F1, GP Singapore 2019: ecco perché la Ferrari ha privilegiato Vettel

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Il nostro inviato F1, Paolo Ciccarone, spiega la strategia della Ferrari nel Gran Premio di Singapore 2019, concluso con una doppietta della Rossa
22 settembre 2019

SINGAPORE - Una Ferrari in pole e una in terza posizione. Visti i pregressi a Singapore, la prima curva era temuta da tutti, ma nel momento in cui Leclerc ha preso il comando su Hamilton e Vettel, allora si è capito che la gara si sarebbe decisa ai pit stop a meno di sconvolgimenti. E questi sono arrivati dopo la decisione, a sorpresa, di Vettel che chiedeva di fermarsi al 19 giro per il cambio gomme. Tecnicamente si chiama undercut, ovvero sosta anticipata ed è stata la mossa vincente per Vettel meno per Leclerc, che fermandosi un giro dopo si è trovato alle spalle del compagno di squadra.

La classifica si è giocata tutta in quel giro in cui il tedesco ha anticipato il monegasco e a fine gara e anche durante la corsa (via radio) Leclerc ha chiesto spiegazioni, che Mattia Binotto ha dato poi: "Dovevamo proteggere la posizione di Vettel su Hamilton, mettendolo davanti al pit era importante fare da cuscinetto e magari certe decisioni in pista fatichi a capirle, ma avendo una visione di insieme abbiamo optato per questa scelta". Scelta legittima e logica, visto che nella classifica costruttori avere davanti uno o l'altro non avrebbe cambiato niente, ma per l'ego dei piloti era fondamentale capirci qualcosa.

La Ferrari ha voluto (giustamente) privilegiare Vettel perché in questo momento era l'anello debole della catena. Uno che costa 13 volte più del secondo pilota, ma non ha ancora vinto, non ha fatto 1 pole contro le 5 del compagno di squadra ma ha vinto 4 mondiali o lo sacrifichi al nuovo che avanza (rischiando di perderlo e pagarlo lo stesso) oppure gli offri l'occasione di riscatto. "Dopo l'errore di Monza ero molto abbattuto - ha detto Vettel - in gara invece ho ritrovato ritmo e motivazioni, i miei fans mi hanno fatto sentire il loro supporto e per me è stato importante". Fino al 37 giro si è in pratica dormito, i tempi sul giro erano anche di 13 secondi più lenti rispetto alle qualifiche (e qui vale la pena chiedersi a che serve spendere centinaia di milioni di euro per andare in corsa col passo di una F.3...) fino al 37 giro, con Grosjean che ha spinto a muro Russell.

Prima safety car e 4 giri per fare pulizia in pista. Il tempo di ripartire, col gruppo compatto, che Perez si ferma col motore rotto e il giro dopo rientra la safety car. Siamo al 42 giro. Si riparte al 47 passaggio e Kvyat infila Raikkonen rompendogli una sospensione. Alfa Romeo ferma nella via di fuga e altra safety car fino al 51 giro. Gli ultimi 10 passaggi vivono sulle comunicazioni radio Ferrari: "Posso attaccare Seb? " chiede Leclerc: "Sì ma usando la testa. Dobbiamo portare a casa la macchina e salvare la power unit (il gruppo motore, ndr)". "Ok messaggio ricevuto, poi mi spiegate la storia dell'undercut per Seb" dice ringhioso Leclerc.

Quindi classifica congelata, la Ferrari mantiene le due auto al comando ma nei pit stop Verstappen supera Hamilton, che ha tardato troppo, come dire che la Mercedes è la vera sconfitta di questa gara: non aveva ritmo, non aveva motore e ha sbagliato pure la strategia. Roba da incorniciare e ricordare guardando le ultime cinque stagioni e mezzo in cui la panzer division tedesca non ne sbagliava una. Forse perché mancava l'armata rossa di Maranello a dare la paga!

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