ritmo perché le prestazioni in corsa non erano sufficienti. Visto che si è corso sia con asciutto sia con bagnato, il problema di base è rimasto invariato, segno di un assetto difficile da coniugare fra qualifica e gara. Ed ecco che Barcellona rappresenta il punto di svolta: se le modifiche funzionano, allora vuol dire che si è capito il problema e, seppure lentamente, si sta cercando di risolverlo. Se le modifiche non daranno esito, allora vuol dire che questo concetto di monoposto e questa SF23 sono da archiviare.
Facile a dirsi, ma con 23 gare in calendario, vorrebbe dire finire la stagione soffrendo ad ogni appuntamento e sperare solo in condizioni particolari, pioggia, incidenti o rotture dei rivali, per portare a casa un risultato. Secondo Fred Vasseur, il team principal, la Ferrari può vincere delle gare e i tifosi sperano che avvenga quanto prima, ma la realtà è poi altra cosa. Ecco perché fin dalle prime prove del venerdì sarà importante capire dove si è e che strada si è affrontata. Parlare di nuove sospensioni, nuova aerodinamica e via di questo passo, non ha senso. Perché per fare una modifica bisogna prima capire dove è il problema, poi progettarla, costruirla, verificarla e quello che si è visto finora è andato in direzione contraria a quello che sembra essere il male insoluto della SF23: il consumo gomme in gara. Perché se in qualifica e su certe piste la Ferrari, specialmente Leclerc, hanno mostrato di potersela giocare con pole position e giri veloci, quando poi si tratta di fare una trentina di giri con lo stesso tipo di gomma, i tempi si alzano immediatamente e i rivali se ne vanno. La corsa dovrebbe disputarsi con l’asciutto, ma le previsioni meteo danno temporali improvvisi sia al sabato sia la domenica, per cui il rischio più grosso, non meteo, è non capire fino a che punto le novità stiano funzionando o meno.
Aspetti positivi? La Ferrari è sempre fra le più veloci ai pit stop, era uno dei problemi della squadra ma Ioverno, col duro allenamento invernale, ha ottenuto prestazioni mediamente superiori alla Red Bull, questo vuol dire che impegnandosi e prendendo la strada giusta, vincere si può. In bocca al lupo Ferrari, ne hai bisogno.