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BARCELLONA – manco col doppio suicidio delle Mercedes la Ferrari riesce a vincere. Quando spariscono Hamilton e Rosberg in un attacco folle che porta le due frecce d’argento nella sabbia, in testa ci finiscono quelli della Red Bull. E così, fra colpi di scena, strategie varie e colpi di coda, il GP di Spagna si chiude con un risultato storico: la vittoria di Max Verstappen, 18 anni e 7 mesi, appena promosso alla Red Bull. Buona la prima si potrebbe dire, oppure dica 33 visto che Max corre con quel numero. Nulla di tutto ciò. Il ragazzino si è trovato in testa alla gara dopo che alla Red Bull hanno deciso di modificare le strategie di gara, montando gomme morbide a Ricciardo, che era saldamente al comando, salvo poi richiamarlo ai box e facendolo cadere al quarto posto, posizione che ha mantenuto anche dopo una foratura all’ultimo giro dopo una serie di attacchi a Vettel. Vittoria pilotata o meno per Verstappen (che francamente fa comodo a tutti) la corsa in Spagna ha mostrato che senza Mercedes il mondiale a due squadre è vivace e con un arrivo in volata (Raikkonen secondo a meno di un secondo) e Vettel in scia, l’attenzione sugli schermi c’era tutta, così come le domande e le polemiche. Andando con ordine, cominciamo dal suicidio Mercedes.
Al via Rosberg scatta meglio di Hamilton che partiva dalla pole. L’inglese, al solito, invece che pensare alla sua traiettoria ha pensato a chiudere Nico che però lo beffa. Due curve, il tempo che Rosberg sistemi la mappatura sul volante e rallenta di quel poco che basta ad Hamilton per affiancarlo ma invece che restare in pista l’inglese va per prati, si gira in frenata e centra in pieno l’altra Mercedes. Fuori tutti e due, visi attoniti ai box e commento di Lauda: “Lewis ha fatto una stupidata, non era né il modo, né il posto né il momento per fare un attacco del genere. Ha chiesto scusa a tutta la squadra, si è scusato con Nico e per quanto ci riguarda la cosa finisce qui. E’ un incidente di gara, come ne sono successi tanti, solo che ha coinvolto due nostri piloti e non deve più ripetersi”. Gli ricordiamo che nel 1975 alla prima curva del GP di Spagna Lauda mise fuori corsa Regazzoni con l’altra Ferrari: “Vero, ma io ho fatto il botto alla prima curva, loro alla terza, sono stato più bravo io!”.
È andata così, con un Max Verstappen che si scioglie con la coppa in mano e il padre Jos che nei box trattiene a stento le lacrime. L’impresa storica è fatta, primo olandese a vincere, pilota più giovane a farlo e prima volta con la Red Bull. Non è nata una stella, ma qualcosa di più
A questo punto la Red Bull prende le redini della gara in mano. Ricciardo primo con Verstappen dietro e un incredibile Sainz che precedono le due Ferrari. Ergo, pur con due macchine in meno in griglia, le rosse sono finite dietro. La Red Bull non allunga a dovere, si comincia a lottare con le strategie, si marca ad uomo. Uno si ferma e monta le morbide, l’altro box fa lo stesso. Uno rallenta di un giro il cambio, l’altro lo anticipa. Fino a quando non accade l’errore che frega Ricciardo. Verstappen resta in pista fino al 34 giro, Ricciardo cambia al 28. Sono sei giri prima che lo obbligano poi a fermarsi ancora al 43 passaggio quando cede il comando del tutto. Se la Red Bull gli avesse montato le stesse gomme di Verstappen tenendolo in pista almeno cinque giri in più, avrebbe vinto lui. La Ferrari con Raikkonen ha seguito la strategia di Verstappen, mentre con Vettel ha sbagliato seguendo Ricciardo. Infatti Sebastian si è fermato al 29 giro, un passaggio dopo Daniel salvo poi tornare ai box al 37 giro per montare le gomme medie. Se la Ferrari avesse seguito la stessa tattica usata con Raikkonen sul podio poteva essere una doppietta. Invece è andata così, con un Max Verstappen che si scioglie con la coppa in mano e il padre Jos che nei box trattiene a stento le lacrime. L’impresa storica è fatta, primo olandese a vincere, pilota più giovane a farlo e prima volta con la Red Bull. Non è nata una stella, ma qualcosa di più.