F1, GP Singapore 2018: le pagelle di Marina Bay

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I promossi e i bocciati di Marina Bay nelle pagelle del Gran Premio di Singapore
17 settembre 2018

I ferraristi tutti - intesi come piloti, team e tifosi - si sono autoflagellati a lungo sabato, cercando una spiegazione tecnica per le qualifiche ben al di sotto delle aspettative. Ma più che di demerito del Cavallino, mai come stavolta tocca parlare dei meriti altrui, perché poche storie: questa è stata una pole e una vittoria di Hamilton assai più che della Mercedes. Basta guardare il distacco rimediato da Bottas nelle qualifiche, ben 7 decimi, per capirlo. Un giro perfetto, tra i migliori di sempre. Fenomenale al sabato, la domenica l’inglese non ha sbagliato niente, gestendo dal primo all’ultimo metro di gara. Voto 10, immenso.
L’unico che ci ha provato davvero a stargli dietro, anzi davanti, è stato Verstappen, al sabato come la domenica, e anche per l’olandese la conferma arriva dal divario con Ricciardo, al netto di qualche cavallo di differenza (pare) tra le due Red Bull. Verstappen è stato velocissimo al sabato e aggressivo il giusto la domenica, basti vedere come ha duellato con Vettel, deciso ma attento a non arrivare al contatto. Nel finale ha provato, complice i doppiaggi, a sorprendere anche Hamilton, ma quando questi ha avuto di nuovo pista libera è stato evidente che più di così non poteva fare. Almeno però ci ha provato. Voto 9, combattente.

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Non ha potuto provarci invece Vettel, anche se stavolta viene da pensare che il tedesco non fosse esattamente attrezzato per l’impresa: giunte a Singapore con grandi aspettative di riscatto su una pista in teoria favorevole, le Ferrari hanno manifestato una difficoltà sorprendente nello sfruttare al meglio gli pneumatici, e in generale la monoposto rossa è apparsa meno competitiva rispetto alle ultime uscite. In queste condizioni, Vettel ha fatto quel che ha potuto. Bello il suo attacco su Verstappen al primo giro, peccato però per la strategia del team (voto 5) che poi lo ha azzoppato, facendolo uscire dietro a Perez e facendogli perdere anche la seconda posizione. A questo punto il tedesco ha accusato il colpo, come se non ci fosse più molto da fare. E onestamente si fatica a dargli torto. Voto 6,5, incolpevole, ma sbiadito.
Sottotono anche la prova di Bottas, a conferma di una superiorità più di Hamilton che della Mercedes: 4° in qualifica, 4° sotto il traguardo, senza mai un guizzo, qualcosa per tenere sveglio il pubblico pagante nella notte di Singapore. Voto 6,5, primo degli altri.

La stessa valutazione si può fare per Raikkonen, con l’aggravante per il ferrarista di restare sempre dietro al suo connazionale: a maggior ragione dal buon Kimi uno scatto di orgoglio, magari una strategia alternativa che tanto il 5° posto non serviva a niente, ce li saremmo aspettati, e invece niente da fare. Però a un certo punto Raikkonen filava forte. E allora perché è finito lì dietro? Nel dubbio voto 6, ombroso.
Idem Ricciardo, già con un piede - e forse la testa - fuori dal team, e mai in grado di attaccare chi lo precede, mentre il suo compagno di squadra faceva vedere ben altra consistenza là davanti. Poi anche l’australiano a tratti ha mostrato la velocità di sempre, ma la classifica è rimasta immobile. Voto 6, (troppo) tranquillo.
Non ha mollato di un metro invece Alonso, primo degli altri con una McLaren che sappiano tutti quanto (poco) vale, su una pista dove le magagne di telaio forse contano un po’ meno e il pelo sullo stomaco del pilota può ancora fare la differenza. In queste condizioni, lo spagnolo ha dato l’ennesima lezione di guida a mezzo schieramento, fatto venire un lacrimone ai tifosi e (forse) insinuando qualche dubbio in chi ha ancora un sedile libero ma ha anche altre politiche aziendali. Voto 9, ultimo samurai.

Alle sue spalle, si è visto poco, ma è andato veloce davvero e senza errori Sainz, un altro che ha più di un sassolino da togliersi dalla scarpa: stavolta lo spagnolo vince nettamente la sfida interna al team Renault, e anche queste sono soddisfazioni. Voto 7, sottovalutato.
Ancora a punti anche Leclerc, complice una bella strategia della Sauber ma anche una tenacia nei duelli ravvicinati che ha consolato non poco il popolo ferrarista, mai come in questo periodo bisognoso di buoni auspici per il futuro. Certo, con una Sauber cresciuta molto durante la stagione non siamo esattamente in zona impresa, ma la prestazione è più che positiva, questo sì. Voto 7, conferma.
Chiude la zona punti Hulkenberg, un po’ sottotono nonostante una qualifica positiva: certo porta a casa un punticino, però dal tedesco ci aspettiamo sempre grandi cose, quindi qualche perplessità stavolta c’è. Voto 6,5, sottotono.

Fuori dai punti, voto 5 ai piloti Haas, che nelle retrovie fanno un po’ di wrestling - tra l’altro incuranti nelle bandiere blu - ma trattasi appunto di duelli che fanno più che altro scena, perché la zona punti è da tutt’altra parte. Eppure l’auto c’è, allora perché su certe piste il team americano sprofonda? Forse servirebbe un po’ di aria nuova, uno come Ocon magari…
A proposito del francese, la sua gara è finita subito per colpa di Perez, che ha rispolverato uno dei suoi numeri di gioventù: la ruotata al compagno di squadra. Poi ne ha data un’altra a Sirotkin, forse per far capire che con Ocon non era niente di personale… Di Perez in genere scriviamo un gran bene, stavolta però è stato davvero scellerato. Voto 2, casco vuoto.
Voto 5 invece alla Toro Rosso, altro team dove si vede che manca un pilota di esperienza in grado di mandare avanti la baracca quando il gioco si fa duro, come dicono nei film. E voto 4,5 a Vandoorne, perché va bene che questa McLaren ammoscerebbe chiunque, però 8 decimi in prova da un pensionato sono tantissimi e la differenza in gara per certi versi è stata ancora più grande. Smarrito.

GP Singapore 2018, le pagelle

Hamilton 10

Verstappen 9

Alonso 9

Sainz 7

Leclerc 7

Vettel 6,5

Bottas 6,5

Hulkenberg 6,5

Raikkonen 6

Ricciardo 6

Team Ferrari 5

Pilota Haas 5

Team Toro Rosso 5

Vandoorne 4,5

Perez 2

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