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In una gara lunga ed estenuante, tutta vissuta sull’attesa di qualcosa che alla fine non succederà mai, Perez si ricorda e ricorda a tutti di essere un gran pilota quando è in giornata, conquistando una bellissima vittoria dopo avere tenuto a bada Leclerc per due ore. Il messicano è bravissimo a resistere alla pressione e a non commettere mai il minimo errore su una pista già insidiosa di suo, a maggior ragione con il fondo bagnato. Allora voto 10 a Perez: era da tanto che non accadeva e onestamente ci fa piacere per lui.
Voto 9 a Leclerc, autore dell’ennesima prodezza al sabato (complice però anche l’errore della Red Bull) e di una gara tutta all’inseguimento per rimediare ad una partenza così così. Anche questa però probabilmente non è colpa sua. Peccato non sia riuscito a restare in scia a Perez fino al traguardo. Sempre all’attacco.
Un altro podio per Sainz, ma stavolta lo spagnolo ha poco da festeggiare: in gara è sempre stato lentissimo rispetto al compagno di squadra, lamentando una cornica carenza di grip. Forse una questione di assetto, forse di stile di guida, in ogni caso qualcosa c’entra anche il pilota in questa prestazione buona e opacissima al tempo stesso: nel dubbio voto 6,5.
Buon 4° posto per Norris, che beneficia così degli errori di Verstappen ed Hamilton per portare a casa un risultato al di sopra delle possibilità della sua McLaren: l’inglese ancora una volta si fa notare anche in qualifica, e al solito viene da pensare che meriterebbe una monoposto migliore. Intanto voto 7,5.
Alle sue spalle a sorpresa spunta Ricciardo, un po’ per avere azzeccato i temi del cambio gomme, un po’ per gli errori altrui: un risultato che muove la classifica e fa morale, però onestamente ci sembra che l’australiano abbia poco da festeggiare, vista anche l’ennesima brutta qualifica. Comunque 6,5, troppo tardi.
Alle sue spalle, si sa che il bagnato esalta Stroll e anche stavolta il canadese ha confermato di essere a proprio agio sulla pista viscida, conducendo una gara sempre lontana dai guai e portando a casa un buon 6° posto. Stavolta tocca dargli un bel voto: voto 7,5, quando è giusto è giusto.
Più difficile giudicare la gara di Verstappen: probabilmente senza il problema in qualifica avrebbe siglato la pole e avrebbe vinto, invece è condannato alla quarta fila, parte male e inizia una difficile rimonta mostrando sprazzi del suo consueto immenso talento, ma forse per la prima volta quest’anno anche la sua antica impazienza. Ecco allora un nuovo grave errore quando la safety car l’aveva rimesso in lotta. Alla fine arriva un 7° posto piuttosto anonimo: voto 6, impaziente.
Chi corre con tanta testa, oltre che piede, è Vettel, buon 8° al traguardo: certo il compagno Stroll stavolta gli è sempre davanti, ma a punti con un’Aston Martin è sempre una piccola impresa. Voto 7.
Solo 9° Hamilton, che vede complicarsi subito la sua gara al via quando perde la posizione su Sainz: quando l’inglese dopo una lunghissima attesa prova a passare finisce contro le barriere, e arriva lungo nuovamente nel finale di gara. Peccato perché era da podio: voto 5, sprecone.
Chiude la zona punti un Gasly discreto ma niente più: forse visti i tanti errori il francese poteva arrivare anche più in alto, ma vero è che questa non sembra essere la monoposto più ispirata uscita da Faenza. Nel dubbio voto 6,5.
Fuori dai punti, voto 5 anche a Russell, autore di una qualifica insolitamente opaca che lo tiene fuori dalla Q3: a quel punto il team decide di farlo partire direttamente dal fondo smarcando una nuova power unit e l’inglese complica ulteriormente una gara già difficile quando sbaglia in modo abbastanza evidente la tempistica per montare le slick. Tra forature e altre vicissitudini, la sua gara è un girare in tondo senza costrutto per due ore. Avrà modo di rifarsi comunque.
Voto 7,5 invece ad Alonso, che stava costruendo l’ennesima prova di carattere, oscurando ancora una volta Ocon, quando il motore lo pianta: certo che arrivare a 350 gran premi in questo stato di forma è qualcosa di eccezionale.
Voto 5 invece ad Albon, perché se su Latifi è inutile sprecare parole, il thailandese in genere ci ha abituato a prestazioni di qualità: invece il suo rientro è coinciso con la sua gara peggiore della stagione, lento in qualifica e fallace in gara, anche se viene il sospetto che in quelle condizioni la Williams non fosse esattamente la monoposto più guidabile del lotto.
Voto 0 in compenso ai commissari sportivi che per giudicare un’infrazione se vogliamo veniale ma evidente hanno atteso che la gara finisse con un margine superiore di 5 secondi a vantaggio di Perez così da poter decidere di non decidere, tra l’altro contraddicendo tutti i precedenti per lo stesso tipo di infrazione. Ancora una volta la credibilità dello sport più tecnologico e ricco viene messa in ridicolo dalla mancanza di buon senso e uniformità nella gestione della direzione gara.
E voto 0 al budget cap, con il quale la Fia si è messa da sola in un vicolo cieco: al di là della difficoltà di monitorare realmente i costi e tutte le risorse utilizzate, ora si trovano nell’imbarazzo di sanzionare un team per fatti accaduti un anno prima, con il risultato che se non fanno niente fanno l’ennesima figuraccia mondiale, ma se agiscono davvero vogliamo annullare l’esito in pista di un Mondiale - per quanto controverso - per una questione di conti? Provate a spiegarlo ai tifosi… E così dopo essere diventata un campionato che capiscono solo gli ingegneri, come lamentava Briatore, la F1 si appresta ora a entrare in una nuova era, dove per capirci qualcosa bisognerà essere commercialisti. Già non vediamo l’ora nel dopo gara di fare l’analisi delle fatture dei team in lotta per il mondiale e mettere a confronto i giustificativi di spesa…
Perez 10
Leclerc 9
Norris 7,5
Stroll 7,5
Alonso 7,5
Vettel 7
Sainz 6,5
Ricciardo 6,5
Gasly 6,5
Verstappen 6
Hamilton 5
Russell 5
Albon 5
Commissari sportivi 0