Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Spesso le vittorie più belle sono anche quelle più inaspettate. Ne sa qualcosa Mattia Binotto, che insieme a tutto il team di Maranello infila la terza vittoria consecutiva, con tanto di doppietta, su una pista dove alla vigilia al massimo i tifosi potevano sperare in un podio. Il tutto stando in testa dal primo all’ultimo giro, tanto per chiarire che in questo risultato la fortuna non c’entra niente. C’entra semmai il lavoro duro in fabbrica per produrre aggiornamenti che stavolta hanno funzionato e c’entra l’essersi ritrovati in squadra due top driver anziché una punta e mezzo come è sempre avvenuto negli ultimi anni. Perché essere in testa in un gran premio e vincere con l’altra auto, stringendo a tenaglia Hamilton, vuol dire avere in pista due piloti vincenti. E se poi ogni tanto è difficile gestirli, pazienza. E allora voto 10 e lode alla Ferrari innanzitutto, perché stavolta hanno fatto davvero tutto alla perfezione, strategie incluse.
Voto 9 a Vettel, che sembra essersi almeno in parte ritrovato su una delle sue piste preferite, anche se quando era in testa si è preso un rischio assurdo e non necessario nel passare una Toro Rosso, con tanto di contatto: se qualcosa fosse andato storto, oggi parleremmo di un pilota finito… A volte è questione di centimetri, o di attimi. Resta il fatto che il tedesco è stato veloce al sabato, quando pareva avere artigliato la pole, salvo trovarsi solo 3° in griglia. La strategia in gara l’ha messo davanti, ma lui stavolta è stato veloce quando serviva, anche se in gara Leclerc aveva l’impressione di averne un po’ di più e rimane a modestissimo parere di chi scrive la macchia di quel contatto non necessario quando già era in testa. Perché certi vizi non scompaiono da un giorno all’altro… Per il futuro quindi vedremo, nel frattempo ritrovato (speriamo).
Voto 10, comunque, a Leclerc e non solo perché era lui il più veloce tra i due pilori di Maranello. Innanzitutto il suo giro di qualifica è stato 1.36’’217 di equilibrio tra genio e follia, un’esibizione di grandissimo talento, ma anche di coraggio nell’assumersi tutti i rischi del caso quando serviva davvero. E poi tocca fare una considerazione poco sentita in giro: se la Ferrari ha vinto è solo grazie a lui. L’abbiamo detto. Sì perché se non avesse fatto la pole, Hamilton sarebbe partito al palo e si sarebbe involato al via e a quel punto non ci sarebbe stato undercut possibile, con Hamilton libero di tenere il suo ritmo là davanti. Così, in un certo senso, Vettel ha vinto grazie alla… maggiore velocità di Leclerc al sabato, oltre che alla sua bravura nell’addormentare la gara mentre era in testa. Insomma, anche a Singapore il vero valore aggiunto della Ferrari - insieme alla strategia e al nuovo pacchetto tecnico - è stato il monegasco. Trascinatore.
A Verstappen, 3°, il risultato invece è riuscito a metà: è stato sì davanti alle Mercedes, ma dietro alle Ferrari, di cui in Red Bull sembravano non curarsi troppo alla vigilia. L’olandese ha fatto ancora una volta tutto il possibile, ma i 6 decimi presi in qualifica da Leclerc dicono che anche a velocità assoluta stavolta non erano messi poi così bene. Voto 7,5. Così così.
Solo 4° Hamilton, e questa sì che è una notizia. In qualifica l’inglese ci ha messo molto del suo, infilandosi tra le Ferrari, ma in gara è rimasto stritolato nella morsa delle due rosse, complice una certa lentezza del box Mercedes nel capire gli eventi. Insomma, l’inglese ha fatto tutto per benino e onestamente a Singapore è difficile inventarsi qualcosa in pista, però va anche detto che stavolta Hamilton non ci ha nemmeno provato. Voto 7,5. Attendista.
Voto 6,5 a Bottas, ancora una volta autore di una prestazione incolore, anche se ad un certo punto ha dovuto alzare il piede per non finire davanti ad Hamilton. Non proprio un ordine di scuderia incoraggiante… Demotivato.
Sesto Albon, che continua a portare punti preziosi alla Red Bull, dimostrandosi in questo nettamente più capace di Gasly. Però anche lui paga sempre distacchi importanti da Verstappen, anche se per la sua (poca) esperienza è difficile chiedergli di più, per il momento. Voto 7, conferma.
Ancora a punti anche Norris, anche se l’abbiamo visto più in palla in altre piste: in qualifica si prende mezzo secondo da Sainz (subito attardato da un contatto con conseguente foratura) e in gara l’inglese ha badato soprattutto a non commettere errori. Voto 7, solido.
Ci è piaciuto di più, in proporzione, l’8° posto di Gasly, che ci ha messo il cuore mentre lottava a centro classifica, oltre ad avere nettamente sopravanzato il compagno di squadra in qualifica. Il francese è stato bravissimo a non demoralizzarsi dopo la retrocessione in Toro Rosso, però è anche vero che con il team italiano sta correndo molto meglio di quando era in Red Bull. Voto 7,5, mistero.
A punti Hulkenberg, 9° dopo una gara da combattente, per ricordare a tutti - come se ce ne fosse bisogno - di meritare un posto in F1. Il problema è che di posti liberi, in F1, non ce ne sono quasi più, e quei pochissimi rimasti sembrano già assegnati. Voto 7,5 peccato.
Bravissimo, stavolta, è stato anche Giovinazzi, anche se “solo” 10° al traguardo: sempre davanti a Raikkonen, in gara è partito bene ed è rimasto fisso in zona punti, anche prima che le strategie lo portassero addirittura in testa. A proposito di testa e di strategie, ma cosa avevano in mente in Alfa Romeo per lasciare l’italiano fuori così a lungo, finchè non è diventato una chicane mobile con le gomme finite? Non puoi rovinare la gara di un pilota aspettando l’arrivo di una safety car, che tanto si sapeva che con la fortuna dell’italiano sarebbe arrivata non appena fermato… (e infatti così è stato). Stavolta però Antonio non si è perso d’animo e ha recuperato in pista le posizioni perse ai box, evidenziando quella grinta e quella costanza di rendimento che aveva faticato a mostrare nelle prime gare. Voto 8,5: in grande crescita.
Per il resto, voto 5 all’autolesionismo della Haas che riconferma Grosjean, il quale li ha ripagati finendo 11°. Non abbiamo niente contro il francese, sia chiaro, ma è evidente che la sua incostanza sia costata al team una vagonata di punti. E siccome questa non è certo la prima annata difficile di Grosjean, riconfermarlo quando c’è uno come Hulkenberg in circolazione lascia davvero perplessi.
Ferrari 10 e lode
Leclerc 10
Vettel 9
Giovinazzi 8,5
Verstappen 7,5
Hamilton 7,5
Gasly 7,5
Hulkenberg 7,5
Albon 7
Norris 7
Bottas 6,5
Haas 5