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Nella mente di Valtteri Bottas c'è un tarlo che gira e che deve rispondere a una domanda: dove ha sbagliato per beccarsi 59 millesimi di distacco dalla pole position di Lewis Hamilton? Su una pista di quasi 5 km, stare a un distacco simile più che portarti una ventata di gioia, ti porta quell'arrabbiatura di vederti scavalcato anche quando fai tutto per bene e potresti finalmente dire: sono il numero 1. Invece no, altra prima fila Mercedes e solito copione, noioso a dire il vero. Ma non per colpa loro, quanto per i rivali. Verstappen ci ha messo la solita pezza col terzo tempo a 7 decimi, poi il duo Racing Point, ancora nell'occhio del ciclone con Renault che vuole vederli annientati sportivamente (azzeramento dei punti, quindi più soldi agli altri, loro in primis) e poi le due McLaren.
Ovvero il solito gioco delle coppie in cui manca al solito la Ferrari. Leclerc nono a 1,5 secondi, quasi come a Silverstone, solo che qui, su pista corta rispetto a quella inglese, il secondo e mezzo è davvero tanto. E poi Vettel, undicesimo anche se ad appena due decimi dal compagno di squadra, incapace di tirare fuori qualcosa di più da quella rossa che era partita a febbraio in crisi a Barcellona e sei mesi dopo si ritrova messo peggio di quanto potessero pensare all'epoca. Unica speranza, nel senso di opzione di spettacolo futuro incerto, è che questi distacchi, a partire da Verstappen, siano il frutto di un assetto conservativo sulla durata delle gomme. Perché a Silverstone le Mercedes volavano, ma tritavano gomme che era un piacere e quindi o hanno risolto il problema, e saranno dolori per tutti, oppure anche qui vedremo il solito copione delle altre gare.
Dal Belgio non ci sarà più il "party mode" ovvero la mappatura delle qualifiche, capace di tirare fuori i quasi mille cavalli dei motori attuali. Ma se invece di un secondo le Mercedes avranno tre decimi di vantaggio (e siamo certi non sarà così) avremo solo l'illusione che gli altri si saranno avvicinati mentre in realtà non cambierà niente. Ultima nota, infine: Raikkonen, quattordicesimo, ha qualificato la sua Alfa Romeo in Q2 per la prima volta, mentre Giovinazzi è ultimo, staccato di oltre 1,2 secondi dal compagno di squadra. Visto che finora Antonio era riuscito a stare davanti, deve essere successo qualcosa. Un altro dei misteri buffi della F.1 edizione 2020.